Scandalo a Torino, il banchiere Massimo Segre annulla le nozze alla festa: “Mi ha tradito”. L’imprenditrice Cristina Seymandi ora valuta come tutelarsi
Il video, pubblicato inizialmente sul canale Youtube ‘Lo Spiffero’, è stato visto più di 300mila volte in meno di 24 ore. A questa mole già imponente, si aggiungono le visualizzazioni del video riproposto, come una cascata inarrestabile, su altri canali e siti di informazione. I protagonisti sono due (ex) promessi sposi della Torino che conta. Lui è il banchiere Massimo Segre, lei l’imprenditrice Cristina Seymandi, già collaboratrice di Chiara Appendino. La festa è indetta per annunciare le nozze, che, si scopre presto, non ci saranno affatto: il perché lo spiega dettagliatamente il presunto sposo con un’uscita a sorpresa che gela la (ex) partner e, è facile immaginarlo, anche gli invitati.
IL DISCORSO DELLO SPOSO (PRESUNTO)
Massimo Segre, molto noto nel mondo della finanza, prende la parola timidamente, come molti in procinto di sposarsi e in occasioni pubbliche. Regge in mano un foglio, ci tiene a non sbagliare le parole. Ringrazia chi ha organizzato la festa ed altri che si sono adoperati per le nozze. Il ‘là’ alla svolta tragica arriva dalla condivisibile frase: “Ho sempre pensato che amare una persona sia desiderare il suo bene più ancora del proprio. E in questo caso, questa sera, desidero regalare a Cristina la libertà di amare”. Attenzione, non di amare lui. Piuttosto di amare “un noto avvocato”. “Cara Cristina- insiste Segre, accanto alla non più futura sposa pietrificata-, so di quanto tu ne sia innamorata, sia dal punto di vista mentale che sessuale, e so anche che prima di lui hai avuto una relazione con un noto industriale. Cari amici, non crediate che mi faccia piacere fare la figura del cornuto davanti a tutti voi. Ma Cristina è talmente in gamba nel raccontare le sue verità, che non potevo lasciare solo a lei la narrazione del motivo per cui io stasera termino la mia convivenza con lei: è una banale storia di infedeltà, addirittura preconiugale. Sono tanto deluso, ho il cuore a pezzi”, sostiene il mancato sposo, non prima di invitare lei, con cui ha una relazione dal marzo 2020, ad usufruire del viaggio a Mykonos e di quello in Vietnam, “tutto già pagato”, sibila lui. Aggiunge anche riferimenti ai figli, sia suoi che della ex compagna, da cui si evincono trame familiari tese. In chiusura, un riferimento alla situazione lavorativa: “Ti confermo la mia stima lavorativa. Se vorrai, al tuo ritorno, potremo valutare come proseguire una collaborazione professionale”. Fine. Il dj mette su Bob Sinclar (‘World, hold on’).
LA REPLICA DI CRISTINA SEYMANDI SUI GIORNALI
“La verità verrà fuori. E mi spiace forse più per lui che per me”, spiega l’involontaria protagonista dello scandalo su cui, via social, tutta Italia sta esprimendo pareri. Come riporta il quotidiano ‘la Repubblica’, i due non si sono più sentiti dalla sera incriminata, quella della festa diventata di dominio pubblico. “Chiudere per sempre non posso, resta in piedi il lavoro e non posso permettermi di perderlo”, riflette, e svela di ragionare “se tutelarmi nelle sedi civili e penali“. “A proposito di tradimenti, lui deve pensare a se stesso in primis. Da che pulpito viene la predica…”, allude. A chi le chiede come si spieghi l’accaduto, Seymandi risponde temendo che dietro Segre ci sarebbe qualcuno “che ha soffiato sul fuoco“.
I COMMENTI SUI SOCIAL. LUCARELLI: “BOOMER PASSIVO-AGGRESSIVO”
Come racconta la Dire (www.dire.it) sono migliaia i commenti che intasano i social sulla vicenda delle nozze annullate. Molto condivisa è una riflessione della giornalista Selvaggia Lucarelli, che evidenzia come Segre abbia inteso umiliare pubblicamente la donna che stava per sposare per annientarla.
“Questo boomer passivo aggressivo si è scritto il suo fogliettino giorni prima continuando a organizzare la festa di annuncio nozze con la freddezza del serial killer– ragiona Lucarelli-. Non poteva lasciarla come si fa in un mondo civile in cui i problemi personali, anche i più drammatici, si risolvono in privato. No, doveva prendersi la scena. Doveva umiliarla davanti a tutti perché lui è stato umiliato e merita un risarcimento pubblico. Un risarcimento che si nutre della distruzione della reputazione di lei con tanto di frasette che trasudavano finta benevolenza da “ti auguro felicità col tuo avvocato a “la tua meravigliosa figlia”, figlia così meravigliosa da meritare questa valanga di merda di riflesso, immagino. E poi l’ultima concessione paternalistica, che arriva dopo il pestaggio virtuale in pubblico, e cioè: se vuoi poi vedrò come farti lavorare ancora con me. Della serie: io maschio potrei anche concederti questo, dall’alto della mia posizione e della mia benevolenza. A voi che applaudite al maschio in camicia bianca col microfono, ricordo una cosa: questa roba è violenza. Lo è nella maniera più subdola perché mascherata da slancio d’orgoglio dell’uomo ferito. Questo però è tutto tranne un uomo ferito. Non agisce da uomo ferito. È un narciso pieno di sé che ha pianificato una vendetta con lucidità e umilia lei per riparare non un dolore ma una ferita narcisistica. E infatti la riparazione avviene in pubblico, perché di quello ha bisogno: non di raccontare la sua sofferenza, ma di vincere. Uccidendo lei. Se fosse stato dolore, sarebbe bastata una stanza di casa. Voi applaudite pure, ma a me quell’uomo con la calma feroce del rettile fa più paura delle corna”.