Il poeta belga che ha ispirato “Il Cielo sopra Berlino” di W. Wenders, Odilon-Jean Périer, torna nelle librerie con i suoi “CARMI, prefazione e traduzione di Ilaria Guidantoni
Périer “poeta della poesia”, è questa la definizione per presentare al pubblico italiano un poeta dimenticato, vissuto forse troppo poco e in un’epoca così di passaggio nonché sotto un uragano che non è riuscito ad incidere sulla pietra il proprio nome. Così ci appare questo poeta ragazzino, la cui vena ribelle è leggera e profonda e il suo anticonformismo non è necessariamente contro ma al di là, anche delle mode delle avanguardie e delle rivoluzioni. Nella sua poesia si sente l’eco di Mallarmé e Rimbaud, e in questo senso Périer, un poeta quasi involontario, offre una poesia che non è né lirica estetica, né costruita, né dissoluzione cercata. Una raccolta sorprendente per novità e spirito anticonformista, dove alla realtà quotidiana si contrappone un gesto poetico che svela mondi nascosti e accende di fuoco l’immaginazione.
«Qualche anno dopo la sua scomparsa viene segnalato tra i migliori scrittori degli Anni Venti, uomo dalle ricerche psicologiche penetranti. Ci appare come una sorta di meteora, dalla forza ascensionale morale che attraversa la cultura belga negli anni in cui si assiste a una polarizzazione fra il Simbolismo da una parte e le avanguardie dall’altra. Périer dal canto suo guarda al Simbolismo non come a un movimento, una scuola ma una disposizione del cuore incarnata da Rimbaud che in qualche modo va al di là della letteratura stessa. Egli è simbolista alla Mallarmé e modernista allo stesso tempo, unendo un lato ironico, senza mai concedersi alle mode del tempo. La sua poesia è la ricerca di un assoluto intimo. Interessante la corrispondenza con Jean Paulhan che si mostra esigente e non manca di ricordare al suo giovane discepolo che “cantare è anche una sorta di imbroglio” e che il soprannaturale “è terribilmente difficile”. La poesia di Périer è immensa nella sua semplicità che a tratti può sembrare banale e che forse è più da ascoltare che da decifrare. Certa poesia contemporanea rispetto a quella classica è l’esatto contrario dell’arte: la si vive non la si spiega.»
Odilon-Jean Périer è un poeta belga di espressione francese nato a Bruxelles il 9 marzo 1901 e scomparso prematuramente a soli 27 anni. Nel corso dei suoi studi fonda numerose riviste (che avranno tutte la vita breve di un solo numero): La Lyre du potache, Hermès e Le Cénacle. Nel 1918 scrive, sulla falsariga di Jules Renard, un Petit Éssai de psychologie végétale, oltre a una raccolta di poemi in versi liberi che intitola La Route de sable. Su ispirazione di autori come Apollinaire e Cendrars e del Cubismo nel 1920 scrive il lungo poema Le combat de la neige et du poète e una raccolta di poesie, La Vertu par le chant; l’anno seguente termina la sua collaborazione con La Patrie belge e inizia quella col Mercure de France e con Signaux de France et de Belgique. Nel corso degli anni collaborerà anche con La Reinaissance d’Occident e Le Disque vert, della quale è animatore Franz de Hellens al quale si lega, oltre che con il giovane Henri Michaux che ha passato l’infanzia nella sua stessa strada a Bruxelles.
Ilaria Guidantoni giornalista fiorentina, scrittrice e traduttrice, vive tra Firenze e la Toscana, Milano e Tunisi.
Si racconta come una mediterranea del nord che guarda al sud come l’altrove e nella vita racconta storia: le ascolta, le interpreta e le inventa. Viaggiare non è una passione ma uno stile di vita che inizia quando il dirimpettaio apre la porta e spalanca un mondo sullo stesso pianerottolo.
Si occupa di temi legati alla cultura del Mediterraneo soprattutto della sponda sud e del mondo arabo: dialogo tra le religioni, movimenti femminili e femministi, tradizioni e cibo; rilettura della storia e dei linguaggi mediterranei. Dopo gli studi classici, una laurea in Filosofia teoretica alla Cattolica di Milano e un Corso di Perfezionamento in Bioetica al Policlinico Gemelli di Roma (una tesi sul mito della Bellezza) si occupa per lungo tempo di relazioni istituzionali e progetti culturali.
Tra gli ultimi lavori la traduzione, per la prima volta in italiano, e cura del Pasolini d’Algeria, Jean Sénac. Ritratto incompiuto del padre (Oltre Edizioni, 2017) e della raccolta di poesie, lettere e scritti Jean Sénac Pour une terre possible (Oltre Edizioni, 2019); e la traduzione di Jean-Jacques Rousseau, Le fantasticherie di un viandante solitario (Ldm Press, 2022) Il 2 giugno del 2020 è uscito I giorni della peste 2.0 –riflessioni emozionali dal confinamento (Oltre Edizioni, 2020, solo in ebook, epub).