Obesità: secondo un nuovo studio, nei bambini il microbiota intestinale può aiutare a predire il futuro aumento del BMI
Nei bambini di 3,5 anni il microbiota intestinale e i rapporti tra le specie batteriche che lo compongono sono associati a un indice di massa corporea più elevato all’età di 5 anni e le variazioni del BMI tra i 2 e i 5 anni riflettono quelle osservate negli adulti con obesità, mentre non sono state rilevate interazioni con lo stato di nascita pretermine. È quanto mostrato da uno studio presentato all’European Congress on Obesity (ECO) 2023.
«I nostri risultati rivelano come uno squilibrio in gruppi batterici distinti possa svolgere un ruolo importante nello sviluppo dell’obesità» ha detto l’autore e relatore Gaël Toubon dell’Inserm (Institut national de la santé et de la recherche médicale) di Parigi, in Francia. «Abbiamo scoperto che alcune caratteristiche del microbiota a 3,5 anni erano associate all’indice di massa corporea (BMI) a 5 anni e alla sua velocità di progressione tra 2 e 5 anni».
«Il microbiota osservato in un fenotipo di obesità negli adulti è già presente nella prima infanzia, suggerendo che ne sia una causa, piuttosto che una conseguenza» ha aggiunto. «Le differenze nel microbiota si osservano prima dell’inizio dell’obesità conclamata e delle complicanze metaboliche. Sono necessari ulteriori studi nella popolazione pediatrica per comprendere meglio quando può avvenire lo switch a un microbiota che favorisce l’obesità, e quindi il momento giusto per gli eventuali interventi».
Analisi del collegamento tra microbiota e BMI
Lo studio si proponeva di valutare la relazione tra il microbiota intestinale dei bambini e l’aumento del BMI durante la crescita. «Il microbiota intestinale è un potenziale fattore critico della prima infanzia in grado di influenzare la salute a lungo termine, tuttavia la sua relazione con il cambiamento del BMI infantile non è chiara» ha fatto presente Toubon.
I ricercatori hanno coinvolto 143 bambini e altri 369 bambini di due coorti di nascita della popolazione generale, rispettivamente EPIPAGE2 (neonati pretermine nati con meno di 32 settimane di età gestazionale) ed ELFE (neonati nati oltre 33 settimane di età gestazionale), i cui campioni di feci erano stati raccolti all’età di 3,5 anni.
È stata effettuata la profilazione genetica del microbiota intestinale e sono state esplorate le associazioni con i punteggi z del BMI (misure del peso relativo aggiustate per età e sesso del bambino) all’età di 3,5 e 5 anni, nonché la variazione tra i 2 e i 5 anni.
Sono state valutate la diversità delle specie batteriche in generale e il rapporto tra le specie Firmicutes e Bacteroidetes dal momento che i soggetti con una maggiore prevalenza dei secondi tendono a essere più magri.
Sono stati apportati aggiustamenti per alcuni fattori confondenti come età e sesso del bambino, età gestazionale, modalità del parto, allattamento al seno, BMI o materno prima del concepimento e il paese di nascita. Gli autori hanno anche identificato specifici generi batterici e dedotto dei percorsi metabolici funzionali associati al cambiamento del punteggio z del BMI.
I rapporti tra le specie batteriche influenzano il BMI
Lo studio ha rilevato un’associazione positiva tra il rapporto tra Firmicutes e Bacteroidetes e un punteggio BMI-z più alto all’età di 5 anni. Inoltre a quell’età la presenza di alcuni generi era altamente predittiva del punteggio z del BMI e mostrava una relazione lineare secondo la quale una maggiore abbondanza dei gruppi Eubacterium hallii, Eubacterium ventriosum e Fusicatenibacter era associata a un punteggio z del BMI più alto, mentre una maggiore abbondanza di Eggerthella, Colidextribacter e Ruminococcaceae CAG-352 era associata a un punteggio z di BMI inferiore.
«Il motivo per cui questi batteri intestinali influenzano il peso è perché regolano la quantità di grasso che assorbiamo» ha osservato il relatore. «I bambini con un rapporto più elevato di Firmicutes rispetto a Bacteroidetes assorbiranno più calorie e avranno maggiori probabilità di aumentare di peso, come avviene anche nella popolazione adulta».
L’analisi della variazione dei punteggi BMI-z tra i 2 ei 5 anni di età ha mostrato che generi specifici erano associati a un aumento più rapido del punteggio BMI-z, mentre altri batteri erano più protettivi nei confronti di un aumento del punteggio BMI-z. In nessuna delle relazioni descritte è emersa un’interazione con lo stato di nascita pretermine.
«Abbiamo anche dimostrato che la biosintesi dell’ormone steroideo e le vie metaboliche del microbiota intestinale della biotina erano associate a un punteggio z di BMI inferiore all’età di 5 anni» ha concluso. «Questi risultati suggeriscono che non solo è importante quali batteri compongono il microbiota, ma anche come agiscono. Sono necessarie ulteriori ricerche per approfondire le specifiche specie batteriche che influenzano il rischio e la protezione».
Referenze
European Congress on Obesity (ECO) 2023: Abstract PO3.012.