Emicrania cronica: sollievo prolungato con eptinezumab


Emicrania cronica: l’uso a lungo termine di eptinezumab, ha portato a miglioramenti in termini di sintomi e di giorni di mal di testa

Emicrania cronica: l'uso a lungo termine di eptinezumab, ha portato a miglioramenti in termini di sintomi e di giorni di mal di testa

L’uso a lungo termine di eptinezumab, antagonista del peptide correlato al gene della calcitonina (CGRP), ha portato a miglioramenti in termini di sintomi e di giorni di mal di testa in pazienti con emicrania cronica e cefalea da uso eccessivo di farmaci, secondo un poster presentato ad Austin (Texas) nel corso dell’American Headache Society Annual Scientific Meeting.

I ricercatori hanno esaminato i dati nel contesto non solo dell’emicrania cronica ma anche dell’uso eccessivo di farmaci. Ciò che è stato scoperto è che nel tempo si vedono ancora miglioramenti che continuano in questa popolazione di pazienti.

Analisi dei dati dello studio PREVAIL
La presente valutazione ha incluso i dati dello studio di 2 anni PREVAIL di fase 3, a braccio singolo e in aperto, in cui i pazienti hanno ricevuto 300 mg di eptinezumab ogni 12 settimane per un massimo di 8 dosi. Dei 128 pazienti con emicrania cronica, 49 (38%) hanno avuto una diagnosi secondaria di cefalea da uso eccessivo di farmaci (età media, 41,8 anni; 82% donne).

Miglioramenti in termini di molteplici parametri e punteggi
La percentuale di pazienti con grave impatto correlato alla cefalea (punteggio totale HIT-6: 60) è diminuita dal 92% al basale al 27% alla settimana 84 e al 36% alla settimana 104. La disabilità grave correlata all’emicrania (punteggio totale MIDAS: 21) è stata identificata nell’86% dei pazienti al basale, ed è scesa all’8% alla settimana 72, al 16% alla settimana 84 e al 19% alla settimana 104.

Inoltre, il punteggio totale medio MIDAS è diminuito da grave disabilità al basale a disabilità minima alla settimana 84. Una riduzione dei giorni di cefalea di almeno il 50% è stata riportata dal 72,9% dei pazienti alla settimana 12 e dall’83,8% alla settimana 84.

Utilizzando la scala PGIC (Patient Global Assessment of Change), il 63% dei pazienti ha riportato uno stato di malattia “molto” o “davvero molto” migliorato alla settimana 4, con l’86% che lo ha riferito alle settimane 84 e 104.

La maggior parte dei sintomi fastidiosi dell’emicrania variavano da fotofobia e fonofobia alla nausea, dolore all’attività, vomito e annebbiamento mentale. Il miglioramento di questi sintomi è stato riportato dal 57% dei pazienti alla settimana 4, con aumento al 67% alla settimana 48.

Non solo è migliorato lo stato di malattia dei pazienti, ma hanno continuato a migliorare in relazione al loro sintomo più fastidioso, che di solito è ciò che influisce maggiormente sulla qualità di vita, hanno riportato i ricercatori.

«Stiamo vedendo ancora benefici con questo farmaco nel tempo» hanno aggiunto. «Stiamo ancora aiutando i pazienti a tornare alla normale funzione. Non sono più pazienti emicranici; sono pazienti che occasionalmente hanno disturbi di emicrania».

I punti chiave

  • I pazienti trattati con eptinezumab hanno avuto un miglioramento significativo in termini di giorni di emicrania al mese e della maggior parte dei sintomi fastidiosi.
  • Il miglioramento dello stato di malattia è continuato con il trattamento a lungo termine.

Fonte:
Blumenfeld A, et al. Long-term effectiveness of eptinezumab in treatment of patients with chronic migraine and medication-overuse headache. Poster presented at: American Headache Society Annual Scientific Meeting; June 15-18, 2023; Austin, Texas.