Assitol: il biodiesel può accelerare la decarbonizzazione


Assitol ricorda che il biodiesel può accelerare la decarbonizzazione. I produttori italiani puntano su tecnologie all’avanguardia, che utilizzano i rifiuti della lavorazione degli oli

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Il biodiesel può favorire in modo concreto la decarbonizzazione e sarebbe un grave errore escluderlo dalle fonti rinnovabili per l’automotive. A sottolineare il ruolo che questo biocarburante potrebbe assumere nella transizione ecologica è il Gruppo biodiesel di ASSITOL, che si appella al Governo italiano per annullare lo stop al biofuel deciso dalla UE.

“Le aziende del comparto sono sempre più attente alla sostenibilità, sia in termini di emissioni di CO2 sia in termini di approvvigionamento  – spiega Joern Schneider, Presidente del Gruppo – e, grazie all’evoluzione della ricerca, hanno già individuato le giuste soluzioni per approdare alla neutralità climatica”. Già oggi, rispetto al diesel tradizionale, un motore che utilizza biodiesel produce il 95% in meno di emissioni di CO2. Mentre in passato si privilegiava la materia prima di origine agricola, ora si produce soprattutto impiegando rifiuti, come ad esempio gli oli esausti di frittura ed  i grassi animali inutilizzabili in altri settori, o ancora da sottoprodotti, vale a dire da scarti della lavorazione di oli vegetali, e dal metanolo verde al posto di quello petrolifero.

“Questo cambiamento nella selezione delle materie prime ha consentito di ottenere un biocarburante praticamente neutro dal punto di vista climatico, conforme ai dettami della proposta UE – chiarisce Schneider – perché consente di abbattere le emissioni di CO2, evitando al tempo stesso di scontrarsi con l’annosa questione del ‘food vs fuel’,  e garantisce sostenibilità economica anche al consumatore finale. Sarebbe un grave errore per l’Europa rinunciare a questa grande opportunità e fermare di fatto l’impegno dei produttori italiani ed europeiche in questi anni hanno investito, creando benessere e occupazione”.

In sintesi, il biodiesel non richiede ulteriori investimenti in termini di infrastrutture di mezzi di trasporto perché esiste già da tempo sul mercato. Il settore italiano del biodiesel oggi conta su una capacità produttiva pari a 2.120.000 tonnellate. “Non poter contare su una fonte energetica avanzata già a nostra disposizione – ribadisce il Presidente degli imprenditori del settore – significherebbe indebolire il percorso verso la decarbonizzazione, non soltanto in Italia, ma nell’intera UE”.

Studi indipendenti hanno anche dimostrato come questo biocarburante determini un forte calo di altre emissioni dannose per la nostra salute, come lo zolfo e le polveri sottili, in particolare le famigerate PM10 e le PM2,5, che provocano l’inquinamento urbano e possono causare problemi all’organismo.

“Per l’insieme delle sue caratteristiche, il biodiesel rappresenta la fonte rinnovabile ideale per traghettare i trasporti verso un futuro finalmente green – conclude il Presidente Schneider – per questo chiediamo al Governo di non abbandonare la posizione già espressa in Europa e di impegnarsi affinché il biodiesel sia affiancato agli e-fuel nel percorso verso la neutralità climatica”.