Artrite reumatoide: una nuova analisi documenta la pari efficacia e sicurezza di golimumab associato o meno a metotressato
I risultati di un’analisi post-hoc dello studio osservazionale di fase IV AWARE, pubblicato sulla rivista BMC Rheumatology, hanno mostrato miglioramenti dell’attività di malattia paragonabili tra i pazienti con artrite reumatoide (AR) trattati con golimumab in associazione, o meno, con MTX. Tali risultati, pertanto, suggeriscono l’impiego del farmaco anti-TNF anche in monoterapia, in casi di intolleranza al trattamento con MTX.
Razionale e obiettivi dello studio
I farmaci biologici come gli inibitori del fattore di necrosi tumorale (TNFi), sono generalmente raccomandati per i pazienti con malattia attiva nonostante l’impiego di MTX o per i pazienti che presentano fattori prognostici sfavorevoli, ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio. I TNFi hanno dimostrato un’efficacia significativamente maggiore nel migliorare i segni e i sintomi dell’AR, la funzione fisica e la qualità di vita correlata alla salute, sia in monoterapia che in combinazione con MTX, rispetto al solo MTX. Inoltre, i TNFi possono offrire una maggiore protezione dal danno radiografico rispetto ad altri DMARDcs (per esempio leflunomide e sulfasalazina, oltre che MTX).
In alcuni pazienti, le tossicità significative attribuite al MTX, tra cui gli eventi avversi (AE) gastrointestinali, la diminuzione della conta delle cellule ematiche e le anomalie riscontrate ai test di funzionalità epatica, possono portare ad una scarsa aderenza al trattamento.
In uno studio condotto nella pratica clinica reale, circa un terzo dei pazienti con AR trattati con un TNFi ha subito una riduzione/interruzione della dose di MTX concomitante a causa di intolleranza o sviluppo di eventi avversi (AE) nel corso di un periodo di follow-up di 2 anni.
Golimumab è un TNFi approvato per il trattamento di pazienti adulti con AR in combinazione con MTX.
Nello studio prospettico osservazionale di fase 4 AWARE, erano state valutate la sicurezza e l’efficacia del trattamento in pazienti con AR nella pratica clinica reale. Circa il 40% dei pazienti di questo studio non aveva riferito l’impiego concomitante di MTX; pertanto, sono state intraprese analisi esplorative post hoc per valutare ulteriormente l’efficacia e la sicurezza di golimumab con e senza MTX concomitante nei pazienti con AR.
Disegno dello studio
I ricercatori hanno misurato l’efficacia del trattamento in base alla variazione media dei punteggi dell’indice di attività clinica della malattia (CDAI) a 6 e 12 mesi; la sicurezza d’impiego di golimumab. Invece, è stata monitorata per circa 1 anno. I pazienti inclusi nello studio avevano un punteggio medio CDAI al basale superiore a 22, indicativo di una maggiore attività della malattia.
L’endpoint primario era rappresentato dalla percentuale di pazienti con reazione all’infusione, mentre l’endpoint secondario comprendeva la variazione media del CDAI.
La popolazione dello studio era costituita da 685 pazienti: di questi, 420 (61%) erano stati sottoposti a trattamento con golimumab e MTX per via endovenosa durante lo studio, mentre 265 (39%) a trattamento con golimumab per via endovenosa da solo, dopo l’arruolamento. Il 63% dei pazienti trattati con golimumab e MTX e il 72% di quelli trattati con golimumab da spòp hanno interrotto la partecipazione allo studio.
L’impiego concomitante di MTX era definito dalla somministrazione di MTX in qualsiasi momento durante o dopo la settimana 0. Il dosaggio di golimumab impiegato nello studio è stato quello di 2 mg/kg infusi per un periodo di 30 minuti alle settimane 0 e 4, e successivamente ogni 8 settimane con MTX concomitante.
I pazienti in trattamento con golimumab più MTX rispetto al solo golimumab presentavano una durata media della malattia più breve (8,7 vs 10,0 anni).
Risultati principali
Nel complesso, i punteggi CDAI al basale con golimumab più MTX e golimumab senza MTX sono risultati comparabili (30,8±15,1 e 32,6±15,4). Inoltre, anche le variazioni rispetto al basale dei punteggi CDAI a 6 e 12 mesi sono risultate simili tra i due gruppi. Nello specifico, Il gruppo trattato con golimumab più MTX ha registrato una variazione di -10,2±14,2 e -10,8±13,8, rispettivamente. Il gruppo trattato solo con golimumab ha registrato una variazione di -9,6±12,9 e -9,9±13,1 a 6 e 12 mesi, rispettivamente.
Passando alla safety, il trattamento con golimumab più MTX è risultato associato ad una minore incidenza di reazioni all’infusione (2,1 per 100 anni-paziente [PY]; IC95%: 1,1-3,6 per 100/PY) rispetto a quanto osservato con golimumab da solo (5,1 PY; IC95%: 2,9-8,3 PY).
Le infezioni sono state l’evento avverso (AE) più comunemente riportato, mentre i motivi più comuni di interruzione del trattamento sono stati gli AE (9,3% per golimumab più MTX e 12,5% per golimumab da solo) e la mancanza di efficacia (27,1% per golimumab più MTX e 32,1% per golimumab da solo).
Limiti e implicazioni dello studio
Lo studio AWARE aveva dei limiti, tra cui il disegno in aperto, le analisi post hoc esplorative e l’impossibilità di confrontare la sicurezza e l’efficacia di golimumab con e senza MTX. Un’altra importante limitazione dello studio risiedeva nell’elevata percentuale di interruzione del trattamento riscontrata in entrambi i gruppi.
A questo riguardo, i ricercatori hanno spiegato che, “…i pazienti trattati con golimumab per via endovenosa in questo studio presentavano, in media, un’elevata attività di malattia e una notevole prevalenza di comorbidità, suggestivi di una condizione di malattia difficile da trattare”.
“I dati reali qui presentati – concludono – potranno essere di aiuto agli operatori sanitari e ai pazienti con AR nel prendere decisioni informate sul trattamento”.
Bibliografia
Broadwell A. et al. Effectiveness and safety of intravenous golimumab with and without concomitant methotrexate in patients with rheumatoid arthritis in the prospective, noninterventional AWARE study. BMC Rheumatol. Published online March 27, 2023. doi:10.1186/s41927-023-00329-8
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