Malattia infiammatoria cronica intestinale: le manifestazioni oculari sono frequenti e da non sottovalutare
Nella malattia infiammatoria cronica intestinale le manifestazioni oculari sono la terza manifestazione extraintestinale più frequente e possono provocare una significativa morbilità visiva che può anche portare alla cecità. Un approccio multidisciplinare è importante per ottenere una diagnosi precoce, prevenendo, trattando ed evitando sequele oculari sfavorevoli e irreversibili a lungo termine. Sono le conclusioni di una revisione della letteratura pubblicata sulla rivista Cureus.
La malattia infiammatoria cronica intestinale (IBD) è una patologia cronica legata al sistema immunitario, con una predilezione per il tratto gastrointestinale. Tuttavia un’ampia percentuale di pazienti presenta manifestazioni extraintestinali e in alcuni di essi viene interessato il sistema oculare. La presentazione clinica della patologia oculare è ampia e va dai casi asintomatici alla cecità, portando a un’elevata morbilità.
Il coinvolgimento oculare è del 12-35% nella colite ulcerosa e del 25-70% nella malattia. Tra il 6 e il 40% dei pazienti con IBD presenta due o più manifestazioni extraintestinali, che hanno un impatto negativo sulla qualità della vita e aumentano significativamente la morbilità. Nel 25% dei pazienti le manifestazioni extraintestinali si verificano prima della diagnosi di IBD, mentre nel restante 75% si verificano durante o dopo la diagnosi.
Le manifestazioni oculari sono la terza manifestazione extraintestinale più frequente, dopo l’interessamento articolare e mucocutaneo e la loro prevalenza varia a seconda della popolazione studiata e della presenza o assenza di sintomi. Possono essere secondari all’IBD di per sé, ai farmaci immunosoppressori o ad altri fattori come l’età e le comorbilità di ciascun paziente.
Obiettivo di questo studio era condurre una revisione della letteratura disponibile sul coinvolgimento oculare secondario all’IBD, dal momento che alcune di queste manifestazioni provocano una significativa morbilità visiva, che può anche portare alla cecità, hanno premesso gli autori.
L’approccio al coinvolgimento oftalmologico nelle IBD deve iniziare identificando tempestivamente le manifestazioni cliniche che portano a gravi patologie che richiedono una gestione tempestiva per evitare sequele. In generale, la valutazione di routine del coinvolgimento oftalmologico è raccomandata in tutti i pazienti, anche in assenza di sintomi. Inoltre tutti coloro che fanno un uso cronico di glucocorticoidi devono essere monitorati per il rischio di cataratta e glaucoma.
Manifestazioni oculari primarie
Episclerite
L’episclerite è l’infiammazione dell’episclera ed è la manifestazione oculare più frequente delle IBD. È un’entità direttamente correlata all’attività della malattia e ai suoi focolai acuti. Dovrebbe essere sospettata nei pazienti che presentano arrossamento acuto di uno o entrambi gli occhi, associato a lieve disagio oculare, irritazione o sensazione di bruciore. All’esame oftalmologico si presenta con chiazze sclerali rossastre con aree di sclera bianca tra i vasi episclerali dilatati. L’uso topico di fenilefrina provoca lo sbiancamento dei vasi episclerali nell’episclerite.
Il controllo della malattia sistemica è l’aspetto più importante del trattamento, tuttavia vengono utilizzati anche steroidi topici e impacchi freddi locali. Nei casi refrattari può essere utilizzato infliximab. I FANS devono essere usati con cautela perché possono peggiorare la malattia di base e piuttosto sono preferibili i COX2 inibitori.
Uveite
L’uveite corrisponde all’infiammazione acuta del tratto uveale o dello strato medio dell’occhio, che comprende l’iride, il corpo ciliare e la coroide. Viene classificata come anteriore quando colpisce la camera anteriore (irite, iridociclite, uveite anteriore), intermedia quando è coinvolto il vitreo (pars planite, uveite posteriore, vitrite) e posteriore quando colpisce la retina e la coroide (coroidite, retinite, coriorretinite, neuroretinite).
Nei pazienti con IBD il coinvolgimento dell’uveite è solitamente anteriore e non è associato all’attività del tratto gastrointestinale. Le manifestazioni cliniche tipiche dell’uveite anteriore sono fotofobia, dolore, arrossamento, diminuzione variabile dell’acuità visiva e lacrimazione. L’esame oftalmologico rivela iperemia ciliare, iperemia intorno alla cornea, miosi ed essudazione nella camera anteriore (fenomeno di Tyndall).
Il trattamento si basa sull’uso di corticosteroidi topici e cicloplegici. In caso di mancata risposta, la terapia può essere intensificata con steroidi sistemici, immunosoppressori o agenti anti-TNF. In generale la prognosi è favorevole, anche se possono verificarsi complicazioni come la formazione di aderenze intraoculari dovute a infiammazione cronica, che possono portare a glaucoma e sinechie intraoculari.
Sclerite
La sclerite è una grave condizione oculare caratterizzata dall’infiammazione dei vasi sanguigni profondi nella sclera. Si verifica in meno dell’1% dei casi e può portare a una perdita permanente della vista, quindi è importante identificarla e trattarla tempestivamente. I sintomi includono arrossamento oculare, sensibilità al tatto e dolore intenso.
Clinicamente si manifesta con chiazze rossastre o violacee su uno sfondo continuo di rossore sclerale non riducibile con l’applicazione di epinefrina topica. Questa condizione è potenzialmente pericolosa e può portare a distacchi di retina e infiammazione del nervo ottico. Deve pertanto essere gestita in modo aggressivo con steroidi sistemici, FANS e immunomodulatori per prevenire la perdita della vista e il paziente deve sempre essere indirizzato a un oftalmologo.
Manifestazioni oculari secondarie
In generale, le manifestazioni oculari che si verificano contemporaneamente ai focolai acuti di IBD rispondono alla gestione della malattia digestiva, anche se in alcuni casi i trattamenti come steroidi, terapia immunosoppressiva e anticolinergici possono avere effetti collaterali sul sistema oculare.
Gli steroidi sistemici sono associati a molteplici effetti collaterali e nel sistema oculare possono portare a cataratta sottocapsulare posteriore, soprattutto dopo un uso a lungo termine. I sintomi sono generalmente minimi e sono correlati all’aumento della pressione intraoculare (IOP), aumentando il rischio di glaucoma ad angolo aperto, più frequentemente associato all’uso di steroidi topici. La terapia immunosoppressiva può causare neurite ottica, oftalmoplegia e nistagmo, specialmente con l’uso di ciclosporina e metotrexato. Quest’ultimo può anche portare all’irritazione delle palpebre, della cornea e della congiuntiva.
In generale, la prognosi visiva nei pazienti con patologia oculare associata a IBD è favorevole, purché vengano effettuate diagnosi e trattamento tempestivi.
«L’IBD dovrebbe essere riconosciuta come una condizione che colpisce più organi e non limitata esclusivamente all’apparato digerente. Le manifestazioni oculari sono frequenti e possono essere la prima manifestazione di IBD, sottolineando l’importanza di condurre una valutazione completa di questi pazienti» hanno concluso gli autori. «Nei pazienti con una precedente diagnosi di IBD, la presenza di sintomi oculari come arrossamento oculare o altri segni deve essere considerata un segnale per valutare la presenza di oftalmopatia. Per prevenire danni irreversibili è fondamentale un approccio multidisciplinare che coinvolga medici generici, internisti, gastroenterologi e oftalmologi per condurre valutazioni oculari di routine».
Referenze
Vera EL et al. Ocular Manifestations of Inflammatory Bowel Disease. Cureus 15(6): e40299.