Per vendere l’agroalimentare negli Stati Uniti è bene puntare su catene di nicchia che rappresentano un minor numero di punti vendita: i consigli di ExportUSA
Le aziende italiane della tradizione agroalimentare che iniziano ad avvicinarsi al mercato statunitense devono affrontare il proprio posizionamento in maniera strategica.
Ecco i consigli di Muriel Nussbaumer, CEO di ExportUSA per posizionarsi, con successo, nei supermercati oltreoceano e vendere l’agroalimentare:
1 – Puntare sulla GDO indipendente: si tratta di catene che rappresentano un basso numero di punti vendita e che sono situate nelle aree geografiche con il maggior numero di “zip code” ad alto potere di acquisto. Negli USA – infatti – si valuta il potere di acquisto in base all’area e al codice postale di riferimento.
2 – Non farsi ingannare dai numeri: il fatto che una catena di supermercati rappresenti un basso numero di punti vendita non deve spaventare le aziende; nella maggior parte dei casi più piccola è la catena, più sarà semplice posizionarsi con un prezzo più alto. Inoltre, le piccole catene si distinguono per l’ampia offerta di prodotti di alta qualità e per un eccellente servizio clienti.
3 – Guardare a tutte quelle realtà che hanno una propria presenza in diverse aree geografiche degli Stati Uniti e che abbiano maturato una solida reputazione tra i consumatori, grazie anche alle numerose iniziative per promuovere uno shopping sostenibile e responsabile, che va a beneficio delle comunità locali.
4 – Guardare alla propria capacità produttiva: nella maggior parte dei casi, le aziende italiane che iniziano il proprio percorso negli Stati Uniti hanno una limitata capacità produttiva e non sono in grado di soddisfare la domanda dei grandi player americani. Questo è un motivo in più per guardare a realtà di nicchia e cominciare un percorso che, successivamente, potrà portarle a conquistare anche catene più grandi.