Ipercolesterolemia familiare omozigote: evinacumab più terapia standard aumenta la speranza di vita fino a 12 anni
In un articolo pubblicato online sull’”European Journal of Preventive Cardiology”, un gruppo di ricercatori stima che evinacumab-dgnb, inibitore della proteina 3 simile all’angiopoietina (ANGPTL3), aumenti l’aspettativa di vita di ulteriori 12 anni nei pazienti con ipercolesterolemia familiare omozigote (HoFH) già in terapia ipolipemizzante standard.
Più in dettaglio, l’aggiunta di evinacumab-dgnb in aggiunta alla terapia con statine ad alta intensità, l’inibizione di PCSK9 e l’ezetimibe potrebbe aumentare la sopravvivenza media nei pazienti con HoFH dall’età di 65 anni fino a 77 anni, secondo i dati presentati da Regeneron Pharmaceuticals.
Evinacumab è un anticorpo monoclonale umano IgG4 ricombinante mirato contro ANGPTL3. La famiglia di proteine ANGPTL svolge una serie di funzioni fisiologiche – incluso il coinvolgimento nella regolazione del metabolismo lipidico – che le hanno rese obiettivi terapeutici negli ultimi anni. È stato notato che le mutazioni con gli aumenti di funzione in ANGPTL3 sembrano essere associati al rischio cardiovascolare, e sono state queste osservazioni che hanno fornito un razionale per lo sviluppo di una terapia mirata contro ANGPTL3.
«Se la patologia non viene trattata, l’età media della morte può essere di soli 18 anni, con molti pazienti con HoFH che non dovrebbero arrivare alla terza decade. Le probabilità di sopravvivenza dipendono principalmente dal grado di controllo sierico delle LDL-C, ecco perché il trattamento per ridurre i livelli di LDL-C il più precocemente e aggressivamente possibile è fondamentale» scrivono Jing Gu, senior manager di Economia sanitaria e Ricerca sugli esiti presso Regeneron, e colleghi.
«A causa della rarità della HoFH, non è possibile determinare l’effetto delle terapie ipolipemizzanti sugli esiti di sopravvivenza attraverso studi clinici» specificano. «Nei casi in cui la prevalenza della malattia è bassa, vengono spesso intrapresi approcci di modellizzazione matematica per accertare l’impatto del trattamento sulla sopravvivenza».
«Pertanto, l’obiettivo primario di questa ricerca era quello di utilizzare un modello matematico per stimare il potenziale impatto di evinacumab-dgnb sull’aspettativa di vita in una popolazione con HoFH» chiariscono gli autori. Evinacumab-dgnb è attualmente approvato dalla FDA per il trattamento della HoFH nei bambini di 5 anni.
Modelli matematici per stimare l’impatto del farmaco sulla sopravvivenza
Per stimare l’impatto di evinacumab-dgnb sull’aspettativa di vita dei pazienti con HoFH, Gu e colleghi hanno sviluppato modelli utilizzando i dati dello studio di fase 3 ELIPSE HoFH oltre ai dati di efficacia peer-reviewed su altre terapie ipolipemizzanti standard di cura.
I ricercatori hanno confrontato la terapia con:
- statine ad alta intensità;
- statine ad alta intensità più ezetimibe;
- statine ad alta intensità più ezetimibe e inibizione di PCSK9;
- statine ad alta intensità più ezetimibe, inibizione di PCSK9 ed evinacumab-dgnb;
- strategie di non trattamento.
I risultati dello studio ELIPSE HoFH avevano mostrato – tra i pazienti trattati con evinacumab con HoFH rispetto al placebo, una riduzione di circa il 49% delle LDL, oltre a riduzioni dell’apolipoproteina B, del colesterolo non-HDL e del colesterolo totale. I ricercatori riferiscono che la sopravvivenza mediana complessiva tra i pazienti non trattati con HoFH corrispondeva a un’età compresa tra i 33 e i 43 anni, a seconda del valore basale delle LDL.
Nel modello più robusto, Gu e colleghi hanno stimato che la terapia con statine ad alta intensità aumentava la sopravvivenza di una mediana di 9 anni e l’aggiunta di ezetimibe di altri 9 anni. L’aggiunta dell’inibizione di PCSK9 determinava un ulteriore miglioramento dalla sopravvivenza mediana di 4 anni, secondo lo studio.
Inoltre, i ricercatori hanno stimato che l’aggiunta di evinacumab-dgnb in aggiunta alla terapia con statine ad alta intensità, ezetimibe e all’inibizione di PCSK9 aumentava la sopravvivenza mediana di altri 12 anni, pari a un’età compresa tra i 65 e i 77 anni.
Necessità di Registri HoFH ‘real life’
«Abbiamo stimato che l’aggiunta di evinacumab in aggiunta alle terapie ipolipemizzanti standard aumentasse sostanzialmente la sopravvivenza mediana dei pazienti con HoFH da 7 a 12 anni, a seconda delle ipotesi sui livelli basali di LDL-C e sull’ hazard ratio per la mortalità dovuta alla riduzione del colesterolo LDL» osservano Go e colleghi.
«Pertanto, la disponibilità di evinacumab ha notevolmente contribuito ad affrontare i bisogni insoddisfatti della popolazione con HoFH e ha migliorato la loro aspettativa di vita a un livello più vicino alla popolazione generale degli Stati Uniti» scrivono i ricercatori. «La ricerca futura dovrebbe concentrarsi sullo sviluppo di registri del mondo reale per i pazienti con HoFH per facilitare la conoscenza di questa malattia molto rara».
I messaggi chiave
- Un’analisi modellistica ha stimato che evinacumab più terapia standard ha aumentato la sopravvivenza nei pazienti con HoFH.
- L’aggiunta di evinacumab potrebbe aumentare l’aspettativa di vita fino a 12 anni in pazienti con HoFH.
- Si stima che evinacumab-dgnb aumenti l’aspettativa di vita di altri 12 anni nei pazienti con HoFH già in terapia ipolipemizzante standard.
Fonte:
Gu J, Kuznik A, Quon P, et al. Modelling the potential long-term survival benefit of evinacumab treatment versus standard of care in patients with homozygous familial hypercholesterolemia. Eur J Prev Cardiol. 2023 Jun 14. doi: 10.1093/eurjpc/zwad203. [Epub ahead of print] leggi