Il fumo accorcia i frammenti terminali dei cromosomi, chiamati telomeri, nei globuli bianchi del nostro sistema immunitario e così fa invecchiare più velocemente
Se, come diceva una famosa pubblicità del 1994, ‘Una telefonata allunga la vita’, fumare fa invecchiare più in fretta. Da uno studio guidato dall’università cinese di Hangzhou, realizzato su circa 500.000 persone e presentato al Congresso Internazionale della European respiratory society (Ers), in corso fino a domani al MiCo di Milano, emerge infatti che il fumo accorcia i frammenti terminali dei cromosomi nei globuli bianchi del nostro sistema immunitario. La lunghezza di questi frammenti terminali, chiamati ‘telomeri’, è un indicatore della velocità con cui invecchiamo e della capacità delle nostre cellule di ripararsi e rigenerarsi.
“Il nostro studio- ha dichiarato Siyu Dai, professoressa presso la scuola di Medicina Clinica dell’università di Hangzhou e ricercatrice post-dottorato onoraria nel dipartimento di pediatria all’università cinese di Hong Kong– mostra che l’abitudine al fumo e la quantità di sigarette possono provocare l’accorciamento della lunghezza dei telomeri dei leucociti, indicatore dell’autoriparazione, della rigenerazione e dell’invecchiamento dei tessuti. In altre parole, il fumo può accelerare il processo di invecchiamento, mentre smettere può diminuirne notevolmente il rischio”.
I TELOMERI COME LE GUAINE DEI LACCI DELLE SCARPE
I telomeri sono simili alle guaine di plastica o metallo che si trovano alle estremità dei lacci delle scarpe e che impediscono ai lacci di sfilacciarsi. Sono lunghezze di sequenze ripetitive di Dna che proteggono le estremità dei cromosomi. Ogni volta che una cellula si divide, i telomeri si accorciano leggermente, fino a diventare così corti che la cellula non riesce più a dividersi con successo e muore. Questo fa parte del processo di invecchiamento.
La lunghezza dei telomeri nei globuli bianchi, i leucociti, è stata precedentemente collegata al fumo, ma fino a ora erano state condotte poche ricerche per stabilire se lo stato di fumatore e la quantità di sigarette fumate causassero effettivamente l’accorciamento della lunghezza dei telomeri.
La dottoressa Dai e il suo collega dottor Feng Chen hanno analizzato i numeri della banca dati britannica Biobank e hanno esaminato se una persona fosse un fumatore attuale, un ex fumatore o non avesse mai fumato. I ricercatori si sono poi soffermati sul livello di dipendenza dal fumo, sul numero di ‘bionde’ accese e sulle informazioni relative alla lunghezza dei telomeri dei leucociti rilevate dagli esami del sangue.
“La nostra ricerca- ha concluso Siyu Dai- rappresenta una prova ulteriore che il fumo determina l’invecchiamento. Poiché smettere di fumare assicura evidenti benefici per la salute, è necessario creare un ambiente privo di fumo a vantaggio delle future generazioni“.