Neuromielite ottica: nuova analisi dei dati sulla risonanza magnetica (RM) tratti dallo studio clinico di Fase 3 promuove inebilizumab
Al 9° congresso dell’Accademia Europea di Neurologia è stata presentata nuova analisi dei dati sulla risonanza magnetica (RM) tratti dallo studio clinico di Fase 3 su inebilizumab, che dimostrano una riduzione della formazione di lesioni subcliniche (asintomatiche) della mielite traversa in pazienti affetti da neuromielite ottica (NMOSD).
Inebilizumab consiste in una terapia depletiva che ha come target linfociti B CD19+ approvata dalla Food and Drug Administration statunitense e dalla Commissione europea, e autorizzata al rimborso in Italia dall’AIFA a marzo 2023 per il trattamento della NMOSD in adulti sieropositivi all’immunoglobulina G anti-aquaporina-4 (AQP4-IgG+).
Lo studio registrativo N-MOmentum (NCT02200770) è anche la più ampia sperimentazione clinica di Fase 3 sulla NMOSD, nonché l’unica sperimentazione di Fase 3 che ha raccolto i dati RM che sono stati anche incorporati nei criteri di aggiudicazione degli attacchi. I risultati di questa analisi post-hoc dimostrano che inebilizumab ha ridotto efficacemente la formazione di lesioni RM subcliniche.
“Questa analisi offre nuove informazioni sulla rilevanza delle evidenze subcliniche della RM sul midollo spinale come potenziale segnale di attacchi futuri, aggiungendoli così alla crescente lista di strumenti a disposizione dei medici per monitorare meglio i loro pazienti”, ha affermato Friedemann Paul, autore dello studio e Group Leader del Clinical Neuroimmunology Department of NeuroCure Clinical Research Center presso il Charité di Berlino. “È incoraggiante vedere che inebilizumab ha ridotto la formazione di queste lesioni. Gli studi futuri sulle evidenze subcliniche chiariranno meglio la loro relazione con l’attivita` di malattia”.
Durante il trial clinico, le immagini RM sono state acquisite sul midollo spinale, sul nervo ottico ed encefalo per quantificare la frequenza, la prognosi e la risposta al trattamento con inebilizumab delle lesioni subcliniche. Le immagini sono state acquisite al momento dello screening, al termine del periodo controllato randomizzato (RCP) di 28 settimane, al momento di ciascun attacco e annualmente durante la porzione in aperto (OLP) dello studio. Alla fine del periodo controllato randomizzato (RCP) di 28 settimane, su 134 partecipanti dello studio pivotale con RM neuroassiale completa e nessun nuovo sintomo di NMOSD in 20 (15%) sono state riscontrate lesioni asintomatiche alla RM sul midollo spinale. Queste lesioni erano di lunghezza inferiore rispetto alle lesioni associate all’attacco e, soprattutto, erano meno frequenti tra i pazienti trattati con inebilizumab.
Le successive evidenze di RM hanno dimostrato che la formazione di queste lesioni si è ulteriormente ridotta nel tempo continuando il trattamento con inebilizumab. È interessante notare che queste evidenze hanno dimostrato che le lesioni subcliniche erano associate l’anno successivo ad attacchi nel dominio specifico.
“La prevenzione degli attacchi è una priorità nella gestione della NMOSD, in quanto anche un singolo attacco può causare problemi di mobilità e perdita della vista, fattori che compromettono la qualità della vita”, ha affermato Kristina Patterson, senior medical director, neuroimmunology medical affairs, Horizon. “Siamo lieti di vedere che i dati dello studio pivotale di Fase 3 a lungo termine dimostrano che inebilizumab ha ridotto efficacemente le lesioni subcliniche e gli attacchi di NMOSD, continuando ad offrire nuove conoscenze che contribuiscono a migliorare la comprensione della malattia e il livello di assistenza ai pazienti”.
Informazioni sui Disturbi dello Spettro della Neuromielite Ottica (NMOSD)
La NMOSD è un termine unificante per la neuromielite ottica (NMO) e le sindromi correlate. La NMOSD è una malattia autoimmune neuroinfiammatoria rara, grave e recidivante che attacca il nervo ottico, il midollo spinale, il cervello e il tronco encefalico. Circa l’80% di tutti i pazienti affetti da NMOSD risulta positivo agli anticorpi anti-AQP4.4 L’AQP4-IgG si lega principalmente agli astrociti nel sistema nervoso centrale e attiva una risposta immunitaria crescente che determina la formazione di lesioni e la morte degli astrociti.
Gli autoanticorpi anti-AQP4 sono prodotti dai plasmablasti e da alcune plasmacellule. Queste popolazioni di cellule B sono centrali nella patogenesi della NMOSD, e una grande proporzione di queste cellule esprime CD19.6 Si ritiene che la deplezione di queste cellule B CD19+ rimuova un importante fattore che contribuisce all’infiammazione, alla formazione delle lesioni e al danno degli astrociti. Dal punto di vista clinico, questo danno si presenta come un attacco NMOSD, che può interessare il nervo ottico, il midollo spinale e il cervello. Perdita della vista, paralisi, perdita di sensibilità, disfunzione vescicale e intestinale, dolore neuropatico e insufficienza respiratoria possono essere tutte manifestazioni della malattia. Ogni attacco NMOSD può portare a ulteriori danni cumulativi e disabilità. La NMOSD si verifica più comunemente nelle donne e può essere più comune nei soggetti di discendenza africana e asiatica.