Psoriasi a placche da moderata a grave: tildrakizumab ha migliorato significativamente il benessere fino a livelli simili a quelli della popolazione generale
Negli adulti affetti da psoriasi a placche da moderata a grave, il trattamento con tildrakizumab ha migliorato significativamente il benessere fino a livelli simili a quelli della popolazione generale dopo 16 settimane, uno stato che si è mantenuto fino alla settimana 28. I primi risultati dello studio POSITIVE sono stati presentati sotto forma di poster al World Congress of Dermatology (WDC) 2023.
L’analisi preliminare ha anche mostrato che tildrakizumab ha migliorato significativamente i sintomi cutanei e la qualità della vita correlata alla salute (HRQoL) dei pazienti, con alti tassi di soddisfazione per il trattamento dopo 28 settimane in un contesto reale e un profilo di sicurezza coerente con gli studi clinici randomizzati. Inoltre, per la prima volta ha rilevato che il livello basale di benessere dei soggetti con psoriasi a placche da moderata a grave era paragonabile al quello riscontrato in altre malattie, come nel caso del cancro al seno.
La psoriasi, che colpisce circa 60 milioni di persone in tutto il mondo, ha un profondo impatto sia fisico che psicologico. Quasi il 77% dei pazienti ritiene che la malattia influisca negativamente sullo svolgimento delle normali attività quotidiane (vita personale, sociale e lavorativa) e sul benessere, sia del malato che della famiglia, oltre che sulla soddisfazione del medico.
Benessere come nuovo parametro per la valutazione olistica della psoriasi
Lo studio in corso POSITIVE, non interventistico, prospettico, osservazionale e basato su evidenze del mondo reale, ha arruolato circa 780 adulti con psoriasi da moderata a grave in più siti in Europa, tra cui Austria, Belgio, Francia, Germania, Italia, Spagna, Svizzera, Paesi Bassi e Regno Unito. I pazienti sono trattamento con tildrakizumab e verranno seguiti per 24 mesi.
Si tratta del primo studio clinico in dermatologia ad aver valutato il benessere dei pazienti come endpoint primario tramite il 5-item World Health Organization Wellbeing Index (OMS-5), un questionario ampiamente utilizzato che valuta il benessere psicologico soggettivo correlato alla salute in una varietà di malattie croniche.
In aggiunta alla considerazione della gravità della malattia, è importante che la psoriasi venga affrontata con un approccio olistico e centrato sulla persona, con una valutazione del benessere che finora non è stato misurato in un solido studio prospettico. In linea con questo intento, lo studio utilizzerà anche endpoint secondari innovativi come il questionario FamilyPso relativo all’impatto della malattia sull’ambiente familiare e il Physician’s Satisfaction Questionnaire relativo alla soddisfazione del medico, oltre a DLQI-R (qualità della vita aggiustata per le segnalazioni di impatto non rilevante della terapia), TSQM-9 (soddisfazione per il trattamento), PBI-S-10 (benefici correlati alla terapia), WPAI:PSO (compromissione dell’attività lavorativa), HRQoL (qualità di vita correlata alla salute) e punteggio PASI assoluto.
I risultati potrebbero potenzialmente essere aggiunti agli attuali metodi di valutazione della psoriasi e fornire ai dermatologi nuovi strumenti per migliorare il benessere dei loro assistiti, migliorando le relazioni paziente-clinico.
«Siamo entusiasti dei risultati promettenti dello studio POSITIVE, in quanto sottolineano l’importanza di incorporare il benessere negli studi clinici. Avere un approccio olistico e incentrato sul paziente consente di ottenere più dati sull’impatto dei trattamenti sulle persone che convivono con la malattia e quindi è importante per migliorare la salute e la qualità della vita» ha affermato Frida Dunger Johnsson, direttore esecutivo dell’International Federation of Psoriasis Associations (IFPA).