Trattamento delle infezioni nel post-trapianto: sono positivi i dati di uno studio sul farmaco posoleucel, attualmente in fase di sperimentazione clinica
Adenovirus, BK virus, citomegalovirus, virus di Epstein-Barr, herpes virus umano 6 e virus JC: si tratta di 6 infezioni estremamente comuni, che però possono rappresentare un fattore di rischio estremamente alto per i pazienti che hanno subito un trapianto, di organo solido o di cellule ematopoietiche. Questo dipende dalla necessità di immunosoppressione legata al trapianto: per evitare il rigetto i pazienti sottoposti all’intervento devono ‘rinunciare’ all’efficienza del proprio sistema immunitario. Il che li espone a rischi legati ad infezioni comuni, che in persone sane non comporterebbero pericoli, ma che per i trapiantati rappresentano invece la principale causa di morbilità e mortalità.
Attualmente le terapie antivirali adeguate al trattamento dei pazienti che hanno ottenuto un trapianto sono limitate, quindi si guarda con interesse alle terapie specifiche attualmente in fase di sviluppo o sperimentazione clinica, come nel caso del posoleucel, una terapia a base di cellule T multi-virus-specifiche, allogeniche e pronte all’uso, destinate al trattamento di malattie provocate da infezioni virali in pazienti immunocompromessi, compresi pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali ematopoietiche (HSCT) o di organi solidi, o pazienti con immunodeficienze primitive, tumori o infezione da HIV. Il farmaco, che nel 2020 aveva ottenuto la designazione PRIME dall’EMA (Agenzia Europea per i Medicinali) è potenzialmente in grado di contrastare o prevenire una serie di patologie virali gravi in pazienti immunocompromessi. In un recente studio clinico di Fase II, posoleucel ha ottenuti risultati positivi nel trattamento dell’infezione da BK virus in pazienti sottoposti a trapianto renale.
Ricordiamo che il trapianto di rene rappresenta il circa 50% del totale dei trapianti di organi solidi eseguiti in Italia, che nella quasi totalità dei casi interessano pazienti adulti. Le patologie che più frequentemente causano insufficienza renale nei pazienti adulti sono le nefropatie glomerulari (40,1%), seguite da nefropatie cistiche (18,8%), altre patologie renali (11%), nefrosclerosi ipertensiva (8,7%), nefropatia diabetica (7,6%) e nefropatie tubulari e interstiziali (7,1%).
Più in generale in Italia, dal 2002 al 2019, hanno ottenuto un trapianto di cuore, polmone, fegato o rene 49.400 pazienti. I trapianti di cuore sono stati il 9,9%, i trapianti di polmone il 3,9%, fegato 34,8% e il 52,4% sono stati trapianti di rene. A causare la necessità del trapianto sono state 128 patologie, di cui ben 117 erano malattie rare (in più del 91% dei casi). Il 5,6% dei trapianti ha riguardato i più piccoli: dal 2002 al 2019 sono stati 2.294 i bimbi che hanno ottenuto un nuovo cuore, polmone, fegato o rene. Nel 92,7% dei casi si è trattato di piccoli con malattia rara, che in più della metà dei casi era una malattia monogenica (inclusa quindi la fibrosi cistica). Nei pazienti pediatrici gli organi più frequentemente trapiantati sono stati fegato, reni e cuore.