Ok definitivo al testo di Disciplinare del Vino Nobile di Montepulciano “Pieve”, la nuova tipologia della prima Docg d’Italia in commercio dal 1 gennaio 2025 con l’annata 2021
“Un’operazione di grande visione che rende merito al lavoro lungo e attento compiuto al Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, di cui la Regione Toscana non può che essere orgogliosa e grata”.
Così la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi commenta la notizia dell’ok definitivo al testo di Disciplinare del Vino Nobile di Montepulciano “Pieve”, la nuova tipologia della prima Docg d’Italia che sarà in commercio dal 1 gennaio 2025 con l’annata 2021.
“La vitivinicoltura è il settore agricolo che più di ogni altro ha fatto proprio il concetto di terroir – prosegue Saccardi – Quanto realizzato dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano va nella direzione che anche la Regione sta promuovendo, valorizzare il tema del marketing e dell’innovazione che rappresentano davvero un pilastro nella politica del settore e che consideriamo una strada maestra per far crescere in valore i vini di territorio, portatori di elementi positivi come tradizione, storia, coerenza stilistica, legame con un luogo specifico, eccellenza sensoriale e sostenibilità”.
Già nel 2019 la Regione aveva dato il via libera alla modifica del disciplinare del Vino Nobile, Rosso e Vinsanto di Montepulciano riguardo alla dicitura da utilizzare in etichetta, con il termine “Toscana” da aggiungersi alla denominazione: “Vino Nobile di Montepulciano. Denominazione di origine controllata e garantita Toscana, proprio per consentire di aumentare la tutela nei confronti del consumatore finale e permettere al Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano di intensificare l’attività di promozione del territorio per una migliore e più puntuale comunicazione.
Adesso, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e quindi l’iscrizione presso il Registro delle Denominazioni Europee, il progetto di questa nuova tipologia sarà a tutti gli effetti operativo con una prima annata che avrà circa 300 mila bottiglie, mentre già per la 2022 sono oltre 700 mila le bottiglie in cantina (pari a circa il 10% della produzione totale di Vino Nobile di Montepulciano).
“Un risultato – ha detto Andrea Rossi, presidente del Consorzio Vino Nobile – che abbiamo atteso e che anche grazie al fondamentale supporto della Regione Toscana, insieme a quello del Ministero dell’agricoltura e del Comitato Nazionale Vini, é arrivato a completare quello che é un progetto di filiera da un lato, dall’altro un suggello in etichetta alla menzione Toscana. Con Pieve, qualità, storia, territorialità e unicità si rafforzano creando un nuovo importante strumento di promozione di Montepulciano e della Toscana nel mondo”.
“E’ stato nel 2020, in piena pandemia, che abbiamo iniziato a pensare a questo progetto – spiega Luca Tiberini, vicepresidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano – , Volevamo trovare una chiave che legasse ancora di più il Nobile di Montepulciano al suo territorio e alla sua storia. Abbiamo studiato e approfondito i documenti nelle biblioteche e archivi storici, fino ad arrivare al Catasto Leopoldino. Lo studio storico della geologia e della geografia del territorio ha portato alla individuazione di 12 zone, definite nel disciplinare di produzione Uga (Unità geografiche aggiuntive), che saranno anteposte con la menzione “Pieve” in etichetta. Questo aspetto rappresenta l’identità del Vino Nobile di Montepulciano che guarda appunto al passato”.
La scelta di utilizzare i toponimi territoriali riferibili a quelli delle antiche Pievi in cui era suddiviso il territorio già dall’epoca tardo romana e longobarda, spiegano dal Consorzio, nasce da un approfondimento di tipo storico, paesaggistico e produttivo vitivinicolo. In particolare la volontà del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano è quella di ribadire e codificare una realtà fisica con antica radice storica, che ha caratterizzato il territorio poliziano fino all’epoca moderna e che trova la sua eco anche nel catasto Leopoldino dei primi decenni del XIX secolo, che suddivideva il territorio in sottozone definite con il toponimo.
Le caratteristiche del nuovo disciplinare
Un vino che avrà come caratteristiche il territorio (appunto con le sottozone), con un massimo di 70 quintali per ettaro, l’uvaggio che sarà legato al Sangiovese (85%) e ai soli vitigni autoctoni complementari ammessi dal disciplinare con uve esclusivamente prodotte dall’azienda imbottigliatrice e provenienti da vigneti di almeno 15 anni di vita. Tre anni di maturazione (obbligatori 12 mesi in legno e 12 in bottiglia). L’idea di far nascere il Vino Nobile di Montepulciano menzione “Pieve” (oltre al disciplinare che prevede Vino Nobile di Montepulciano e Vino Nobile di Montepulciano Riserva), nasce da un percorso metodologico che ha visto il consenso e la partecipazione di tutte le aziende produttrici. Un percorso di studio all’interno della denominazione stessa, che grazie a momenti di incontro, confronto e di analisi collettiva, ha portato alla nascita di una “visione” univoca di Vino Nobile di Montepulciano.