‘L’ultima volta che siamo stati bambini’, il film che vede il debutto alla regia di Claudio Bisio, arriva nelle sale il 12 ottobre con Medusa Film a 80 anni dal rastrellamento del Ghetto di Roma
A 80 anni dal rastrellamento del Ghetto di Roma, il 12 ottobre con Medusa Film arriva al cinema – in 350 copie – ‘L’ultima volta che siamo stati bambini’, il film di debutto di Claudio Bisio.
Roma, 1943. C’è la Seconda Guerra Mondiale. Riccardo, Italo, Cosimo e Wanda immaginano, sognano e giocano a fare la guerra. Riccardo è ebreo, vive con i genitori che possiedono una merceria. Cosimo vive con il nonno, aspetta il padre che è in guerra. Italo è un figlio di un federale fascista (Bisio), sogna una medaglia al valore come quella di suo fratello e cerca in tutti i modi l’approvazione del padre. E, infine, Wanda, vive in orfanotrofio e sogna di fare l’infermiera. Sono diversi ma non lo sanno e tra loro nasce “la più grande amicizia del mondo”, impermeabile alle divisioni della Storia che insanguina l’Europa. Ma nella spensieratezza di quei quattro amici – legati da un ‘patto di sputo’ e non di sangue per paura di tagliarsi – irrompono i fascisti per rastrellare il Ghetto di Roma. Così Wanda, Italo e Cosimo partono con zaino in spalla e una gallina come mascotte per liberare il loro amico Riccardo.
I tre bambini non sono del tutto soli, due adulti partono a cercarli per riportarli a casa: Agnese (Marianna Fontana), suora dell’orfanotrofio in cui vive Wanda, e Vittorio, fratello di Italo (Federico Cesari). Lei cristianamente odia la violenza e lui è un eroe di guerra fascista: sono diversi e, al contrario dei bambini, lo sanno benissimo. Infatti litigano tutto il tempo. Il doppio viaggio dei bambini e degli adulti nell’Italia lacerata dalla guerra sarà gioco e terrore, poesia fanciullesca e privazioni, scoperta della vita e rischi di morte: un’esperienza capace di imprimere il suo sigillo su tutti i personaggi coinvolti, cambiando la coscienza dei singoli e le loro relazioni. Fino al sorprendente, ma in fondo purtroppo logico, finale.
“Non pensavo subito alla regia, ma alla fine hanno pensato a me ed io ho accettato”, ha detto Bisio in conferenza. “Prima delle riprese abbiamo passato una settimana in un agriturismo in Toscana tra gioco e lavoro. Cosa rara ritrovarsi prima del set”, ha raccontato il regista e attore, che ha concluso: “Questo è il film che volevo realizzare, la difficoltà più grande è stata quella di raccontare una storia di fantasia immersa nella realtà della Shoah. ‘L’ultima volta che siamo stati bambini’ non servirà a fermare una guerra, ma a riflettere sugli orrori del passato e del presente”.
Presente alla conferenza Antonella Di Castro, vicepresidente e assessore alla cultura della Comunità Ebraica di Roma, che ha letto un messaggio dalla senatrice Liliana Segre per Bisio: “Ho apprezzato il film perché hai saputo rendere la freschezza e l’innocenza dei bambini con sensibilità, tanto da offuscare la tragedia che c’è sullo sfondo”.
Per Di Castro questo è un film che “fa accostare i giovani all’orrore che c’è stato e mostrargli che quello che è accaduto non accada mai più. È necessario vedere il mondo attraverso il cuore dei giovani e che si accolga il prossimo con un abbraccio, come un’opportunità e non come una differenza”. ‘L’ultima volta che siamo stati bambini’ girerà per le scuole di Roma e del Lazio. “Abbiamo organizzato un programma per le scuole per dare il contributo alla memoria e offrire ai giovani uno spunto di riflessione“, ha annunciato Giampaolo Letta, ad Medusa Film.
Il film, tratto dall’omonimo libro di Fabio Bartolomei (edito da e/o) e con protagonisti Alessio Di Domenicantonio, Vincenzo Sebastiani, Carlotta De Leonardis, Lorenzo McGovern Zaini, Marianna Fontana, Federico Cesari, Claudio Bisio e Antonello Fassari, è una coproduzione Solea e Bartlebyfilm, in associazione con Medusa Film e in collaborazione con Prime Video, prodotto da Sandra Bonzi, Claudio Bisio, Massimo Di Rocco e Luigi Napoleone. Le edizioni musicali sono a cura di Edizioni Curci – Bartlebyfilm.