Nei pazienti con diabete di tipo 2 e fibrosi epatica dovuta a steatoepatite non alcolica, una terapia sperimentale è stata in grado di ridurre il grasso epatico fino al 65%
Nei pazienti con diabete di tipo 2 e fibrosi epatica dovuta a steatoepatite non alcolica in trattamento con un GLP-1 agonista, una terapia sperimentale è stata in grado di ridurre il grasso epatico fino al 65%, secondo i risultati di uno studio di dase II comunicati dalla compagnia biotech di San Francisco Akero Therapeutics, che sta sviluppando il prodotto.
La steatoepatite non alcolica (NASH) è una forma grave di NAFLD (malattia del fegato grasso non alcolico) che si stima colpisca 17 milioni di statunitensi. È caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso nel fegato che provoca stress e lesioni alle cellule epatiche, portando a infiammazione e fibrosi, che possono progredire in cirrosi, insufficienza epatica, cancro e infine portare al decesso. Per questa condizione, che è la causa in più rapida crescita di trapianti di fegato e cancro al fegato negli Stati Uniti e in Europa, non ci sono trattamenti approvati.
Efruxifermin, noto in precedenza come AKR-001, è progettato per ridurre il grasso e l’infiammazione del fegato, invertire la fibrosi, aumentare la sensibilità all’insulina e migliorare il profilo lipidico. Questo approccio olistico mira ad affrontare nel complesso stato patologico multisistemico della NASH, compresi i miglioramenti nei fattori di rischio delle lipoproteine legati alle malattie cardiovascolari, la principale causa di morte nei pazienti affetti dalla malattia.
Il farmaco imita il profilo di attività biologica dell’FGF21 (Fibroblast growth factor 21) nativo, con somministrazione settimanale. Attualmente è in fase di valutazione negli studi di fase IIb HARMONY e SYMMETRY in corso come potenziale terapia per i pazienti con diabete dovuto a NASH e già in trattamento con un antidiabetico, per capire se i farmaci combinati comportano un beneficio aggiuntivo.
Vantaggio sostanziale rispetto alla sola terapia con antidiabetico
L’obiettivo principale dello studio di fase IIb SYMMETRY della durata di 12 settimane era valutare la sicurezza e la tollerabilità di efruxifermin rispetto a placebo quando aggiunto al trattamento con un GLP-1 agonista in pazienti con diabete di tipo 2 e fibrosi epatica F1-F3 dovuta a NASH.
In una coorte di espansione dello studio, nota come Coorte D (N=31), i pazienti trattati con efruxifermin per 12 settimane in combinazione con un GLP-1 agonista hanno ottenuto una riduzione relativa del 65% del grasso epatico, rispetto a una riduzione del 10% con il solo antidiabetico.
Il livello assoluto di grasso epatico si è normalizzato fino a non superare il 5% nell’88% dei soggetti sottoposti alla terapia combinata rispetto al 10% di quelli gestiti con il solo GLP-1 agonista.
I partecipanti trattati con efruxifermin hanno anche ottenuto miglioramenti significativi degli enzimi epatici e dei marcatori non invasivi di fibrosi, controllo glicemico e lipidi.
La terapia sperimentale è stata generalmente ben tollerata, con risultati comparabili con il placebo e un profilo complessivo simile a quello osservato nei precedenti trial BALANCED e HARMONY. Gli eventi avversi più frequenti per i pazienti in trattamento attivo sono stati eventi gastrointestinali di grado 1 o 2 (diarrea, nausea e aumento dell’appetito). Un paziente ha interrotto la terapia per via dellanausea e un altro dopo aver ritirato il consenso. Non si sono verificati eventi avversi gravi correlati al farmaco.
«Una quota sostanziale dei pazienti con NASH sono obesi e hanno il diabete di tipo 2 e l’utilizzo delle terapie GLP-1 per il trattamento di queste comorbidità sottostanti è in rapido aumento» ha affermato il ricercatore principale dello studio SYMMETRY Stephen Harrison, presidente e fondatore di Pinnacle Clinical Research. «È quindi molto incoraggiante che i risultati della coorte D non solo abbiano mostrato che efruxifermin combinato con un GLP-1 agonista è sembrato adeguatamente tollerato, ma anche che la combinazione ha offerto un vantaggio sostanziale rispetto alla sola terapia con l’antidiabetico sulla base di molteplici endpoint chiave della NASH».
«La steatosi epatica era ancora presente nei pazienti in terapia con GLP-1 agonisti, circa due terzi dei quali erano in trattamento da oltre un anno, e l’88% dei pazienti ha risolto completamente la steatosi epatica quando è stato aggiunto il nuovo farmaco» ha aggiunto.
Potenzialità come trattamento di combinazione e come monoterapia
Con il supporto ulteriore di questo set di dati più recente, la compagnia ritiene che riteniamo che efruxifermin abbia il potenziale per svolgere un ruolo importante nel trattamento dei pazienti con NASH che stanno ricevendo la terapia con GLP-1 agonisti, oltre a poter rappresentare una monoterapia fondamentale per i pazienti con NASH.
Entro la fine del 2023 è previsto l’avvio di due trial di fase III, chiamati SYNCHRONY.