Dopo l’ultimatum i civili fuggono da Gaza: la Croce Rossa si dice “sconcertata”. Le famiglie si stanno spostando a piedi, in automobile o con altri mezzi di fortuna
La stampa internazionale fa sapere che è iniziata la fuga di palestinesi dal nord verso il sud della Striscia, oltre il fiume Wadi Gaza, che taglia in due l’enclave. Le famiglie si stanno spostando sia a piedi che in automobile o altri mezzi di fortuna. Gli spostamenti seguono l’ultimatum di 24 ore che le autorità israeliane hanno diffuso nella serata di ieri al milione e centomila persone che risiedono nel nord della Striscia via Sms, affinché lascino la regione, prima di un attacco di terra.
Il Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr) fa sapere di non avere le capacità di assistere un così alto numero di sfollati, neanche unendo le forze con altre organizzazioni umanitarie. “Con un assedio militare in atto, le organizzazioni umanitarie, compreso il Cicr, non saranno in grado di assistere uno sfollamento così massiccio di persone a Gaza“, si legge in una nota.
“I bisogni sono sconcertanti e le organizzazioni umanitarie devono essere in grado di aumentare le operazioni di aiuto” si legge ancora. Da giorni si susseguono appelli affinché Tel Aviv permetta, di comune accordo con Hamas, l’apertura di corridoi sicuri per l’ingresso di beni di prima necessità e per il transito di operatori, feriti e sfollati.
Al Jazeera riferisce che gli ospedali stanno rapidamente terminando farmaci e altro materiale medico-sanitario, mentre il taglio alle forniture energetiche lascia al buio incubatrici e sale operatorie, mentre i morti sono così numerosi che le camere mortuarie sono sature, e molti cadaveri giacciono fuori degli ospedali. La Gaza Civil Defence – la protezione civile di Gaza – avverte che serve altro tempo, perché non sono terminate le operazioni di soccorso per estrarre potenziali sopravvissuti da sotto le macerie degli edifici abbattuti dall’aviazione militare israeliana.
Philippe Lazzarini, commissario generale dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi e in medio oriente (Unrwa) ha avvertito che Gaza “sta diventando un buco nero: è sull’orlo del collasso totale”. Quindi ha fatto appello a entrambe le parti a “garantire l’accesso umanitario immediato e incondizionato ai civili”. Mentre Israele non ferma i raid su Gaza, neanche il gruppo Hamas ha interrotto gli attacchi: sono suonate anche a Tel Aviv le sirene d’allarme mentre missili hanno raggiunto il nord dello Stato ebraico. Un fatto che secondo gli analisti citati dal Times of Israel, rappresenta “un inedito” che dimostra “l’aumento” delle capacità militari del gruppo. I sistemi antimissilistici israeliani però starebbero funzionando, e al momento non si registrerebbero nuove vittime.