Attacco in un liceo in Francia, insegnante ucciso al grido di “Allah Akbar”. Macron sul posto: è successo ad Arras, città che ospita una numerosa comunità di persone di religione ebraica e musulmana
È stato ucciso con un attacco all’arma bianca Dominique Bernard, insegnante di liceo ‘Gambetta’ ad Arras, città nel nord-est della Francia nella regione di Pas-de-Calais. Sul posto è arrivato il presidente Emmanuel Macron, che si è recato nell’istituto scolastico per incontrare il corpo docente.
La polizia fa sapere che il sospetto omicida è Mohammed Mogouchkov, un uomo di 20 anni origini cecene, ex studente dell’istituto. Il ventenne sarebbe entrato al grido di “Allah Akbar” e nell’aggressione avrebbe ferito anche altri due adulti: un agente di guardia all’ingresso e un altro insegnante, che sono stati ricoverati e non risultano in pericolo di vita.
La procura per l’anti-terrorismo ha aperto un’indagine e ora sta indagando sull’azione, valutando una possibile radicalizzazione di Mogouchkov. L’uomo è stato comunque arrestato. La città di Arras ospita una numerosa comunità di persone di religione ebraica e musulmana e pertanto ha spinto le autorità a far scattare la massima allerta nei servizi di sicurezza, in risposta alla guerra scoppiata sabato scorso tra Israele e Hamas.
Per la Francia non si tratta del primo attacco compiuto da fanatici islamici, tra cui quello in cui è rimasto ucciso l’insegnante di storia Samuel Paty, di cui ricorre il terzo anniversario lunedì. Per questo proprio ieri, il presidente Macron aveva chiesto ai cittadini di “non portare qui quello che sta accadendo a Gaza”. In Francia, uno dei Paesi europei in testa per numero di cittadini di origine araba, la tensione era salita già ieri in seguito all’ordine che il ministro dell’Interno Gerald Darmanin ha inviato a tutti prefetti, affinché vietino cortei o altre iniziative pubbliche in favore dei palestinesi per “evitare disordini”. “La causa palestinese è rispettabile, inoltre la Francia sostiene la soluzione dei due Stati– ha detto il ministro- ma se si tratta di cortei a sostegno di Hamas o di ciò che certi palestinesi hanno fatto contro Israele, allora no”. Demarnin ha inoltre dichiarato che le persone straniere che verranno ritenute responsabili di apologia di terrorismo o atti di antisemitismo subiranno il ritiro immediato del permesso di soggiorno