Dalla mortadella al peperoncino, al Villaggio Coldiretti a Roma il primo salone dei giganti del Made in Italy con le specialità XXL da tutta Italia
Per festeggiare i primati dell’agricoltura italiana che è leader mondiale per qualità e sicurezza apre il primo salone dei giganti del Made in Italy, dalla mortadella lunga due metri per 120 chili di peso al maxi provolone da un quintale, dai 10 metri di treccia di mozzarella pugliese e altrettanti di Aglio rosso di Sulmona al pane di Altamura lungo tre metri per 150 chili di peso dai 5 metri di corda di salsicce di Norcia alla Finocchiona di 1,2 metri fino al record della collana di peperoncino Diavolicchio di diamante ecotipo calabrese da 530 metri. Sono solo alcuni dei “colossi del gusto” che la Coldiretti schiera alla vigilia della Giornata mondiale dell’alimentazione a sostegno della candidatura italiana a patrimonio dell’Unesco nell’ultima giornata del Villaggio contadino al Circo Massimo con il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e il Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida.
La cucina italiana – ricorda Coldiretti – è leader mondiale potendo contare sull’agricoltura più green d’Europa di 5547 specialità sono ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni censite dalle Regioni, 320 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, la leadership nel biologico con circa 86mila aziende agricole biologiche, 25mila agriturismi che conservano da generazioni i segreti della cucina contadina, 10mila agricoltori in vendita diretta con Campagna Amica.
Dai cuochi ai ristoratori, dai contadini agli artigiani, dai negozianti ai tecnici di sicurezza alimentare, dagli addetti della logistica ai sommelier la candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’Unesco tutela 4 milioni di lavoratori occupati in una filiera nazionale del cibo che vale ben 580 miliardi di euro, un quarto del Pil. Il Made in Italy a tavola – sottolinea Coldiretti – coinvolge dal campo al piatto 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio. Una rete diffusa lungo tutto il territorio che – spiega la Coldiretti – viene quotidianamente rifornisce i consumatori italiani e stranieri in ogni parte del pianeta. Non a caso con un balzo del +9% è record storico per le esportazioni alimentari Made in Italy nel 2023 secondo l’analisi della Coldiretti sui dati Istat sul commercio estero relativi ai primi quattro mesi dell’anno che vedono le esportazioni alimentari in aumento sul record annuale di 60,7 miliardi fatto registrare nel 2022. Tra i principali mercati di riferimento per i prodotti italiani, nel 2023 – sottolinea la Coldiretti – sono cresciute di più le esportazioni alimentari in Francia, con un balzo del 17% davanti alla Germania (+10%), Gran Bretagna (+10%) e Stati Uniti (+3%).
La ristorazione italiana è la più diffusa e apprezzata nel mondo con un valore che raggiunge i 205 miliardi di euro e registra i maggiori livelli di penetrazione negli Usa, con il 33% del totale dei ristoranti, e in Brasile (28%), ma ottimi risultati si raggiungono anche in Francia (22%), Spagna (24%), India (24%), Germania (16%), Cina (14%), Corea del Sud (12%) e Regno Unito (11%) secondo l’analisi della Coldiretti sul Foodservice Market Monitor 2022 di Deloitte
La vera cucina italiana è minacciata nel mondo da una selva oscura di ricette tarocche o quantomeno improbabili con il 60% dei turisti italiani all’estero che secondo l’analisi Coldiretti/Notosondaggi si è trovato nel piatto maccheroni con il cheddar, spaghetti con le polpette di carne, rigatoni con pollo e pesto, pasta al pesto proposta con mandorle, noci o pistacchi al posto dei pinoli o spaghetti allo bolognese con ragu e prezzemolo diffusi in tutto il mondo tranne che nella città emiliana.
“La mancanza di chiarezza sulle ricette Made in Italy offre terreno fertile alla proliferazione di falsi prodotti alimentari italiani all’estero dove le esportazioni potrebbero triplicare se venisse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale che è causa di danni economici, ma anche di immagine” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “l’agropirateria” internazionale nei confronti dell’Italia ha raggiunto i 120 miliardi”.