Carlo Bimbi è in mostra a Volterra presso il Centro Studi Espositivo Santa Maria Maddalena della Fondazione Cassa di Risparmio fino al 6 gennaio 2024
Si tratta della prima mostra antologica nella quale il designer volterrano espone opere sia d’arte che di design, che culminano nell’ “Ultima Cena a Volterra”.
La tavola in corten, illuminata a led e apparecchiata con preziosi oggetti d’alabastro, è la protagonista assoluta, pensata espressamente per la città e la sua pregevole tradizione artigianale, una sorta d’atto d’amore per un cammino che viene da lontano e che deve trovare nuove strade per proiettarsi nel futuro. Per arte e design ci sono due date a partire dalle quali si snoda l’attività professionale e artistica di Carlo Bimbi, il 1961 e il 1964. E ci sono le due opere realizzate in quegli anni, il Cardinale e il rilievo della sedia mod.68 per Artek (1935) di Alvar Aalto, che sono esposte accanto per la prima volta in pubblico nella mostra.
Suggeriamo al visitatore di partire da lì, da quelle date e da quelle opere che, pur vicine nel tempo, mostrano percorsi quanto mai distanti ma vivi nella formazione del giovane volterrano, compiuta tra l’Istituto d’Arte della sua città natale e l’ISIA di Firenze. Si tratta con evidenza della via dell’arte nel Cardinale, realizzato negli anni di Volterra per una mostra – concorso per giovani artisti locali e premiato come vincitore da una commissione della quale facevano parte Mino Trafeli e Mauro Staccioli. Quella via dell’arte che si era nutrita degli insegnamenti dei maestri, Mino Trafeli per progettazione, Edmondo Savelli per disegno dal vero, Giannetto Salotti per plastica ornamentale, e della visione dell’arte moderna internazionale, resa possibile attraverso i libri e una mai dimenticata visita all’esposizione universale di Torino del 1961.
E poi la via della progettazione e del design, assorbito con voracità negli anni fiorentini di formazione trascorsi presso lo studio di architettura A2 di Renzo Falciani e l’ISIA, o Corso Superiore di Disegno Industriale. La pratica libera e violentemente anticonformista della pittura, nei soggetti e nelle tecniche, scompare di fronte al disegno tecnico, caparbiamente votato alla pratica del rigore, della regola, dell’ordine, della misura e della misurabilità.
La mostra procede lungo questi due binari. Sono così esposte per la prima volta le opere pittoriche degli anni ’60, provenienti dalla collezione privata dell’artista, a fianco di una carrellata di immagini dei prodotti più significativi della carriera di Carlo Bimbi designer, tra i quali spicca il Tuttuno oggi nella collezione permanente del MOMA di New York.
I due binari paralleli negli ultimi anni convergono. Dopo anni di riflessioni, di ripensamenti, di insoddisfazione per un sistema consumistico che ha fatto del design uno stile e non più un metodo culturale di progettazione, col risultato di una iper-produzione sostenuta da un bombardamento mediatico che inquina ambiente, società e individui, Carlo Bimbi sceglie una sua terza via, quella del “progettare ad arte“. È questa la terza e ultima sezione della mostra, che si snoda attraverso i teatrini e i dipinti dedicati a segni iconici della sua produzione di design, per arrivare come abbiamo detto all’installazione dell’Ultima Cena a Volterra, omaggio alla tradizione alabastrina della città delle balze.
Arte e design, i veri protagonisti della mostra, non sono tra loro alternativi e antagonisti. La storia artistica e professionale di Carlo Bimbi è qui a dimostrarlo.
L’esposizione, curata dalla prof.ssa Maria Lisa Guarducci, sarà inaugurata sabato 2 settembre 2023 alle ore 17.00 e arricchita da una lezione su “Dante e la luce” del prof. Massimo Seriacopi, dottore di ricerca in Filologia dantesca presso l’Università di Firenze, docente di lettere e autore di numerosi volumi di studi danteschi e articoli su riviste italiane e internazionali.
L’ingresso alla mostra “Carlo Bimbi tra arte e design” è incluso nel biglietto “Anima di Volterra”, che consente la visita al Duomo, al Battistero, al Centro Studi Espositivo Santa Maria Maddalena e alla mostra “I Tesori dell’alabastro. Never say die”.