La chiusura per due mesi del traforo del Monte Bianco crea grande preoccupazione in Piemonte e Valle d’Aosta: riaprirà il 18 dicembre
Il traforo del Monte Bianco chiude per due mesi per lavori: la data di riapertura prevista è il 18 dicembre, entro cui dovrebbero essere gli interventi di manutenzione tecnica all’interno del tunnel che collega Courmayeur, in Valle D’Aosta, a Chamonix, in Francia. In Piemonte e Valle d’Aosta c’è grande preoccupazione per la viabilità (le migliaia di mezzi che giornalmente utilizzavano il traforo per spostamenti, a partire dai tantissimi tir per il trasporto merci) ma anche per l’economia. La chiusura del tunnel doveva scattareil 4 settembre,. ma era stata poi posticipata perchè allora erano ancora in corso i lavori del traforo del Frejus,che è una delle pricipali vie alternative.
I percorsi alternativi, per i veicoli pesanti, sono il Traforo autostradale del Fréjus e quello del Gran San Bernardo. Per il traffico ordinario, invece, le strade possibili sono queste: per raggiungere la Francia si può utilizzare la SS. 26 della Valle d’Aosta – Valico del piccolo San Bernardo, oppure la A/32 Torino-Bardonecchia – Traforo del Frejus (T.4). Per raggiungere la Svizzera, invece, c’è la SS 27 – Traforo del gran San Bernardo (T.2).
UNCEM: “LE CONSEGUENZE SARANNO GRAVISSIME”
L’Uncem prevede pesanti ripercussioni anche sulla viabilità del Piemonte: buona parte del traffico diretto verso il Monte Bianco si riverserà infatti sulla tangenziale di Torino e sulla A32 Torino-Bardonecchia verso il tunnel del Frejus. “Non doveva chiudere, tra i proclami di tanti politici, e invece da oggi il tunnel del Bianco chiude. Chiude davvero. Con una serie di conseguenze gravissime che ci preoccupano“. A dirlo sono Marco Bussone, presidente nazionale dell’Uncem, l’Unione nazionali Comuni Comunità enti montani, Roberto Colombero, presidente dell’Uncem Piemonte e Giovanni Barocco, consigliere nazionale valdostano in merito alla chiusura del collegamento tra Italia e Francia per nove settimane, dovuta a interventi di manutenzione tecnica che riguardano la sostituzione di alcune solette dell’impalcato stradale nella zona centrale del traforo e dei 76 acceleratori installati sulla volta. La riapertura è prevista entro lunedì 18 dicembre.
Per Bussone, Colombero e Barocco la chiusura del traforo porta a “conseguenze immediate, su viabilità secondaria verso San Bernardo e Frejus” e a “conseguenze di medio e lungo periodo su un sistema alpino che, dopo vent’anni di indifferenza dei più, finisce per essere blocco verso l’Europa”. Un problema “gravissimo, per molto tempo sottovalutato“, dicono. E spiegano: “Sappiamo già che il nodo viario torinese, della tangenziale in particolare, da oggi fino a fine anno sarà intasato. E migliaia di camion in più andranno verso la Val Susa e il Frejus, essendo bloccata la statale 28 in Alta Val Tanaro verso Ventimiglia e Nizza e essendoci limitazioni per la stagione invernale sulla statale 21 verso la Maddalena. Pure il Gran San Bernardo è chiuso di notte fino a marzo ai mezzi pesanti alti più di tre metri”.
L’Uncem bolla la situazione viabilità attraverso le Alpi come “un bel caos, che ci dice una cosa. I rallentamenti dei lavori ai trafori alpini ferroviari, la non pianificazione infrastrutturale, la mancanza di coesione vera europea che guarda alle montagne quale luogo di sviluppo e crescita, flussi e transiti, pesano come non mai. E peseranno tantissimo, da oggi, sui sistemi economici di Valle d’Aosta e Piemonte“. E concludono: “Ora, svegliandoci tutti di fronte alle emergenze, si torni a pianificare come sancito dal Trattato del Quirinale tra Italia e Francia e da strumentazioni istituzionali europee. Che smettendo di considerare la Strategia macroregionale alpina strumento per fare un po’ di progetti e incontri, forse finalmente si concentreranno -anche noi, tutti i Decisori politici e i Rappresentanti istituzionali- su reti, infrastrutture, Alpi che uniscono. È l’ora giusta, finalmente”.