La storia di Italo Zingarelli, l’uomo che inventò i “fagioli-western” raccontata in prima serata su Rai 3 nello speciale “Lui era Trinità”
Se Bud Spencer e Terence Hill sono stati i protagonisti di due clamorosi successi – “Lo chiamavano Trinità” e “Continuavano a chiamarlo Trinità” – Italo Zingarelli è stato, da produttore, la mente e il cuore di questi cult, firmati nel soggetto, nella sceneggiatura e nella regia da Enzo Barboni, in arte E.B. Clucher. E proprio a Italo Zingarelli Rai Documentari ha voluto dedicare un racconto che ne ripercorra storia e successi.
Prodotto da Fish-eye Digital Video Creation in collaborazione con Rai Documentari per la regia di Dario Marani, il documentario “Lui era Trinità” – presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma stasera, giovedì 19 ottobre, e in onda su Rai 3 venerdì 20 ottobre alle 21.20 – tratteggia le tre vite di Italo Zingarelli: partito con una carriera da pugile e stunt-man, è diventato produttore cinematografico di straordinari successi al botteghino e, infine, imprenditore vitivinicolo nel Chianti.
A descrivere la figura e la carriera di Italo Zingarelli, oltre ai familiari, sono alcuni dei suoi più stretti collaboratori e amici, tra cui Terence Hill, Bud Spencer (in un’intervista inedita del 2004), Dario Argento, Giovanna Ralli, Barbara Alberti e altri, attraverso le cui parole, vengono ripercorsi anche la nascita e i motivi del successo dei film della “Serie di Trinità” e dei suoi due indimenticabili interpreti, Bud Spencer e Terence Hill. Ne emerge il ritratto di un produttore cinematografico sui generis, gentile, generoso e visionario. Alla sua intuizione si deve la nascita del filone dei cosiddetti “fagioli western”, che misero in crisi i celeberrimi “spaghetti western” di Sergio Leone e che cambiarono la storia del cinema italiano. Zingarelli ha prodotto, tra gli altri, “Sessomatto” di Dino Risi e “C’eravamo tanto amati” di Ettore Scola.