Steatosi epatica non alcolica: maggior rischio di scompenso epatico ed epatocarcinoma in presenza di diabete di tipo 2 secondo nuovi studi
Tra i pazienti con steatosi epatica non alcolica, avere il diabete di tipo 2 è risultato un predittore indipendente di scompenso epatico e di sviluppo di carcinoma epatocellulare, secondo quanto emerso in uno studio pubblicato sulla rivista Lancet Gastroenterology & Hepatology.
La steatosi epatica non alcolica (NAFLD) colpisce un terzo della popolazione adulta globale ed è una delle principali cause di morbilità e mortalità correlate al fegato. Comprende l’infiltrazione grassa del fegato (una condizione benigna chiamata steatosi epatica) e la steatoepatite non alcolica (NASH), la forma infiammatoria della NAFLD che può progredire verso la fibrosi e il carcinoma epatocellulare.
La NASH viene diagnosticata il più delle volte in pazienti tra i 40 e i 60 anni, ma può verificarsi in tutte le età. Molti pazienti affetti presentano obesità, diabete di tipo 2 (o intolleranza al glucosio), dislipidemia, e/o sindrome metabolica. Quasi il 10% della popolazione mondiale ha il diabete di tipo 2, più di un terzo delle persone con diabete di tipo 2 ha la NASH e circa una persona su sei con diabete di tipo 2 ha una fibrosi avanzata.
«Studi precedenti hanno dimostrato che il diabete di tipo 2 è associato allo scompenso epatico tra le persone con cirrosi, virus dell’epatite C e forte consumo di alcol» hanno scritto il primo autore Daniel Huang e colleghi del NAFLD Research Center presso l’Università della California, a San Diego. «Tuttavia, il rischio di scompenso epatico (definito dalla presenza di un fattore tra sviluppo di ascite, encefalopatia epatica o sanguinamento da varici) tra gli individui con NAFLD con e senza diabete di tipo 2 non è stato valutato in modo sistematico».
Analisi dell’associazione tra diabete di tipo 2 ed esiti correlati al fegato
Per colmare questa lacuna, tramite una metanalisi dei dati dei partecipanti a sei studi, i ricercatori hanno esaminare l’associazione tra il diabete di tipo 2 e gli esiti correlati al fegato tra 2.016 pazienti (età media 57,8 anni, BMI 31,3 kg/m2, 53,3% donne) sottoposti a elastografia a risonanza magnetica tra febbraio 2007 e giugno 2021.
Si tratta di una tecnica di imaging biomedico non invasiva che misura le proprietà meccaniche (rigidità) dei tessuti biologici molli facendo penetrare onde di taglio e ricostruendo la loro propagazione utilizzando la risonanza magnetica, utile per formulare una diagnosi dato che i tessuti malati sono spesso più rigidi rispetto al normale tessuto circostante. Viene comunemente utilizzata per la valutazione della fibrosi epatica.
Al basale, i ricercatori hanno notato che 736 soggetti avevano il diabete di tipo 2, 114 soffrivano di scompenso epatico e 47 avevano un epatocarcinoma. La presenza di diabete di tipo 2 era associata a scompenso epatico al basale (OR = 2,95), un risultato che è rimasto coerente dopo l’ analisi multivariata (OR aggiustato = 3,08).
Diabete di tipo 2 predittore di scompenso epatico ed epatocarcinoma
In una valutazione longitudinale di 1.737 partecipanti (602 con diabete di tipo 2) senza scompenso epatico al basale, 105 hanno sviluppato scompenso epatico in un follow-up mediano di 2,8 anni.
I pazienti con diabete di tipo 2 sono risultati avere un rischio significativamente più elevato di scompenso epatico a 1 anno (3,37% vs. 1,07%), 3 anni (7,49% vs 2,92%) e 5 anni (13,85% vs 3,95%) rispetto ai non diabetici. Dopo gli aggiustamenti per età, indice di massa corporea e razza o etnia, il diabete di tipo 2 (subdistribution hazard ratio, sHR, = 2,15) e HbA1c (sHR = 1,31) sono rimasti predittori indipendenti dello sviluppo di scompenso epatico.
In una mediana di 2,9 anni, 22 dei 1.802 partecipanti che non avevano epatocarcinoma al basale hanno sviluppato il tumore, con un rischio più elevato nei soggetti con diabete di tipo 2 a 1 anno (1,34% vs 0,09%), 3 anni (2,44% vs 0,21%) e 5 anni (3,68% vs 0,44%). Il diabete di tipo 2 si è rilevato un predittore indipendente dello sviluppo di epatocarcinoma (sHR = 5,34).
«Le persone con diabete di tipo 2 hanno un rischio significativamente più elevato di scompenso epatico e carcinoma epatocellulare rispetto ai non diabetici. Anche un controllo glicemico subottimale è associato a un rischio maggiore che le due condizioni si sviluppino» hanno concluso gli autori. «Questi risultati fungono da ulteriore stimolo per aumentare lo sforzo di prevenzione per il diabete di tipo 2 e per ridurre il carico crescente della NAFLD e del carcinoma epatocellulare ad essa correlato. Quando si progettano studi clinici nella NAFLD sarebbe pertanto opportuno considerare questi aumenti del rischio nei soggetti affetti da diabete di tipo 2».
Referenze
Huang DQ et al. Type 2 diabetes, hepatic decompensation, and hepatocellular carcinoma in patients with non-alcoholic fatty liver disease: an individual participant-level data meta-analysis. Lancet Gastroenterol Hepatol. 2023 Jul 4;S2468-1253(23)00157-7.