Nei pazienti con orticaria cronica spontanea e sintomi non controllati adeguatamente con antistaminici H1, la terapia con remibrutinib ha comportato miglioramenti
Novartis potrenbbe aver trovato il successore di omalizumab, il cui brevetto in Usa scadrà nel 2024. L’azienda svizzera ha reso noto che nei pazienti con orticaria cronica spontanea e sintomi non controllati adeguatamente con antistaminici H1, la terapia con remibrutinib ha comportato miglioramenti clinicamente e statisticamente significativi nell’attività della malattia dopo 12 settimane con una rapida insorgenza d’azione.
I risultati dei trial di fase III REMIX-1 e REMIX-2 sono stati annunciati da Novartis, che sta sviluppando la molecola.
Entrambi gli studi di fase III hanno raggiunto l’endpoint primario di variazione assoluta rispetto al basale nel punteggio settimanale dell’attività dell’orticaria (UAS7, weekly urticaria activity score) alla settimana 12, con miglioramenti clinicamente e statisticamente significativi nell’attività della malattia. Remibrutinib ha inoltre dimostrato una rapida insorgenza d’azione. Questi dati supportano il potenziale del farmaco come nuova opzione di trattamento orale efficace e ad azione rapida per coloro che non sono controllati con la terapia antistaminica H1 di prima linea.
L’orticaria cronica spontanea è un disturbo cutaneo che dura per almeno 6 settimane e la cui causa sottostante è rappresentata dall’esposizione interna piuttosto che esterna a qualsiasi allergene. Colpisce 40 milioni di persone in tutto il mondo a tutte le età, ma più frequentemente tra i 20 e i 40 anni, in particolare le donne (quasi il doppio rispetto agli uomini).
È caratterizzata da orticaria pruriginosa (pomfi) e/o gonfiore dei tessuti profondi (angioedema), che possono manifestarsi su viso, gola, mani e piedi. I pazienti possono avvertire bruciore e indolenzimento della cute interessata che comportano un impatto rilevante sulla qualità della vita. La malattia causa un significativo disagio emotivo, con la maggior parte dei pazienti che soffre di privazione del sonno e alti tassi di disturbi mentali, come ansia o depressione.
Inibizione orale della tirosina chinasi di Bruton
Le attuali opzioni terapeutiche efficaci per la CSU sono limitate. Il trattamento di prima linea è rappresentato dagli antistaminici H1, che da soli non sono tuttavia sufficienti a tener sotto controllo la malattia in circa il 60% dei pazienti. Anche se le terapie biologiche iniettabili sono un’opzione efficace per la malattia non controllata, vengono impiegati in meno del 20% dei pazienti a livello globale.
La tirosina chinasi di Bruton BTK) è un enzima che svolge un ruolo cruciale nello sviluppo delle cellule B e nel rilascio di istamina e, quando viene attivato spontaneamente, svolge un ruolo fondamentale nei sintomi debilitanti associati all’orticaria cronica spontanea.
Remibrutinib è un inibitore BTK orale altamente selettivo che previene il rilascio di istamina che causa prurito, orticaria/lividi e gonfiore e ha il potenziale per fornire un controllo rapido e prolungato della malattia entro solo 2 settimane dall’inizio del trattamento. Negli studi di fase II ha dimostrato una rapida insorgenza d’azione e un’efficacia prolungata nei pazienti con orticaria cronica spontanea da moderata a grave, con un buon profilo di tollerabilità a tutte le dosi studiate.
Oltre alla CSU, remibrutinib è in fase di studio in altre condizioni immuno-mediate come la sclerosi multipla, l’idrosadenite suppurativa, l’allergia alimentare e la sindrome di Sjögren.
Gli studi di fase III REMIX-1 e REMIX-2
Si tratta di due studi globali, multicentrici, randomizzati, in doppio cieco, a gruppi paralleli, controllati con placebo e progettati in modo identico. REMIX-1 ha coinvolto 470 partecipanti e REMIX-2 455 soggetti. L’obiettivo di entrambi era stabilire l’efficacia, la sicurezza e la tollerabilità di remibrutinib somministrato per via orale alla dose di 25 mg due volte al giorno nei partecipanti adulti con orticaria cronica spontanea non adeguatamente controllata dagli antistaminici H1 di seconda generazione rispetto al placebo.
Gli endpoint primari includevano la variazione assoluta rispetto al basale nel punteggio di attività settimanale dell’orticaria e la variazione assoluta nel punteggio di gravità del prurito e dell’orticaria alla settimana 12. I pazienti attualmente arruolati in REMIX-1 e REMIX-2 continueranno a ricevere il trattamento fino alla settimana 52 e avranno l’opportunità di continuare in uno studio di estensione a lungo termine.
Risultati in sintesi
- Gli studi REMIX-1 e REMIX-2 hanno raggiunto tutti gli endpoint primari e secondari, mostrando miglioramenti rapidi e clinicamente significativi nei punteggi di attività della malattia
- I pazienti trattati con remibrutinib hanno beneficiato di un miglioramento rapido già 2 settimane dopo l’inizio del trattamento
- Remibrutinib è stato ben tollerato e ha dimostrato un profilo di sicurezza favorevole, inclusi test di funzionalità epatica equilibrati nei bracci attivo e placebo in entrambi gli studi
I dati dei trial REMIX verranno presentati in occasione di un prossimo congresso e alle autorità sanitarie globali a partire dal 2024.