Per informarsi e proteggersi dai luoghi comuni della cybersecurity, Dpway ed i suoi esperti, svelano i 7 falsi miti da sfatare quando si parla di sicurezza informatica
Il panorama della sicurezza informatica è molto vasto e cambia molto rapidamente, le stesse esigenze delle aziende negli si sono evolute ed hanno richiesto maggiore attenzione in fatto di cybersecurity. Come rilevato recentemente dall’ultimo rapporto Clusit, il “software malevolo” la fa da padrone e rappresenta il 37% degli attacchi globali. E ben il 12% sfrutta le vulnerabilità ed il phishing, con impatti negativi o molto gravi nel 95% dei casi.
Giornalmente avvengono una grande quantità di conversazioni, scambi di messaggi, videoconferenze ed e-mail all’interno delle aziende. Questo immenso traffico dati avviene attraverso le più variegate tipologie di dispositivo, che rischiano di esporre ad attacchi informatici. Tutto ciò, nel tempo ha fatto accumulare molti luoghi comuni e falsi miti sulla sicurezza informatica.
Oggi le cose sono cambiate, gli utenti mediamente hanno più competenze ma, nonostante ciò, alcuni preconcetti sono difficili da sradicare. Ad essere preoccupante è anche la scarsa preparazione delle aziende in fatto di sicurezza informatica, a volte sminuita o sottovalutata.
Ecco allora svelati i 7 falsi miti da sfatare quando si parla di sicurezza informatica, utili ad utenti ed aziende, per uso consapevole dei nostri strumenti informatici. Li elenca Roberto Di Palma, CEO di DPWAY, azienda di consulenza IT attiva nel campo della sicurezza informatica e dell’innovazione.
Smartphone batte pc in ambito sicurezza
Lo smartphone a differenza del pc personale o aziendale, non è più sicuro, anzi. Le app risultano più insidiose proprio a causa delle continue autorizzazioni che dobbiamo concedere per utilizzarne il contenuto. Oltre alle minacce online, sullo smartphone siamo suscettibili a SMS truffa e phishing, il che aumenta ulteriormente la criticità di questo dispositivo
Antivirus uguale protezione totale
Un antivirus è utile ma non basta. Bisogna ricordarsi di mantenerlo aggiornato periodicamente, senza posticipare troppo. Solo così si è completamente al sicuro contro nuove vulnerabilità.
Non ci sono informazioni interessanti
Spesso i nostri dati sono memorizzati nella cache del computer. Anche se non sembra, si può sempre risalire al proprio profilo tramite cronologia o posta.
Senza download, non si può prendere un virus
Questo poteva essere vero una volta, oggi l’elemento dannoso o addirittura insidioso può nascondersi in una installazione o in un aggiornamento che a prima vista può risultare innocuo.
La navigazione in incognito tutela la privacy
La modalità di navigazione in incognito e quindi le ricerche non vengono salvate. Falso. In realtà vengono registrate dal nostro browser di rete internet e dal suo centro di controllo.
La password alfanumerica è sufficiente
Oggi, una buona password è una sequenza di caratteri lunga, numerica e dotata di maiuscole. A differenza di quanto si crede non lo è abbastanza, oggi è necessaria l’autenticazione a 2 fattori.
Sotto attacco ci finiscono solo le grandi aziende
Niente di più lontano dal vero. I cyber criminali prendono di mira chiunque, anzi, colpire le piccole o medie imprese risulta più semplice perché l’infrastruttura è limitata e magari meno digitalizzata.
“I falsi miti e ancor più i luoghi comuni, accompagnano da sempre chi si occupa di sicurezza informatica. Sono molti e difficili da contenere o addirittura eliminare, a causa dello scarso interesse verso la materia. Non basta essere bravi con la tecnologia per evitare una minaccia. È sempre bene informarsi e non abbassare la guardia per proteggersi al meglio, in alcuni casi chiedendo l’aiuto di un esperto”, spiega Roberto Di Palma, CEO di DPWAY.
Se non bastasse, si può verificare la propria preparazione in ambito informatico con questo piccolo quiz messo a disposizione da DPWAY. Se non si riconoscono le risposte corrette, è possibile visitare il sito www.dpway.it e cercare un corso per rafforzare le proprie competenze.