L’agricoltura può dare un contributo determinante alla transizione ecologica ed energetica secondo un’analisi di Confagricoltura
Diversi studi prospettano che per il 2030 il mercato globale per la produzione delle tecnologie a zero emissioni triplicherà, con un giro d’affari previsto di 600 miliardi di euro. In questo scenario futuro, la Cina risulta essere in prima posizione, mentre gli Stati Uniti recuperano terreno con gli incentivi del loro Inflation Reduction Act.
Tuttavia, entrambe le politiche adottate da questi Paesi si caratterizzano per una marcata venatura protezionistica, volta ad incentivare prevalentemente le produzioni nazionali, a discapito delle importazioni straniere.
D’altra parte, l’Unione Europea ha avviato un’azione di recupero della propria competitività sul mercato, perseguendo al contempo obiettivi più ampi, orientati a renderla un modello virtuoso per gli altri Paesi. Al momento, in questo tentativo di reazione, si evidenziano però i limiti strutturali legati all’assenza di una politica comune forte e a una penuria di risorse per il processo transitorio.
In questo contesto, il settore agricolo può dare un contributo determinante alla transizione ecologica ed energetica e, pertanto, è necessaria una forte accelerazione sull’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), attualmente all’esame della Commissione europea.
Bioeconomia circolare, carbon farming, agrivoltaico, parco agrisolare, biometano, proseguimento degli impianti a biogas, sono alcuni dei temi su cui l’agricoltura può garantire un enorme contributo in questo processo transitorio.
In tal senso, i vari decreti implementanti le misure previste dal PNRR sul versante nazionale, indicano altresì una crescente attenzione del Governo alle numerose possibilità offerte con la pianificazione euro-nazionale di lungo periodo, soprattutto se affiancata all’intento revisorio dello stesso PNRR, per inserire un nuovo capitolo sul tema energetico e procedere nella direzione di transizione verde del Paese.
A titolo d’esempio, l’Esecutivo europeo ha dato recentemente il via libera al nuovo decreto del Bando Agrisolare, con un fondo previsto di un miliardo di euro per la realizzazione di impianti fotovoltaici.
Il decreto ministeriale, recentemente varato sul tema, istituisce il nuovo regime di aiuti per interventi su edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale.
Da sempre parte attiva in questo processo con le proprie imprese associate, Confagricoltura ha chiesto sin da subito maggiori risorse per il nuovo Bando sul Parco Agrisolare, in considerazione della sicura grande partecipazione che esaurirà in breve tempo i finanziamenti previsti.
Quanto al capitolo energetico mutuato dalla strategia del REpowerEU, la Confederazione ha richiesto che lo stanziamento aggiuntivo sia destinato a supportare direttamente le imprese in questa fase cruciale di transizione energetica e digitale, anche per non compromettere la capacità produttiva rispetto ai nostri principali concorrenti, in primo luogo Francia e Germania.
L’investimento costante in un rafforzamento dell’indipendenza strategica energetica dell’Unione non può pertanto prescindere da costanti sussidi nel campo agricolo nei singoli Stati membri, primo fra tutti l’Italia, per distrarsi da una politica di outsourcing e potenziare la propria capacità strutturale e produttiva, contribuendo a ridurre esternalità negative di particolare rilevanza, primo fra tutti il cambiamento climatico.