Martha Argerich e Fabio Luisi aprono la stagione dell’Orchestra Rai su Rai 5


Tra Beethoven e Ciajkovskij: Martha Argerich e Fabio Luisi inaugurano la stagione dell’Orchestra Rai in prima serata su Rai 5

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Sono la leggenda del pianismo internazionale Martha Argerich e il grande direttore d’orchestra italiano Fabio Luisi, i protagonisti dell’apertura della Stagione 2023/2024 dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai nel concerto – tutto esaurito – che Rai Cultura propone in diretta giovedì 26 ottobre in prima serata su Rai 5 e alle 20.30 su Radio 3 dall’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino. A distanza di quattro anni dalla sua ultima presenza – con un memorabile Primo concerto per pianoforte e orchestra di Liszt – Martha Argerich torna a suonare con l’Orchestra Rai e propone un caposaldo del classicismo viennese: il Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 op. 15 di Ludwig van Beethoven. Composto tra il 1796 e il 1797, fu eseguito per la prima volta a Praga nel 1798 con lo stesso compositore impegnato al pianoforte.

Nella seconda parte della serata Fabio Luisi – che dell’Orchestra Rai è Direttore emerito, e che ricopre importanti incarichi presso la Dallas Symphony Orchestra e la NHK Symphony Orchestra di Tokyo – interpreta la Sinfonia n. 5 in mi minore op. 64 di Pëtr Il’ič Ciajkovskij. Negli anni della composizione la fama dell’autore era ormai salda, e anche come direttore d’orchestra iniziava a riscuotere successi fuori dai confini della Russia. Nell’inverno tra il 1887 e il 1888, compì la sua prima tournée in Europa, durante la quale conobbe Grieg e Brahms e diresse sue opere a Berlino, Parigi, Londra e Praga. Tornato, si stabilì nella sua nuova abitazione di campagna, a Frolovkoe, nei pressi di Klin.

Nella calma insolita di questa situazione si risvegliarono poco a poco tormenti e nevrosi: il compositore iniziò a rimproverarsi per la mancanza di un progetto artistico preciso e per l’assenza di ispirazione. Iniziò a pensare di essere finito. L’ozio gli arrecava tristezza, depressione, paura per il futuro, rimpianti per un passato che non poteva tornare. L’unica possibilità per sopportare l’esistenza era il lavoro. Così nel 1888, più che per una reale esigenza espressiva, ma piuttosto per scacciare i fantasmi che tormentavano la sua psiche instabile, nacque la sua Quinta Sinfonia.