Sposata e madre della piccola Vittoria, di 18 mesi, Melania Rea scomparve il 18 aprile del 2011. Venne ritrovata senza vita due giorni dopo: se ne occupa “Delitti in famiglia” su Rai 2
Tre omicidi famosi ed emblematici: il caso Melania Rea, l’infanticidio di Lorys Stival e il delitto Carretta. Tre storie che raccontano il dramma degli omicidi commessi in famiglia, nei luoghi considerati più sicuri e felici. Ma dove invece a volte c’è solo dolore, aggressività, sopraffazione, violenza. Da giovedì 26 ottobre in prima serata su Rai 2 va in onda la serie true crime “Delitti in famiglia”, un ciclo di tre documentari condotto da Stefano Nazzi, giornalista tra i più celebri e autorevoli autori di podcast di cronaca nera.
Nel primo episodio, in onda giovedì 26 ottobre, obiettivo sul caso di Melania Rea. Sposata e madre della piccola Vittoria, Melania scompare il 18 aprile del 2011 sul Colle San Marco ad Ascoli Piceno, mentre è con la famiglia. Viene ritrovata senza vita due giorni dopo, in un bosco, trafitta da oltre 35 coltellate.
Per la sua morte è stato condannato il marito, Salvatore Parolisi, ex caporalmaggiore dell’Esercito, inizialmente a 30 anni, poi ridotti a venti. Attraverso interviste esclusive agli investigatori, ai familiari di Melania, a testimoni ed esperti, grazie anche a materiale audio e video originale proveniente dal fascicolo delle indagini e repertorio inedito, Stefano Nazzi ricostruisce ogni fase dell’inchiesta. Uno spaccato della recente storia criminale italiana, che dietro l’orrore svela intricati intrecci sentimentali ed emozioni terribili.
Al centro del secondo episodio – il 2 novembre – la storia di Lorys Stival. Il 29 novembre 2014, nel comune di Santa Croce Camerina in provincia di Ragusa, viene ritrovato il corpo del piccolo Lorys Andrea Stival. La madre del bambino, Veronica Panarello, ne denuncia la scomparsa, ma presto diviene l’unica imputata dell’omicidio. Veronica si dichiara inizialmente innocente, poi coinvolta nel delitto riferendo più versioni su quanto avvenuto. Veronica Panarello è stata ritenuta colpevole dell’omicidio e condannata a trent’anni di carcere.
Si chiude il 9 novembre con il caso Carretta. Il 4 agosto 1989 a Parma, il ventisettenne Ferdinando Carretta, nella casa di famiglia, uccide tutti i familiari con una pistola: padre, madre e il fratello minore. Scappato nel Regno Unito, Carretta confessa gli omicidi in un’intervista televisiva per il programma “Chi l’ha visto?”. Dichiarato incapace di intendere e di volere, condannato alla detenzione in un carcere psichiatrico giudiziario, è tornato in libertà nel 2015 ed è morto nel 2023.
Negli ultimi trent’anni, il numero di omicidi volontari in Italia è diminuito drasticamente: erano 1.476 nel 1992, nel 2022 sono stati 314. Quella che non diminuisce è la percentuale degli omicidi che avvengono all’interno di relazioni affettive e familiari: circa il 50%, cioè la metà, sono delitti maturati e commessi in casa.