Il Tar del Lazio esclude il cannabidiolo dall’elenco delle sostanze stupefacenti: sospeso il discusso decreto del ministero della Salute
Il Tar del Lazio, “riscontrata una carenza d’istruttoria e rilevato che non emerge un immediato rischio per la salute“, con l’ordinanza 7137/2023, conferma la sospensione del decreto adottato dal ministero della Salute (del 5 agosto scorso) che inserisce il cannabidiolo (Cbd) tra i medicinali che contengono sostanze stupefacenti e rinvia la decisione all’udienza di merito del 16 gennaio 2024.
La decisione del Tar del Lazio sancisce “una prima vittoria della verità, dunque, visto che l’azione punitiva di questo Governo non solo non dimostrava la pericolosità di queste sostanze ma piuttosto rendeva reale e concreto il rischio di decimare l’intera filiera, aggiungendo un grave danno per pazienti ed economia”, commenta dichiara Cristina Guarda, consigliera regionale di Europa Verde in Veneto.
Guarda aveva anche presentato una interrogazione in Consiglio regionale per chiedere alla Giunta se intendesse sollecitare il Governo al “correggere l’enorme errore fatto limitando la vendita di composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo ottenuto da estratti di canapa, considerato che il Veneto ha una sua propria legge, per quanto sottofinanziata, per la valorizzazione della filiera della canapa. Non ho ancora ricevuto risposta dalla giunta Zaia, ma posso affermare che il Tar Lazio supplisce, almeno in parte, al silenzio“, conclude Guarda.