Il Comune di Bologna: “Non dite ‘fraternità’, è sessista”. Ma dal Pd arriva la richiesta di rivedere le linee guida sulla comunicazione rispettosa delle differenze di genere
Il manuale sul linguaggio rispettoso delle differenze di genere, adottato dal Comune di Bologna e presentato pubblicamente nei giorni scorsi, risparmi la parola fraternità. A lanciare l’appello è un’esponente della maggioranza: ovvero Cristina Ceretti, consigliera comunale del Pd e delegata del sindaco Matteo Lepore alla famiglia, alla disabilità e alla sussidiarietà circolare.
FRATERNITÀ TRA LE PAROLE “SBAGLIATE” SECONDO LA GUIDA
“Evita le parole: fraternità, fratellanza, paternità quando si riferiscono a donne e uomini”, si legge all’interno delle linee guida per la comunicazione interna ed esterna di Palazzo D’Accursio. Insomma anche fraternità è considerata una parola “sbagliata”, sottolinea oggi in aula Ceretti, invitando però l’amministrazione a “ripensare” questa posizione e il conseguente suggerimento di utilizzare come alternativa il termine solidarietà. “Sono due parole molto diverse tra loro”, avverte Ceretti. In premessa, “sgomberiamo il campo dal fatto che fraternità parli solo ai credenti. Parla anche ai non credenti e ai diversamente credenti, anche se non mi nascondo dietro a un dito nel dire che fraternità viene dalla scuola di pensiero francescana e dalla regola francescana che proprio viene definita come superamento del principio di solidarietà”, riporta Ceretti.
LA DELEGATA DEL PD: NON PUÒ ESSERE SOSTITUITA CON SOLIDARIETÀ
“Fraternità e solidarietà sono due parole assolutamente distinte. La solidarietà è legata alle importantissime battaglie dell’Ottocento e del Novecento, a cui dobbiamo molta riconoscenza, che hanno portato avanti i movimenti sindacali- continua la consigliera- e a tutta la lotta per la conquista dei diritti civili”. Inoltre, la solidarietà “è un principio dell’organizzazione sociale che consente ai diseguali di diventare uguali. E’ un termine nobilissimo e importante”, rimarca Ceretti. Ma la fraternità “fa il movimento opposto: consente agli uguali di essere diversi, consente alle persone che sono uguali e riconoscono un uguale dovere di fronte alla loro dignità e ai loro diritti fondamentali- continua la dem- di esprimere però diversamente il loro piano di vita, la loro singolarità. Nella fraternità c’è la compresenza di uguaglianza e singolarità e mentre nella solidarietà si rimane sempre all’interno del vincolo del dare e avere, nella fraternità questo vincolo lo si spezza completamente”.
“LA FRATERNITÀ CI APRE ALLA SPERANZA”
Non a caso, “accanto alla libertà e all’uguaglianza che in un certo senso potevano avere una deriva identitaria e portare alla singolarità, l’illuminismo- prosegue Ceretti- ha posto la fraternità proprio come elemento di equilibrio perché apre alla comunità. Fraternità è gratuità, che spezza il circolo del dare e avere della solidarietà. E’ sovrabbondanza, ci spinge oltre la giustizia e ci apre alla speranza. I rapporti di fraternità non sono rapporti di scambio né di comando, sono rapporti di reciprocità, di prossimità e di responsabilità”.
FONTE: Agenzia di stampa Dire (www.dire.it).