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Gotta: inibitori IL-1 beta alleati di alcuni pazienti contro le recidive

Allopurinolo e febuxostat si equivalgono per efficacia nel controllare le recidive di gotta, anche nei pazienti con nefropatia cronica allo stadio 3

Gotta: secondo nuovi studi gli inibitori IL-1 beta potrebbero alleviare le recidive di malattia nei pazienti refrattari alle terapie standard

Stando ai risultati di una rassegna sistematica di letteratura pubblicata su Arthritis Research and Therapy, gli inibitori di IL-1 beta sarebbero efficaci nella gestione del dolore e nella riduzione della frequenza delle recidive di gotta nei pazienti refrattari alle terapie standard.

I FANS, la colchicina e gli steroidi rappresentano, come è noto, le opzioni terapeutiche di prima linea per controllare l’infiammazione e il dolore associati alle recidive di gotta e per prevenirne l’insorgenza durante l’inizio della terapia ipouricemizzante, che presenta un elevato rischio di recidive, ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio. Tuttavia, molti pazienti non rispondono o non tollerano queste terapie o hanno una controindicazione assoluta o relativa al loro uso.

L’interleuchina-1β (IL-1β) svolge un ruolo centrale nel mediare l’infiammazione gottosa e il suo blocco ha dimostrato efficacia nel combattere il dolore e l’infiammazione correlati alla gotta.  Nei pazienti che non rispondono alle terapie standard, le linee guida raccomandano di considerare gli inibitori dell’IL-1β come trattamento per le crisi di gotta.

Ad oggi, solo una revisione sistematica della letteratura, pubblicata nel 2014, si è concentrata sull’impiego degli inibitori dell’IL-1β per il trattamento delle riacutizzazioni della gotta.  Pertanto, si è ritenuto necessario procedere alla conduzione di una revisione sistematica aggiornata della letteratura incentrata sugli inibitori dell’IL-1β, al fine di aggiornare le prove disponibili sul loro impiego nel trattamento delle recidive di gotta.

Disegno dello studio e risultati principali
La nuova revisione sistematica della letteratura ha preso in considerazione tutti gli studi che hanno previsto l’impiego degli inibitori di IL-1β per trattare le recidive gottose, pubblicati dal 2011 al 2022.
I pazienti eleggibili agli studi in questione avevano un’età minima di 18 anni e una storia di attacchi di gotta. Sono stati esclusi dalla review gli studi che includevano individui con riacutizzazioni causate da altre malattie reumatiche (artrite reumatoide, spondilite anchilosante).

L’outcome primario di interesse era rappresentato dal dolore e dalle caratteristiche infiammatorie associate alle crisi di gotta, misurate in base al numero, alla gravità e alla durata delle crisi, alla presenza di sinovite e alla risposta al trattamento.  Altri risultati di interesse sono stati la sicurezza, la qualità di vita, le caratteristiche cliniche e l’impiego di farmaci.

La ricerca sistematica di letteratura, condotta sui principali database bibliografici biomedici, ha portato ad identificare 14 studi: di questi 3 trial clinici randomizzati e controllati (RCT) e uno non randomizzati riguardavano l’impiego di canakinumab, due RCT e tre non RCT anakinra (antagonista del recettore IL-1 beta) e 5 RCT rilonacept.

La maggior parte dei pazienti inclusi negli studi erano di sesso maschile (82,8%-100%). L’età media variava da 48,6 a 63,4 anni, con una durata media della malattia pari a 7,7-12,6 anni. La durata degli interventi terapeutici impiegati, invece, era compresa da 3 giorni a 16 settimane.

Risultati principali
Gli studi che prevedevano l’impiego di canakinumab hanno valutato la frequenza delle recidive di gotta rispetto ai farmaci di confronto (triamcinolone e colchicina). I pazienti trattati con canakinumab hanno riferito un minor numero di riacutizzazioni di gotta durante il trattamento rispetto ai gruppi di confronto, oltre a riferire un dolore meno intenso. Il gruppo di pazienti trattati con canakinumab ha anche riportato una riduzione dei segni di sinovite e ha assunto meno farmaci di soccorso rispetto ai gruppi di confronto.

Gli eventi avversi (AE) segnalati si sono verificati tra il 41,3% e il 66,2% dei pazienti trattati con canakinumab rispetto al 42,1%-53,7% dei pazienti dei gruppi di confronto. Gli eventi avversi segnalati erano generalmente di gravità lieve o moderata e comprendevano ipertensione (9,3%-10,9%), artralgia (7,4%-9,3%) e cefalea (5,7%-11,3%).

I gruppi di trattamento sottoposti a trattamento con anakinra non hanno riportato differenze nella variazione del dolore rispetto ai gruppi di confronto che hanno ricevuto colchicina, naprossene o prednisone. Non sono state riscontrate differenze nell’uso di farmaci di soccorso tra i due gruppi.

Gli eventi avversi si sono verificati tra il 34,9% e il 55,8% dei pazienti del gruppo anakinra rispetto al 40,7%-46,7% dei pazienti del gruppo di confronto, con un’incidenza simile tra i gruppi. Questi eventi avversi erano per lo più di gravità lieve o moderata; tuttavia, gli eventi avversi gravi (SAE) si sono verificati ad un tasso più elevato nel gruppo anakinra rispetto ai gruppi di confronto (1,9%-7,3% vs 0,0%, rispettivamente).

Passando, infine, agli studi che hanno previsto l’impiego di rilonacept, uno di questi ha valutato le recidive di gotta mentre 4 studi hanno riportato l’uso di rilonacept per ridurre la frequenza delle crisi; in tutti i casi, è stato utilizzato un placebo come confronto.

Tutti gli studi hanno riportato una riduzione del numero e della percentuale media di attacchi di gotta tra i pazienti trattati con rilonacept rispetto ai gruppi di confronto; i pazienti trattati con  rilonacept hanno anche sperimentato attacchi di gotta più tardivi nel corso del trattamento. Inoltre, i pazienti trattati con rilonacept hanno riferito meno dolore e hanno fatto meno ricorso ai farmaci in generale.

L’incidenza di AEs è stata simile tra i gruppi di rilonacept (36,0%-68,3%) e quelli di confronto (29,9%-61,0%). Quando sono stati segnalati, l’incidenza di AE e SAE è stata simile tra i gruppi rilonacept e placebo.

Riassumendo
Nel complesso, i risultati di questa revisione sistematica della letteratura dimostrano che canakinumab e rilonacept potrebbero essere efficaci per la gestione del dolore associato alle riacutizzazioni della gotta e per ridurre la frequenza delle riacutizzazioni, rispetto ai rispettivi farmaci di confronto. Anakinra non sembra inferiore ai farmaci di confronto attivi, probabilmente a causa del meccanismo d’azione diverso rispetto a canakinumab e rilonacept, del numero limitato di studi e delle differenze nel disegno degli studi disponibili.

Pur riconoscendo che, per rafforzare le prove di efficacia di questa classe terapeutica, sarebbe necessario un maggior numero di RCT di grandi dimensioni e ben disegnati che confrontino gli inibitori di IL-1β con i farmaci di confronto attivi, con particolare attenzione alla sicurezza, alle prove reali e al follow-up a lungo termine, i ricercatori sono concordi nel ritenere che i risultati di questa review suggeriscono che le terapia mirate contro IL-1β potrebbero rivelarsi utili nei pazienti con gotta che non sono adatti alle attuali terapie standard.

Tra i limiti della review ammessi dagli stessi autori, si segnala l’esclusione degli studi pubblicati prima del 2011 e l’inclusione di alcune analisi retrospettive e post-hoc che potrebbe aver introdotto dei possibili bias.

Bibliografia
Schlesinger N et al. Interleukin-1β inhibitors for the management of acute gout flares: a systematic literature review. Arthritis Res Ther. Published online July 25, 2023. doi:10.1186/s13075-023-03098-4.
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