Alimentazione: il valore biologico e nutrizionale delle alghe non si limita al loro contenuto di proteine, vitamine, e sali minerali
L’uso delle alghe nell’alimentazione è molto antico e risale probabilmente alla preistoria. Nei tempi passati venivano utilizzate in diversi paesi europei come nutrimento soprattutto nei periodi di carestia.
Si narra che gli Indiani d’America affrontassero lunghi viaggi per arrivare fino alla costa più vicina e raccoglierne; alcune tribù le seccavano e, dopo averle sminuzzate, le utilizzavano come sale nella loro cucina.
Similmente si comportavano i montanari delle Ande che in tal modo riuscirono a rifornirsi dello iodio necessario a prevenire la formazione del gozzo, a differenza degli Svizzeri i quali, per ovviare a tale problema, dovettero attendere che fosse scoperto e isolato tale elemento minerale.
Anche in Oriente la tradizione di mangiare alghe è antichissima e soprattutto in Cina e in Giappone vengono preparate con esse svariate pietanze, alcune delle quali raffinatissime e assai prelibate.
Il valore nutritivo delle alghe è dato dai suoi principali componenti: carboidrati, proteine, presenti mediamente intorno al 35%, talvolta fino al 70%, e inoltre acidi grassi Omega 3, antiossidanti, vitamine, fra cui betacarotene e vitamine del gruppo B, sali minerali e oligoelementi, di cui le alghe sono particolarmente ricche, come il ferro e lo iodio.
Quest’ultimo è particolarmente abbondante, per cui l’uso alimentare delle alghe è molto utile nella prevenzione delle patologie della tiroide, quando sia indicata un’integrazione di iodio; di contro, si deve tener conto della presenza di iodio nelle alghe quando vi sia già una patologia tiroidea conclamata, che richieda terapie farmacologiche specifiche, per evitare interferenze.
Dalle alghe si estraggono i ficocolloidi (dal greco phycos = alga, kolla = colla, eidòs = forma), polisaccaridi di natura mucillaginosa, gelatinosa e vischiosa, dotati di proprietà gelificanti, addensanti, emulsionanti, stabilizzanti, sfruttate in modo particolare nell’industria alimentare come additivi (carragenina, Agar agar, algina). I ficocolloidi hanno trovato negli ultimi anni notevoli applicazioni anche nel campo delle biotecnologie, in medicina, farmaceutica, dentistica, dietetica, cosmetica, in agricoltura e nella produzione di bio-carta.
Le alghe non vengono utilizzate solo per l’alimentazione umana diretta, ma anche come mangime per gli animali e nella fertilizzazione organica dei terreni. Confermando antiche intuizioni e tradizioni alimentari di ogni parte del mondo, la scienza moderna ha indicato nelle alghe una delle più valide fonti alternative di cibo per l’umanità del futuro.
Le alghe infatti vivono in un ambiente ricchissimo di sali minerali, che assorbono dall’acqua marina e possono cedere agli organismi animali superiori. Contengono anche delle proteine molto simili a quelle delle specie vegetali terrestri più elevate, enzimi e considerevoli quantità di tutte le vitamine conosciute.
Sappiamo che oggi, a causa dello sfruttamento intensivo dei terreni e delle manipolazioni industriali, il valore nutrizionale degli alimenti è in forte declino. Un’analisi annuale di 72 alimenti tra il 1940 e il 2002 mostra un perdita media del 19% di magnesio, 29% calcio, 37% di ferro, e il 62% di rame.
(Mineral and trace element changes in Britain 1940 to 2002 including fruit and vegetables, meat and meat products, cheeses and dairy products, research by D. E. Thomas, DC, MRNT (2007) based on McCance & Widdowson, The Composition of Foods, 6 Editions, pub. Royal Society of Chemistry and the Ministry of Agriculture, Fisheries and Food (MAFF)
Ciò indebolisce il corpo, riduce le difese immunitarie e apre la strada a molte malattie tipiche del mondo contemporaneo.
Le alghe possono compensare, con la loro ricchezza di nutrienti essenziali, le carenze di diete povere di principi vitali. Senza di questi abbiamo solo calorie “vuote” che scompensano il metabolismo e alterano le fisiologie.
Ma il valore biologico e nutrizionale delle alghe non si limita al loro contenuto di proteine, vitamine, e sali minerali.
Secondo ricerche condotte in alcune università giapponesi e americane, uno dei costituenti principali dei vari tipi di alghe, è l’acido alginico, presente in grande quantità soprattutto nelle alghe brune, il quale non viene scomposto durante il processo digestivo.
Esso ha la proprietà di legarsi con i metalli pesanti (arsenico, piombo, mercurio) e con gli elementi radioattivi (radio, stronzio, cobalto…) eventualmente assorbiti dal nostro organismo, mutandoli in sali insolubili che vengono poi facilmente eliminati dal nostro corpo.
Un consumo abituale di alghe può aiutare perciò a conservare uno stato di buona salute anche in un ambiente inquinato.
Il mondo vegetale offre una grande varietà di cibi che, se mangiati nella loro interezza, bilanciati ed armonizzati tra di loro, risultano essere un microcosmo ricchissimo di proteine, aminoacidi, vitamine, sali minerali, oligoelementi che possono nutrire e soddisfare le esigenze del corpo e della mente. Purtroppo ancora non si conoscono le proprietà e l’uso di tanti cibi come i cereali interi, i legumi, le alghe, i prodotti derivati dalla soia, i semi oleosi.
Conoscerne l’uso, le ricette e le proprietà nutrizionali, porterebbe indubbiamente a lavorare sempre più sulla prevenzione ed anche su di un nuovo tipo di coscienza. L’indirizzo e il suggerimento che nascono da San.Ri sono quelli di cercare ciò che è ricco di sole e di luce, ciò che ci trasmette vita. Il mondo è già pieno di tensione, di sofferenza e di morte, quindi perché nutrirsi di cibi che contengono questo messaggio?
Proiettiamoci verso un mondo nuovo, fatto di sensibilità e di rispetto anche per la vita degli animali. La gioia di un uomo non nasce dalla sofferenza di un essere a lui vicino.