La colchicina non riduce in modo significativo la fibrillazione atriale


Prevenzione di fibrillazione atriale perioperatoria e danno miocardico in chirurgia toracica non cardiaca: la colchicina non supera l’esame

Prevenzione di fibrillazione atriale perioperatoria e danno miocardico in chirurgia toracica non cardiaca: la colchicina non supera l'esame

La colchicina non riduce in modo significativo la fibrillazione atriale (FA) perioperatoria o il danno miocardico dopo chirurgia non cardiaca (MINS) nei pazienti sottoposti a chirurgia toracica maggiore non cardiaca.

E’ quanto emerge dai risultati dello studio COP-AF presentato da David Conen, Population Health Research Institute di Hamilton, Canada, in una Hot Line Session del Congresso ESC 2023 e pubblicato contemporaneamente su The Lancet.

Background clinico
La FA perioperatoria è un fenomeno che si sviluppa in circa il 10% dei pazienti dopo un intervento di chirurgia toracica maggiore, mentre un MINS ha un’incidenza di circa il 20% nella stessa popolazione di pazienti. Entrambi questi eventi si associano a una prognosi sfavorevole. La patogenesi delle due complicanze sembra legata a una natura flogistica: livelli elevati di biomarcatori infiammatori sono stati, infatti, associati a un aumento del rischio di FA perioperatoria e MINS. Il trattamento antinfiammatorio ha quindi il potenziale di ridurre l’incidenza di queste due complicanze prognosticamente importanti.

La colchicina è un farmaco poco costoso noto per i suoi effetti antinfiammatori. Piccoli studi randomizzati hanno suggerito che nei pazienti sottoposti a chirurgia cardiaca, la colchicina a basso dosaggio possa ridurre il rischio di FA perioperatoria. Due ampi studi randomizzati hanno rilevato che la colchicina a basso dosaggio è stata in grado di ridurre significativamente l’incidenza di esiti cardiovascolari maggiori nei pazienti con malattia coronarica.

Lo studio COP-AF ha, quindi, voluto testare l’ipotesi che la colchicina riduca l’incidenza di FA perioperatoria clinicamente rilevante e di MINS nei pazienti sottoposti a chirurgia toracica maggiore non cardiaca.

Caratteristiche dello studio
Lo studio COP-AF, randomizzato, con controllo placebo, ha arruolato da 45 siti in 11 Paesi 3.209 pazienti di età media di 68 anni (48,4% donne), sottoposti a chirurgia toracica maggiore non cardiaca. I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale, in un rapporto 1:1, a ricevere colchicina orale 0,5 mg 2 volte al giorno o placebo, a partire da 4 ore prima dell’intervento chirurgico e per una durata totale di 10 giorni.

Durante i 14 giorni di follow-up sono stati valutati due outcome co-primari:
1) FA perioperatoria clinicamente rilevante (cioè fibrillazione atriale che necessita di trattamento medico o fibrillazione atriale causa di insufficienza cardiaca, ipotensione o angina),

2) MINS (cioè infarto miocardico o qualsiasi innalzamento della troponina postoperatorio ritenuto di origine ischemica).

Outcome secondari erano:
– Composito di mortalità per tutte le cause, MINS non fatale e ictus non fatale;
– Composito di mortalità per tutte le cause, infarto miocardico (IM) non fatale e ictus non fatale
– MINS che non soddisfacesse la quarta definizione universale di IM
– Infarto miocardico

Gli outcome di sicurezza erano rappresentati da
– Composito di sepsi e infezioni
– Diarrea non infettiva

Risultati di efficacia
Una FA clinicamente rilevante si è sviluppata in 103 dei 1.608 (6,4%) pazienti assegnati al gruppo colchicina e in 120 dei 1.601 (7,5%) pazienti assegnati al gruppo placebo, per un hazard ratio (HR) di 0,85 (IC al 95%: 0,65 – 1,10) e una riduzione del rischio assoluto (ARR) dell’1,1% (IC al 95%: da -0,7 a 2,8; p=0,22).

Un MINS si è verificato in 295 (18,3%) pazienti assegnati alla colchicina e 325 (20,3%) pazienti assegnati al placebo, HR 0,89 (IC al 95%: 0,76 – 1,05) e ARR 2,0% (IC al 95%: da -0,8 a 4,7; p=0,16).

Non sono emerse differenze significative tra i gruppi di trattamento nei principali outcome secondari: per il composito di mortalità per tutte le cause, MINS non fatale e ictus non fatale è stato calcolato un HR di 0,88 (IC al 95%: 0,75 – 1, 03); per il composito di mortalità per tutte le cause, IM non fatale e ictus non fatale, l’HR era di 0,67 (IC al 95%: 0,39 – 1,17); per un MINS che non soddisfacesse la quarta definizione universale di IM, l’HR era 0,90 (IC al 95%: 0,76 – 1,06); e per IM, l’HR era 0,86 (IC al 95%: 0,41 – 1,81).

Segnale positivo da analisi post-hoc
Nelle analisi post-hoc, l’esito composito di FA perioperatoria clinicamente importante o MINS si è verificato in 360 (22,4%) pazienti del gruppo colchicina e in 415 (25,9%) pazienti del gruppo placebo (HR 0,84; IC al 95%: 0,73-0,97). L’esito composito di mortalità vascolare, MINS non fatale, ictus non fatale o FA perioperatoria clinicamente importante si è verificato in 364 (22,6%) pazienti nel gruppo colchicina rispetto a 422 (26,4%) nel gruppo placebo (HR 0,83; IC al 95%: 0,72-0,96). Sei pazienti hanno avuto un ictus, uno (0,1%) nel gruppo colchicina e 5 (0,3%) nel gruppo placebo (p=0,12).

Dati di sicurezza
Dal punto di vista della sicurezza, l’esito composito di sepsi o infezione si è verificato in 103 (6,4%) pazienti nel gruppo colchicina e in 83 (5,2%) pazienti nel gruppo placebo (HR 1,24; IC al 95%: 0,93 – 1,66). La colchicina ha aumentato l’incidenza di diarrea non infettiva, 134 (8,3%) contro 38 (2,4%) pazienti, HR 3,64 (IC al 95%: 2,54-5,22). Non è stato necessario alcun trattamento in 66 (38,4%) casi di diarrea, mentre 15 (8,7%) pazienti hanno avuto bisogno di idratazione per via endovenosa, 2 (1,2%) hanno ricevuto antibiotici e un (0,7%) paziente ha richiesto una ospedalizzazione per diarrea. Nel gruppo della colchicina, la durata mediana (range inter quartile) della degenza è stata di 5 (4-7) giorni nei pazienti con diarrea e di 5 (3-7) giorni in quelli senza diarrea.

Il parere dei ricercatori
David Conen, ricercatore principale del trial, ha dichiarato: «La colchicina non ha ridotto significativamente l’incidenza degli esiti co-primari di FA perioperatoria clinicamente importante o di MINS. Il farmaco ha aumentato il rischio di diarrea non infettiva, ma i nostri dati suggeriscono che questi episodi erano temporanei e benigni. Nonostante questi risultati, è tuttavia emerso un incoraggiante segnale di beneficio per la colchicina nel ridurre l’incidenza di esiti cardiovascolari avversi nei pazienti sottoposti a chirurgia toracica maggiore non cardiaca. Studi futuri dovrebbero approfondire il ruolo della colchicina nella prevenzione di questi eventi nei pazienti sottoposti a intervento chirurgico».

Studio COP-AF. Outcome co-primari

Conen D, et al Effect of colchicine on perioperative atrial fibrillation and myocardial injury after non-cardiac surgery in patients undergoing major thoracic surgery (COP-AF): an international randomised trial.The Lancet August 25, 2023DOI:https://doi.org/10.1016/S0140-6736(23)01689-6