Nelle donne i trattamenti ormonali per gestire l’idrosadenite suppurativa, in particolare finasteride, spironolattone e metformina, si sono dimostrati efficaci e sicuri
Nelle donne i trattamenti ormonali per gestire l’idrosadenite suppurativa, in particolare finasteride, spironolattone e metformina, si sono dimostrati efficaci e sicuri, ma i dermatologi dovrebbero essere consapevoli delle interazioni tra i trattamenti. È quanto emerge da una revisione della letteratura pubblicata sul Journal of Drugs in Dermatology (JDD).
L’idrosadenite suppurativa è una condizione cutanea infiammatoria e cronica, spesso debilitante, caratterizzata da noduli infiammatori, ascessi con tratti sinusali (formazione di fistole e seni di scarico) e cicatrici. I dati esistenti suggeriscono un’eziologia multifattoriale con fattori di disregolazione genetica, ormonale e immunitaria, hanno premesso gli autori.
Il coinvolgimento di una componente ormonale nell’idrosadenite è supportato dalla tipica insorgenza della patologia dopo la pubertà, dalle fluttuazioni dell’attività della malattia durante le mestruazioni e la gravidanza e dalla presenza di comorbilità come la sindrome metabolica e la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS).
«Dato che la malattia colpisce in modo sproporzionato le donne in età fertile, è fondamentale comprendere gli effetti dei diversi trattamenti ormonali sui sintomi» hanno scritto il primo autore Rahul Masson e colleghi della Keck School of Medicine della University of Southern California. «Abbiamo pertanto condotto una revisione sistematica per valutare la letteratura esistente sull’efficacia e la sicurezza delle terapie ormonali nell’idrosadenite suppurativa».
Trattamenti antiandrogeni
I ricercatori hanno valutato 30 lavori pubblicati tra il 1952 e il 2022 che si sono occupati di terapie ormonali, coinvolgendo un totale di 634 pazienti con idrosadenite.
Hanno rilevato che i trattamenti anti-androgeni più analizzati erano finasteride in otto studi, spironolattone in sette studi e ciproterone acetato in cinque studi. Flutamide, leuprolide e buserelin acetato sono stati discussi in un solo studio ciascuno.
In tutti i trial che riportavano tassi di risposta, il 62,8% delle pazienti con idrosadenite è migliorato con finasteride, il 53,3% con ciproterone acetato in monoterapia o terapia di combinazione e il 50,5% con spironolattone.
Il trattamento antiandrogeno più studiato è risultato essere lo spironolattone, con un totale di 186 pazienti trattate. Il farmaco ha migliorato il dolore, la conta delle lesioni e i punteggi del Physician’s Global Assessment (PGA) delle pazienti, indipendentemente dal dosaggio utilizzato (tra 75 e 100 mg al giorno). Gli eventi avversi della terapia includevano nausea, vertigini, disturbi gastrointestinali, alterazioni dell’umore, tensione mammaria e cambiamenti nella minzione.
Anche la finasteride è ampiamente studiata. Ha indotto la remissione per molti anni e in alcuni pazienti si è dimostrata efficace nel sopprimere le recidive. Gli effetti collaterali riferiti dalle pazienti includevano tensione mammaria, nausea, irregolarità mestruali, cefalea, disfunzione sessuale, prurito generalizzato ed eruzione cutanea.
Più della metà dei soggetti coinvolti negli studi ha mostrato una risposta al ciproterone acetato. Tuttavia, in uno studio, dopo 12 mesi di trattamento il 16,6% delle pazienti si è ritirato a causa degli eventi avversi e l’8,3% per il peggioramento della malattia cutanea.
Contraccettivi orali e terapia con testosterone
Il ciproterone acetato, un progesterone antiandrogeno che viene spesso assunto in combinazione con gli estrogeni come pillola anticoncezionale, ha dimostrato di suscitare risposte positive nell’idrosadenite suppurativa. Tuttavia è emerso che altre tipologie di contraccettivi, come i dispositivi intrauterini o le pillole ad alto contenuto di progesterone, potrebbero esacerbare la malattia.
In uno studio le donne che assumevano pillole contraccettive orali per l’idrosadenite e che soffrivano di riacutizzazioni della malattia in fase mestruale hanno avuto una risposta maggiore rispetto a quelle che non avevano riacutizzazioni (24,5% vs 10%).
Due casi clinici hanno descritto un peggioramento dei sintomi dell’idrosadenite nei soggetti che assumevano la terapia con testosterone, in particolare negli uomini transgender, risolti con la riduzione del dosaggio di testosterone.
Trattamenti metabolici
Per trattare l’idrosadenite suppurativa sono stati utilizzati anche alcune terapie metaboliche, tra cui metformina in otto studi e liraglutide in due studi.
Il 46% dei pazienti trattati con metformina ha riscontrato un miglioramento della malattia cutanea, con l’ipotesi che il farmaco sia in grado di desensibilizzare i recettori degli androgeni diminuendo i livelli di insulina periferica e minimizzando la produzione de novo di androgeni dalle ovaie, migliorando così l’idrosadenite. Gli eventi avversi associati alla metformina comprendono cambiamenti dell’umore e disturbi gastrointestinali minori.
Liraglutide, anche se valutata in soli due pazienti, ha comportato una significativa perdita di peso e un miglioramento clinico dell’idrosadenite, senza effetti collaterali.
«Nel complesso le terapie ormonali sono opzioni terapeutiche promettenti per i pazienti con idrosadenite» hanno concluso gli autori. «Sono necessari ampi studi randomizzati e controllati per valutare l’efficacia, la sicurezza e il dosaggio ottimale dei trattamenti ormonali e per identificare le sottopopolazioni che potrebbero trarne i maggiori benefici».
Referenze
Masson R et al. Hormonal Treatments in Hidradenitis Suppurativa: A Systematic Review. J Drugs Dermatol. 2023 Aug 1;22(8):785-794.