Dopo la decisione del Tar di annullare il decreto sull’obbligo di esporre il prezzo medio dei carburanti, il ministero delle Imprese ha annunciato il ricorso al Consiglio di Stato
Il governo presenta ricorso contro la decisione del Tar del Lazio di annullare il decreto con cui sono state stabilite le modalità dell’obbligo di comunicazione da parte degli esercenti dei prezzi dei carburanti. Lo ha annunciato, in una nota, il ministero delle Imprese e del Made in Italy, spiegando di aver incaricato l’Avvocatura dello Stato di presentare appello al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar.
“La decisione del Tar si limita ad affrontare questioni procedurali e non pone in dubbio la sussistenza dell’obbligo previsto dalla legge in ordine all’esposizione del cartello”, segnala una nota.
La norma sull’esposizione del prezzo medio regionale dei carburanti “ha ampiamente dimostrato la sua efficacia, nonostante le turbolenze geopolitiche, come dimostrato dalla continua e progressiva discesa dei prezzi che si protrae da oltre un mese, che oggi si attestano a 1.827 euro/litro per il gasolio e a 1.838 euro/litro per la benzina. Valutazioni in calo di circa 10 cent/euro rispetto a quelle del 10 ottobre scorso”, rilevano dal ministero.
In questi mesi, “in Italia il prezzo industriale di benzina e gasolio è stato inferiore a quello degli altri grandi Paesi europei e il margine lordo di distribuzione non ha subito i picchi visti nello scorso anno, a piena tutela quindi dei diritti dei consumatori e degli stessi operatori del servizio”, concludono da via Veneto.
APPENDINO (M5S): “CARTELLI RIDICOLI E DANNOSI, PER TAR ILLEGITTIMI“
“Il Tar del Lazio ha dichiarato oggi illegittimo l’obbligo di esposizione del cartello del prezzo medio sancito per decreto dal Ministro Urso. Cartelli da noi considerati ridicoli, vista la loro efficacia nulla. Anzi, come avevamo abbondantemente previsto e predetto, col passare delle settimane essi si sono rivelati persino dannosi”: lo afferma in una nota la deputata M5s Chiara Appendino. E prosegue: “Il tentativo maldestro del Ministro è fallito e i prezzi medi dei carburanti sono rimasti a livelli spropositati praticamente per tutto il 2023 da quando Giorgia Meloni ha deciso di stoppare gli sconti sulle accise su benzina e diesel. Persino vantandosene, oltretutto. Questa sentenza del Tar è l’ennesima sberla per Urso, che sul fronte carburanti dallo scorso gennaio non ne ha azzeccata una: dopo l’addio allo sconto sulle accise ha prima accusato i benzinai di essere speculatori, poi li ha costretti a questa pantomima del cartello. Morale: prezzi sempre alti e distributori e automobilisti scontenti. E’ l’ennesima dimostrazione dell’incapacità di questo esecutivo, che ha stabilito d’imperio che sui carburanti gli italiani vanno tartassati, senza troppe storie”.