Sclerosi multipla, la somministrazione dei principali vaccini non è correlata al rischio di riacutizzazioni. I risultati di uno studio nazionale francese
In un ampio studio nazionale francese, i cui risultati sono stati pubblicati online su “JAMA Neurology”, nelle persone con sclerosi multipla (SM) il sottoporsi a una vaccinazione non è risultato legato a un aumento del rischio di riacutizzazioni.
In particolare, l’ospedalizzazione per una riacutizzazione della SM non ha mostrato alcun aumento della probabilità nei 60 giorni successivi all’esposizione a qualsiasi vaccino (odds ratio aggiustato [aOR] 1,00, IC 95% 0,92-1,09), riferisce un gruppo di ricercatori guidati da Lamiae Grimaldi, dell’Assistance Publique-Hôpitaux de Paris.
Questo dato è stato verificato per i vaccini comuni: il vaccino combinato contro difterite, tetano, poliomielite, pertosse ed Haemophilus influenzae (DTPPHi) utilizzato in Francia (aOR 0,95, 95% CI 0,82-1,11), il vaccino antinfluenzale (aOR 0,98, 95% CI 0,88-1,09) e il vaccino antipneumococcico (aOR 1,20, 95% CI 0,94-1,55).
Rafforzate le raccomandazioni delle linee guida AAN
I risultati rafforzano le linee guida dell’American Academy of Neurology (AAN) che raccomandano l’effettuazione di vaccinazioni di routine per la maggior parte dei pazienti con SM. Oltre all’esclusione dei pazienti con controindicazioni, solo per quelli con in corso una recidiva di SM è stato raccomandato di ritardare una vaccinazione così come per coloro che hanno ricevuto farmaci immunosoppressori o immunomodulanti è indicato di evitare i vaccini vivi attenuati.
«I vaccini rappresentano uno dei più grandi progressi della medicina per prevenire la morbilità e la mortalità. Pertanto, è essenziale che i pazienti con SM ne traggano beneficio» scrive il gruppo di Grimaldi. «La vaccinazione è particolarmente adatta in questa popolazione poiché è noto che le infezioni aumentano il rischio di riacutizzazioni della SM e aggravano la gravità dei sintomi».
Il dibattito decennale sul fatto che la vaccinazione scateni riacutizzazioni nella SM, tuttavia, ha «stimolato dubbi e esitazioni vaccinali potenzialmente dannose, evidenziando la necessità di studi su larga scala ben condotti per esaminare l’associazione» ricordano Grimaldi e colleghi.
In particolare, la maggior parte della letteratura precedente sui vaccini e sul rischio di riacutizzazioni della SM si era concentrata sui vaccini antinfluenzali, «mentre questo studio ha esaminato il rischio di riacutizzazioni associate a diversi altri vaccini» osservano i ricercatori.
Analisi basata su dati di vari registri
Il presente studio ha utilizzato il registro del Sistema dei database sanitari nazionali, che copre circa 65 milioni di persone – oltre il 99% dei residenti francesi – insieme alle richieste legate al database nazionale di dimissione ospedaliera (che copre visite acute, a lungo termine e di emergenza) e ai registri dei decessi.
I pazienti sono stati inclusi se hanno ricevuto una diagnosi di SM dal 1° gennaio 2007 al 31 dicembre 2017, o avevano un record di cura durante quel periodo se diagnosticati in precedenza.
I 106.523 pazienti con SM (età media 43,9 anni, 71,8% femmine) sono stati seguiti in media per 8,8 anni. Durante gli 11 anni complessivi dello studio, il 54,6% dei pazienti è stato vaccinato in un determinato momento, incluso il 45,3% dopo l’ingresso nella coorte SM.
La vaccinazione più comune è stata quella DTPPHi (30,3%, principalmente nei pazienti sotto i 34 anni), seguita dal vaccino antinfluenzale (19,2%) e dall’antipneumococcico (7,0%, principalmente in quelli di età superiore ai 70 anni).
Le riacutizzazioni della SM sono state definite come ospedalizzazione di almeno 1 giorno e 1 notte con un codice di diagnosi di dimissione principale di uno specifico disturbo della SM o con inclusione di uno di essi.
Le riacutizzazioni dovevano manifestarsi più di 12 mesi dopo l’insorgenza della malattia nel gruppo SM incidente con esordio noto della malattia («per evitare una classificazione errata delle procedure mediche correlate alla nuova diagnosi di SM come riacutizzazioni») o in qualsiasi momento durante il follow-up per i casi preesistenti inclusi nel set di dati. Le riacutizzazioni sono state considerate eventi separati quando distanti tra loro di almeno 120 giorni.
Confronto tra esposizione al vaccino in diverse finestre temporali
Il disegno dello studio ha utilizzato un’analisi crossover di casi nidificati in cui i casi sono stati utilizzati come controlli degli stessi pazienti, confrontando l’esposizione al vaccino in finestre temporali di 60 giorni prima di una riacutizzazione rispetto alle ultime quattro finestre precedenti a quel periodo a rischio per aumentare il potere statistico.
Si è riscontrato che la stessa quota di persone – il 2,3% – è stata vaccinata durante una finestra temporale a rischio di 60 giorni immediatamente precedente l’ospedalizzazione indice per riacutizzazione così come quella che era stata vaccinata nel corso di almeno una delle finestre di controllo che non precedevano una riacutizzazione.
Le analisi di sensibilità che utilizzavano finestre temporali di 30 e 90 giorni non hanno modificato sostanzialmente i risultati, tranne che per il leggero aumento dell’odds ratio aggiustato per il vaccino antipneumococcico quando si utilizzava la finestra temporale di 90 giorni che lo ha reso statisticamente significativo (aOR 1,59, IC 95% 1,27-1,99).
«Le informazioni sul vaccino antipneumococcico sono di fondamentale importanza in quanto sono raccomandate prima dell’inizio delle terapie biologiche utilizzate nella SM» sottolinea il gruppo di Grimaldi. «Considerando il numero di sottotipi di vaccino disponibili, sono necessari ulteriori studi per confermare questi risultati osservati».
Gli autori specificano anche che il loro studio non può escludere completamente un piccolo rischio correlato al vaccino, «in particolare nel caso del vaccino pneumococcico», e aveva una potenza inferiore per i vaccini non comunemente usati nella coorte di studio in gran parte adulta, come i vaccini contro il papillomavirus umano, l’epatite e il morbillo.
D’altra parte, il gruppo di Grimaldi fa notare la forza del loro studio nell’eliminare molteplici fattori confondenti individuali utilizzando i pazienti come propri controlli. Inoltre, aggiungono, «poiché l’assicurazione sanitaria in Francia è universale e l’accesso alle cure è fondamentalmente illimitato, siamo fiduciosi che lo studio abbia identificato praticamente tutti i ricoveri che si verificano in tutti i pazienti con SM in Francia per 11 anni (67 milioni di pazienti registrati)».
Fonte:
Grimaldi L, Papeix C, Hamon Y, et al. Vaccines and the Risk of Hospitalization for Multiple Sclerosis Flare-Ups. JAMA Neurol. 2023 Sep 5. doi: 10.1001/jamaneurol.2023.2968. [Epub ahead of print] leggi