Diritto alla sessualità a rischio per oltre il 60% delle donne con tumore


L’impatto che un tumore e le terapie hanno sulla sessualità può essere molto pesante, compromettendo la qualità di vita

Tumore al seno in fase iniziale: l'AIFA, l'Agenzia Italiana del Farmaco, ha approvato la rimborsabilità di abemaciclib in associazione alla terapia endocrina

In oncologia un argomento è ancora oggi un tabù: il benessere sessuale. Per pudore, i pazienti spesso non ne parlano, eppure l’impatto che un tumore e le terapie hanno sulla sfera intima può essere molto pesante, compromettendo la qualità di vita. Un problema sentito soprattutto dalle donne: oltre 6 su 10, dopo una neoplasia, vanno incontro a qualche forma di “disfunzione sessuale”[i]. In più, mancano linee guida che indirizzino i clinici nella gestione della tossicità legata alle cure.

A seguito delle terapie oncologiche, la paziente si trova a relazionarsi con l’immagine di un corpo che visivamente cambia: cicatrici chirurgiche, variazioni di peso, perdita dei capelli, eritemi da radioterapia”, spiega Amelia Barcellini, radioterapista oncologo del CNAO. “Esistono, però, anche altri effetti collaterali non visibili: menopausa precoce, infertilità, osteoporosi e ancora sindrome genito-urinaria, alterazione dell’elasticità vaginale, queste ultime condizionanti pesantemente la vita sessuale. Tutto questo si ripercuote inevitabilmente sulla psiche della paziente, sulla vita di coppia e di relazione, spesso alterandone gli equilibri. Pur essendoci strumenti che ci consentono di contrastare alcuni di questi sintomi[ii]oggi la salute sessuale, soprattutto quella femminile, è ancora trascurata in ambito oncologico. Lo scopo del convegno è quello di offrire al personale sanitario gli strumenti idonei a riconoscere e gestire la tossicità sessuale e a superare l’imbarazzo di parlarne con le pazienti. Inoltre, nel pomeriggio sensibilizzeremo le pazienti e i partner sull’importanza di parlarne apertamente con il proprio medico o con il proprio psicologo”.

Occorre abbattere il muro del silenzio. La gestione del problema attraverso team interdisciplinari dedicati è la chiave per trovare soluzioni personalizzate per la singola paziente”, illustra Chiara Cassani, ginecologo oncologo dell’IRCCS Policlinico San Matteo. “Ad esempio, oggi è quasi sempre possibile preservare la fertilità prima dell’inizio dei trattamenti, somministrare farmaci che proteggano le ovaie dagli effetti negativi della chemioterapia, offrire percorsi di riabilitazione prima e dopo i trattamenti chirurgici e radianti, utilizzare terapie locali o sistemiche per contrastare i sintomi legati all’atrofia vaginale e alla menopausa e sostenere le pazienti con l’aiuto di psicologi specializzati e terapisti sessuali. Non tutto però è sempre facilmente accessibile o previsto dai LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) ed è fondamentale che la ricerca scientifica lavori per cercare soluzioni sempre più efficaci”.

“Si parla ancora poco nei nostri ambulatori di tossicità sessuale e di quanto le cure oncologiche interferiscano con la vita di coppia delle nostre pazienti”, aggiunge Laura Locati, Professore Associato di Oncologia Medica all’Università di Pavia, Direttrice dell’Oncologia Medica presso gli Istituti Clinici Scientifici Maugeri. “La sopravvivenza dei malati oncologici è migliorata nel corso degli anni, per il tumore alla mammella, ad esempio, abbiamo un 88% di sopravviventi a 5 anni in base ai dati AIRTUM 2022 e, se a questo aggiungiamo che il 41% dei nuovi casi di tumore alla mammella si verifica in giovani donne con età inferiore ai 50 anni, è evidente la necessità di una presa in carico multidisciplinare e olistica che accompagni le pazienti durante le cure e al termine delle stesse. La tossicità sessuale legata alle terapie oncologiche può avere un impatto deflagrante nella coppia per cui è importante incominciare a censire il fenomeno, a prevenirlo e ad occuparsene attivamente fin dall’inizio del percorso di cura”.

[i] Esmat Hosseini S. et al. “Prevalence of sexual dysfunction in women with cancer: A systematic review and meta-analysis”, Int J Reprod Biomed. 2022 Feb 18;20(1):1-12, https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC8902793/.

Kirchheiner K, Pötter R, Tanderup K, et al. “Health-Related Quality of Life in Locally Advanced Cervical Cancer Patients After Definitive Chemoradiation Therapy Including Image Guided Adaptive Brachytherapy: An Analysis From the EMBRACE Study”. Int J Radiat Oncol Biol Phys. 2016;94(5):1088-1098. doi:10.1016/j.ijrobp.2015.12.363, https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26876955/.

Suvaal I, Kirchheiner K, Nout RA, et al. “Vaginal changes, sexual functioning and distress of women with locally advanced cervical cancer treated in the EMBRACE vaginal morbidity substudy. Gynecol Oncol. 2023;170:123-132. doi:10.1016/j.ygyno.2023.01.005, https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36682090/.

[ii] Barcellini A, Dominoni M, Dal Mas F, et al. Sexual Health Dysfunction After Radiotherapy for Gynecological Cancer: Role of Physical Rehabilitation Including Pelvic Floor Muscle Training. Front Med (Lausanne). 2022;8:813352. Published 2022 Feb 3. https://doi.org/10.3389/fmed.2021.813352.