L’interprete di un monologo, e poi dei quattro attori piuttosto particolari a cui egli presterà corpo e voce in “I perdenti di Acapulco” al Teatro Trastevere
In una squallida saletta del bar dell’Acapulco Plaza Hotel, facciamo la conoscenza dell’interprete del presente monologo, e poi dei quattro attori piuttosto particolari a cui egli presterà corpo e voce. Sono i cosiddetti extras, comparse e interpreti di piccoli ruoli, impegnati nelle riprese di Rambo First Blood Part II, a noi universalmente noto come Rambo 2 – La vendetta: il tormentato e ombroso Steve, una sorta di coscienza critica del gruppo, che nel film interpreta il soldato americano traditore Lifer; il pignolo e vanitoso John e lo sboccato e autolesionista Will, prigionieri di guerra; e il titanico Voyo, che interpreta il ruolo del crudele sergente sovietico Yushin. Figuranti senza fama, comparse da una posa. Ci si potrebbe illudere di trovare in loro quell’umiltà che tradizionalmente non viene associata ai divi… ma, tra considerazioni grottesche, ‘dietro le quinte’ assurdi e riflessioni tragicomiche, ci rendiamo ben presto conto che la spacconeria e il narcisismo non risparmiano nemmeno i meno appariscenti di quest’ambiente.
Lo spettacolo è nato come studio su Acapulco di Steven Berkoff, ovvero la commedia che il grande drammaturgo e attore inglese scrisse nel 1985, prendendo spunto dal suo lavoro sul set cinematografico del sequel di Rambo, mescolando realtà e finzione. Ne ho riscritto il testo in forma di monologo, aggiungendo ad esso un ulteriore livello con il suo stesso metodo: oltre ai quattro personaggi originari ispirati agli extras del sequel di Rambo (e che parlano immancabilmente di sé stessi e del loro lavoro all’interno del film), sul palco troverà spazio anche l’interprete dei quattro extras (in questo caso, il sottoscritto), che parla a sua volta di sé stesso e del suo lavoro all’interno dello spettacolo. Una sorta di Inception del teatro. Da teatrante ancora relativamente giovane quale sono, mi incuriosisce sempre più il rapporto tra l’artificio teatrale e la vita reale. E’ possibile per noi fare un teatro aperto a tutti, senza rischiare di essere autoreferenziali? Possiamo sentirci artisti davvero liberi, e contemporaneamente lottare per arrivare alla fine del mese e pagare le bollette? L’artista è ancora un motore critico nella società, in un’epoca in cui il mondo intero sembra andare verso lo scatafascio? E soprattutto… è possibile scherzare sul narcisismo degli artisti, al punto da far interpretare tutti i personaggi della pièce in questione ad un unico attore?
Cit. Lahire Tortora
16 e 17 novembre 2023
I PERDENTI DI ACAPULCO
Uno spettacolo terribilmente complicato
di e con Lahire Tortora
Liberamente ispirato ad Acapulco di Steven Berkoff
Scene e costumi di Marta Mazzucato
Assistenza tecnica di Fabio Berton
Progetto grafico di Giorgia Faccin
Con il sostegno di TeatroINFolle
Spettacolo vincitore del Premio Miglior Attore al Roma Fringe Festival 2020