L’accesso all’informazione giuridica col supporto dell’intelligenza artificiale: il progetto “Chat-EUR-Lex” vede tra i protagonisti internazionali anche il Cnr
L’intelligenza artificiale è un tema che, oltre a coinvolgere il mondo della ricerca, sta riscuotendo enorme successo anche nell’opinione pubblica e sulla stampa generalista. Il tema è spesso affrontato con un certo allarmismo, rischiandodi far concentrare l’attenzione solo sui possibili pericoli che tale tecnologia pervasiva pare creare (per i posti di lavoro, la democrazia o l’ambiente).
I molti interrogativi che vengono posti riguardano aspetti senza dubbio da tenere in forte considerazione, come quelli legati al tema della privacy, ma anche al tema dell’uso di tali strumenti in campo giudiziario o in generale in tutti quei settori in cui la decisione umana potrebbe essere sostituita o anche solo orientata da quella algoritmica.
C’è , però, chi ritiene che i sistemi di intelligenza artificiale, opportunamente configurati, controllati e integrati con le banche dati esistenti, possano costituire un’opportunità per favorire l’accesso alle informazioni, per semplificare i processi, per riallacciare il rapporto tra istituzioni e cittadini e cittadine e, quindi, più in generale per favorire i processi di democratizzazione e inclusione sociale. Va in questa direzione il progetto “Chat-EUR-Lex”, finanziato recentemente dalla Commissione Europea nell’ambito della Open Call NGI Search, che vede collaborare ricercatrici e ricercatori dell’Istituto di iInformatica giuridica e sistemi giudiziari del (Igsg) del Cnr ed esperti di Aptus.AI, startup innovativa specializzata nell’utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale per il dominio legale, o Legal Tech: obiettivo del progetti è rendere più accessibile la legislazione dell’UE, facilitando l’accesso all’informazione giuridica grazie all’uso dell’intelligenza artificiale.
Ideatori del progetto sono Andrea Bolioli (Research & Innnovation Consultant in Aptus.AI), Lorenzo De Mattei (co-fondatore e CTO di Aptus.AI), e Manola Cherubini (ricercatrice del Cnr-Igsg e responsabile della collaborazione per il Consiglio Nazionale delle Ricerche: alla base del loro lavoro, la consapevolezza che gli strumenti di IA più recenti, in particolare i Large Language Models, pongono interessanti opportunità a chi voglia sperimentare queste tecnologie nel dominio giuridico, e che l’intelligenza artificiale possa rappresentare un utile strumento per aiutare le cittadine e i cittadini nel “comprendere” i testi delle istituzioni.
Spiega Manola Cherubini (Cnr-Igsg): “I recenti modelli linguistici di intelligenza artificiale hanno fatto notevoli passi avanti nell’utilizzo dell’apprendimento profondo per produrre testo simile al linguaggio naturale umano. E questo ci permette ormai di raggiungere buoni risultati in diversi compiti, quali ad esempio la risposta a domande, la traduzione, la semplificazione. In particolare, in questo progetto integreremo Chat-based Large Language Models (LLM) con Retrieval-Augmented Generation (RAG), cioè, in parole più semplici, svilupperemo un motore di ricerca semantico sulle norme in italiano e in inglese presenti nella banca dati EUR-Lex e lo integreremo con un chatbot per facilitare l’interazione e la ricerca».
Sfruttando la capacità di questi modelli linguistici di adattarsi anche ad un dominio specifico, senza la necessità di effettuare un addestramento complesso, l’Istituto ha attivato altre sperimentazioni sul tema: in particolare, su testi giuridici per la redazione di riassunti, per la ricostruzione del testo vigente delle norme e per la semplificazione del linguaggio giuridico, notoriamente di difficile comprensione per i non addetti ai lavori e non solo.
Nel caso di “Chat-EUR-Lex”, facilitare l’accesso all’informazione giuridica potrebbe avere un impatto significativo non solo su coloro che operano nel settore, ma su tutta la cittadinanza. “L’idea del progetto è nata dal desiderio di semplificare l’accesso alle banche dati normative, non solo italiane: sperimentare nel dominio giuridico alcune tecnologie allo stato dell’arte, valutare l’accuratezza dei risultati, rendere disponibile il prototipo a chi può servire”, afferma Andrea Bolioli (Aptus.AI). “Se i risultati saranno buoni, come mi auguro, ci sarà sicuramente un impatto tra gli addetti ai lavori, cioè tra chi si occupa di normativa per professione o come tema di ricerca, ma anche per i cittadini: capiremo se queste tecnologie sono utili per semplificare l’accesso e la comprensione di testi complicati e ostici.»