Accordo sui flussi migratori tra Italia e Albania: ecco come funzionerà. Il ministro degli Esteri Tajani: “I migranti potranno arrivare solo con navi delle autorità italiane”
L’accordo Italia- Albania siglato tra la premier Giorgia Meloni e l’omologo albanese Edi Rama il 6 novembre “seguirà pienamente la normativa italiana ed europea”. A dirlo è il vice-premier e ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani, che alla Camera ha riferito sull’intesa in materia di immigrazione.
I DETTAGLI DELL’ACCORDO
Tajani ha illustrato i dettagli dell’accordo, che prevede “la concessione gratuita di due aree sul suolo albanese per l’apertura nel 2024 di due centri sotto giurisdizione italiana: un punto di arrivo al porto di Shengjin, nella costa nord, e una base militare a Gjader, a circa 3 chilometri dal porto. Qui verrà creata una struttura di soccorso, prima assistenza, rilevamento segnaletico e presa delle impronte digitali. La seconda struttura sarà incaricata di farsi carico delle domande di protezione internazionale e, per chi non ne avrà i requisiti, di effettuare procedure di rimpatrio”. Le due strutture, ha riferito Tajani, “funzioneranno secondo le norme italiane, europee ed internazionali previste in materia. Le procedure italiane saranno svolte esclusivamente da autorità italiane, amministrative e giudiziarie”.
Nei due centri in territorio albanese, ha continuato il ministro, “saranno condotti solo i migranti che possono essere trattenuti nelle strutture, quindi due categorie secondo le normative: primo, richiedenti asilo soggetti a procedura accelerata di frontiera, quindi non vulnerabili provenienti da paesi sicuri, oppure che hanno già fatto domanda, ottenendo il diniego”. Seconda categoria, “persone in attesa di rimpatrio dopo l’accertamento dell’assenza dei relativi requisiti per il soggiorno in Italia”. In Albania, ha continuato il vicepremier, “non potranno essere condotti in nessun caso soggetti vulnerabili come minori e donne in gravidanza. Nei centri sarà operativo solo personale italiano, per il quale saranno previste facilitazioni per l’ingresso nel Paese e la permanenza”. Il personale italiano, ha detto Tajani, “sarà giudicato solo da tribunali italiani. I costi saranno interamente a carico dell’Italia, e si divideranno in due componenti: la prima prevede le attività svolte direttamente dall’Italia, come ristrutturazione delle strutture al porto, costruzione del centro per il trattenimento, gestione delle aree concesse all’Italia, stipendi e trattamento di missione per il personale italiano. La seconda componente prevede le attività svolte dal personale albanese e soggette a rimborso”, come “la vigilanza della polizia all’esterno delle strutture, i ricoveri eventuali dei migranti in ospedale, il risarcimento eventuale in contenziosi internazionali, eventuali costi per i migranti che faranno richiesta di asilo in Albania”.
Secondo Tajani, l’Italia prevede “un anticipo iniziale di 16 milioni e mezzo di euro” e “sono previsti successivi rifinanziamenti a seguito di rendicondazioni”. Inoltre, ha detto il ministro, “il protocollo stabilisce che nei centri risiedano complessivamente non oltre 3mila migranti nello stesso momento, e che i migranti potranno arrivare solo con navi delle autorità italiane intervenute in operazioni di soccorso, quindi non si potranno trainare barchini degli scafisti o indirizzare navi di organizzazioni non governative. Per i migranti sarà previsto lo stesso trattamento previsto dalle norme italiane ed europee. Il diritto alla salute e alla difesa saranno pienamente tutelati”. Infine, ha detto il vicepremier, “alle organizzazioni internazionali sarà garantito l’accesso nei centri“.