Psoriasi: secondo i risultati di nuovi studi, con guselkumab i miglioramenti delle unghie riflettono una maggiore risposta cutanea
Nei pazienti con psoriasi che potrebbero essere ad alto rischio di sviluppare artrite psoriasica, una maggiore efficacia cutanea con il trattamento con guselkumab dopo 16 settimane è stata collegata a migliori risposte a livello ungueale, come rilevato da un’analisi post hoc di uno studio di fase III pubblicata sulla rivista Arthritis Research and Therapy. La risposta delle unghie inoltre è stata mantenuta più a lungo rispetto a quella della pelle una volta sospesa la terapia.
La psoriasi ungueale è una manifestazione comune, anche se sottotrattata, della psoriasi e si ritiene che colpisca tra il 50 e il 90% dei pazienti affetti dalla condizione cutanea. Il coinvolgimento delle unghie, che può interessare il letto e la matrice ungueale, provoca compromissione funzionale, disagio e stress psicologico. È stato collegato a un rischio più elevato di sviluppare artrite psoriasica e può essere un segno precoce di malattia articolare. La base di questa associazione, hanno premesso gli autori, è uno stretto legame tra le fibre del tendine estensore e il periostio della falange distale, il letto ungueale e la matrice ungueale, suggerendo che il complesso enteseale è il sito iniziale dell’infiammazione nell’artrite psoriasica.
«È stato riscontrato che la presenza di psoriasi ungueale è associata allo sviluppo di artrite psoriasica sia in coorti retrospettive che prospettiche» hanno scritto il primo autore William Tillett, reumatologo consulente presso il Royal National Hospital for Rheumatic Diseases, Bath, Regno Unito, e colleghi. «Anche attualmente vi sono dati limitati circa la misura in cui i miglioramenti correlati al trattamento della psoriasi ungueale riducano il rischio di sviluppo di artrite psoriasica nei pazienti, questi dati di coorte suggeriscono che il trattamento precoce e mirato della psoriasi ungueale è importante».
Analisi post hoc di un studio di fase III
Per valutare la traiettoria della psoriasi ungueale nei pazienti trattati con guselkumab o adalimumab, anche una volta sospesa la terapia, i ricercatori hanno condotto un’analisi post hoc dello studio di fase III VOYAGE 2, un trial multicentrico, randomizzato e in doppio cieco. I pazienti eleggibili presentavano psoriasi a placche da moderata a grave e coinvolgimento ungueale al basale.
Lo Psoriasis Area and Severity Index (PASI) e il Nail Psoriasis Severity Index (NAPSI) sono stati valutati fino alla settimana 48 e, tramite regressione logistica multipla, sono stati determinati i fattori associati a un punteggio NAPSI di 0/1 (unghie libere o quasi libere da lesioni) alle settimane 24 e 48 dopo il trattamento con guselkumab. Un’analisi separata ha stratificato i pazienti in base alla precedente esperienza con i farmaci biologici.
Risposta a livello ungueale collegata alla risposta cutanea
Nel complessivo 470 pazienti trattati con guselkumab e 228 trattati con adalimumab sono rimasti in trattamento fino alla settimana 28. Di questi, 272 pazienti nella coorte guselkumab e 132 nella coorte adalimumab presentavano psoriasi ungueale al basale.
Nei partecipanti esposti a guselkumab il raggiungimento di un ponteggio NAPSI di 0/1 alla settimana 24 era collegato a un NAPSI più basso al basale e alla risposta cutanea (PASI) alla settimana 16 (odds ratio, OR, NAPSI = 0,685, OR PASI settimana 16 = 0,469). Un modello simile è stato osservato alla settimana 48 (OR NAPSI = 0,784 e OR PASI settimana 16 = 0,557). La risposta NAPSI non è stata influenzata dalla precedente esperienza biologica.
Dopo la sospensione del trattamento alla settimana 28, il punteggio NAPSI medio è stato mantenuto nella coorte guselkumab (settimana 24 = 1,7, settimana 48 = 1,9), più a lungo rispetto alla risposta cutanea, ed è aumentato nella coorte adalimumab (settimana 24 = 1,4, settimana 48 = 2,3). Il PASI medio è aumentato in entrambi i gruppi.
Tra i limiti dell’analisi segnalati dai ricercatori vi sono il disegno dello studio post hoc e retrospettivo, oltre all’uso di statistiche prevalentemente descrittive. Il PASI alla settimana 16 potrebbe essere stato influenzato da variabili basali, che potrebbero aver potenzialmente ostacolato l’interpretazione dei risultati. Inoltre i pazienti nei bracci adalimumab e guselkumab hanno interrotto il trattamento in tempi diversi (rispettivamente 23 settimane contro 20 settimane).
Non sono state valutate le differenze nella risposta ai singoli componenti della psoriasi ungueale, come il pitting (piccole depressioni puntiformi sulla superficie della lamina ungueale, segno dell’alterata cheratinizzazione della matrice prossimale dell’unghia) o la leuconichia (decolorazione totale o parziale della lamina ungueale). Infine, non è stato possibile determinare la percentuale di pazienti che avrebbero eventualmente sviluppato l’artrite psoriasica senza trattamento.
«Questi risultati hanno il potenziale per orientare le decisioni cliniche nella gestione della psoriasi, come l’importanza di valutare la probabilità di risposta delle unghie con la continuazione della terapia, in base alla risposta cutanea» hanno concluso gli autori. «Gli studi futuri dovrebbero valutare se i miglioramenti nella risposta delle unghie, come quelli osservati in questa analisi, riducono il rischio dei pazienti di sviluppare in seguito l’artrite psoriasica».
Referenze
Tillett W et al. Nail psoriasis dynamics during biologic treatment and withdrawal in patients with psoriasis who may be at high risk of developing psoriatic arthritis: a post hoc analysis of the VOYAGE 2 randomized trial. Arthritis Res Ther. 2023 Sep 15;25(1):169.
Leggi