Nei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule ALK-positivo (ALK+) in stadio iniziale (da IB a IIIA), benefici da un trattamento adiuvante con alectinib
Nei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule ALK-positivo (ALK+) in stadio iniziale (da IB a IIIA), completamente resecato, un trattamento adiuvante con alectinib aumenta in modo statisticamente significativo e clinicamente rilevante la sopravvivenza libera da malattia (DFS) rispetto alla chemioterapia a base di platino. Lo dimostrano i risultati dello studio di fase 3 ALINA, che ha dunque centrato il suo endpoint primario. Inoltre, nella popolazione di pazienti studiata non sono stati riportati nuovi segnali inerenti la sicurezza del farmaco. Lo ha annunciato in un comunicato l’azienda produttrice del farmaco (Genentech membro del Gruppo Roche).
I dati relativi alla sopravvivenza globale (OS) non erano maturi al momento dell’analisi intermedia prespecificata dello studio e saranno comunicati in seguito.
I risultati dettagliati del trial, fa sapere Genentech nella nota, saranno presentati in uno dei prossimi congressi del settore e discussi con la Food and drug administration (Fda), l’Agenzia europea dei medicinali (Ema) e altri enti regolatori in tutto il mondo.
«Alectinib ha cambiato le prospettive per le persone affette da tumore polmonare non a piccole cellule ALK+ in stadio avanzato e ora questi ottimi risultati dimostrano per la prima volta che questo farmaco potrebbe svolgere un ruolo fondamentale anche nella malattia in fase iniziale, dove esiste un significativa bisogno non soddisfatto», afferma nel comunicato Levi Garraway, Chief Medical Officer e Head of Global Product Development di Genentech. «Se sarà approvato, offrirà la possibilità di trattare il tumore prima che si diffonda, in un setting in cui il trattamento può aumentare le probabilità di guarigione, che è il nostro obiettivo finale in Genentech. Non vediamo l’ora di condividere questi dati con le autorità regolatorie, nella speranza di portare questo farmaco ai pazienti il prima possibile».
Recidive frequenti dopo la chirurgia
Oggi, circa la metà dei pazienti con tumore polmonare in fase iniziale (dal 45 al 76% a seconda dello stadio della malattia), dopo l’intervento chirurgico, nonostante il trattamento chemioterapico adiuvante, finisce per andare incontro a una recidiva.
Nel panorama del trattamento del carcinoma polmonare non a piccole cellule, fra i progressi significativi degli ultimi anni rientra senza dubbio l’introduzione di farmaci immunoterapici che hanno migliorato le prospettive per alcuni pazienti con tumore in stadio iniziale. Tuttavia, al momento non vi sono inibitori di ALK approvati per la malattia ALK+ in stadio iniziale.
Tra i pazienti affetti da tumore polmonare non a piccole cellule, quelli ALK+ sono circa il 5%. In genere, si tratta di persone di età inferiore ai 55 anni e fumatori leggeri o non fumatori.
Attualmente, le linee guida del National Comprehensive Cancer Network (NCCN) raccomandano di ricercare la presenza di riarrangiamenti di ALK mediante l’analisi dei biomarcatori su campione di tessuto resecato o bioptico nei pazienti con tumore polmonare non a piccole cellule in stadio IB, IIIA e IIIB, oltre che in fase avanzata.
Lo studio ALINA
Lo studio ALINA (NCT03456076) è un trial multicentrico randomizzato e con controllo attivo, in aperto, che è stato disegnato per valutare l’efficacia e la sicurezza di alectinib rispetto alla chemioterapia a base di platino in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio da IB (tumore di almeno 4 cm) a IIIA (T2-3 N0, T1-3 N1, T1-3 N2, T4 N0-1), ALK+, dopo resezione chirurgica completa, nel setting adiuvante. Il protocollo prevede che il follow-up per la sopravvivenza continui fino al decesso o alla revoca del consenso da parte del paziente o alla chiusura dello studio, a seconda di quale evento si verifichi per primo.
Nello studio, 257 pazienti sono stati assegnati in modo casuale al trattamento con alectinib 600 mg due volte al giorno o con una chemioterapia a base di platino. Le opzioni di trattamento nel braccio di confronto erano descritte nel protocollo e includevano cisplatino 75 mg/m2 ogni 21 giorni, vinorelbina 25 mg/m2 nei giorni 1 e 8 ogni 21 giorni, gemcitabina 1250 mg/m2 nei giorni 1 e 8 ogni 21 giorni, pemetrexed 500 mg/m2 ogni 21 giorni per via endovenosa. Nei pazienti che sviluppavano una tossicità non accettabile quando trattati con cisplatino si poteva utilizzare il carboplatino.
L’endpoint primario era la DFS valutata dagli sperimentatori, mentre gli endpoint secondari includevano l’OS, la concentrazione plasmatica di alectinib e dei suoi metaboliti e gli eventi avversi.
I pazienti dovevano avere almeno 18 anni, un tumore ALK+ documentato sulla base di un test approvato dall’Fda e un performance status ECOG pari di 0 o 1. Ulteriori criteri di inclusione comprendevano funzionalità ematologica e renale adeguate, l’idoneità a effettuare una chemioterapia a base di platino secondo quanto previsto dall’approvazione o le linee guida locali e la disponibilità ad aderire alle procedure dello studio.
Tra i criteri di esclusione vi erano un precedente trattamento adiuvante radioterapico per il tumore del polmone non a piccole cellule e un precedente trattamento antitumorale sistemico e con inibitori di ALK. Inoltre, erano esclusi dall’arruolamento i pazienti con tumore in stadio IIIA N2 che secondo lo sperimentatore avrebbero dovuto effettuare una radioterapia post-operatoria.