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Emis Killa difende i testi delle sue canzoni: non incitano alla violenza sulle donne

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“I suoi pezzi istigano alla violenza sulle donne”: scoppia la polemica per il Capodanno a Ladispoli con Emis Killa. Il rapper: “Siete seri?”

È polemica per la scelta di Ladispoli di salutare il 2023 con un concerto in piazza di Emis Killa e Guè Pequeno. I due rapper si esibiranno in piazza Falcone, ma – come riferisce il sindaco Alessandro Grando – “non tutti hanno gradito questa scelta, voluta per attirare i più giovani”.

I detrattori puntano i riflettori sulle canzoni di Emis Killa, al secolo Emiliano Rudolf Giambelli. L’artista, finito nella bufera anche per gli attacchi ai temi trattati nel rap dei giorni scorsi, è stato attaccato di cantare “inni al femminicidio”. Definizione riportata dal quotidiano La Repubblica.

Sotto accusa alcune frasi di “3 messaggi in segreteria, brano del 2016: “Preferisco saperti morta che con un altro. Vengo a spararti” o “Voglio vedere la vita fuggire dai tuoi occhi. Io ci ho provato e tu mi hai detto no. E ora con quella cornetta ti ci strozzerò”.

LA REPLICA DI EMIS KILLA

Il 34enne non ci sta a vedersi raffigurato come violento e su Instagram replica: “Siete seri? Nel rap esiste una cosa chiamata storytelling. Significa rappresentare una storia in rima, bella o brutta che sia. Nel caso del pezzo da voi menzionato (ben 7 anni dopo tra l’altro, siete sul pezzo insomma), io interpreto, invento, racconto fatti che purtroppo, per quanto spiacevoli, accadono”.

E spiega: “Nel pezzo non è Emiliano che parla e non penso di dover dare troppe giustificazioni a chi non vuole capire. In un altro storytelling molto più recente interpreto Renato Vallanzasca, non so, volete accollarmi pure qualche anno di galera? Oppure radiamo da tutti i cinema Denzel Washington visto che in ‘He got game’ uccide la moglie. Vi dovete ripigliare”.

Killa, che è padre di una bambina, poi aggiunge: “Per farvi un’idea di me a riguardo piuttosto dovreste parlare con le donne che fanno parte della mia vita, dalla mia famiglia alle amiche. Potete cancellare tutti i concerti dalle radio, indignarvi in gruppo sui social, non cambierete così la realtà che gente come me ha il coraggio di raccontare, anche quando questo mi torna indietro nel peggiore dei modi”.

E, alla fine, l’invito: “Cercate i colpevoli tra i colpevoli, non tra chi è dalla vostra parte pur avendo un altro modo di affrontare le cose”.

LE DICHIARAZIONI DEL SINDACO DI LADISPOLI: IN PIAZZA NON VERRANNO ESEGUITE CANZONI CONTENENTI ESPRESSIONI VIOLENTE

E sulla stessa lunghezza d’onda è il sindaco Grando: “L’obiettivo dell’amministrazione comunale, lo ribadisco, è proprio quello di creare un grande evento, gratuito per il pubblico, che dia la possibilità ai nostri ragazzi di passare la notte del 31 a Ladispoli, senza doversi recare altrove in una serata che troppo spesso, purtroppo, è stata scenario di gravi incidenti stradali. Alcuni hanno giustamente lamentato la possibilità che durante il concerto venissero eseguite canzoni contenenti espressioni violente di genere, ma a questo abbiamo già risposto precisando che a Ladispoli non succederà. Come non era successo nel 2022, quando Emis Killa si era già esibito in Piazza Rossellini”.

E sulle polemiche economiche, il primo cittadino aggiunge: “Un altro aspetto per cui è stato gridato allo scandalo è quello relativo all’impegno economico che il Comune sosterrà per organizzare la serata, circa 300.000 euro, di cui oltre 60.000 solo di Iva, al netto dei contributi che arriveranno dalla Regione Lazio. Una cifra importante se paragonata alle finanze di una qualsiasi famiglia, ma non certo proibitiva se parliamo del bilancio di una Città come Ladispoli. Si tratta infatti di somme che rappresentano lo 0,33% del bilancio complessivo e più in particolare dello 0,75% delle spese correnti“.

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