Morto a 65 anni Shane MacGowan, leader dei Pogues


Morto all’età di 65 anni Shane MacGowan, il genio sregolato leader dei Pogues. Poeta e cantante capace di scrivere canzoni di atroce bellezza, di mescolare festa e devastazione in quattro battute

shane macgowan

Correva l’anno 2007. Highgate, Londra Nord, molto Nord. Ci arriva la linea nera da Camden, ma solo di giorno. Alla sera si va e si torna in autobus. C’è un pub, si chiama Boogaloo. E’ famoso perché fanno musica dal vivo. E infatti c’è un pianoforte e un angolo che sembra fatto apposta per ospitare una band. Quella sera niente musica dal vivo, c’era poca gente, intenta per lo più a chiacchierare di fronte a una pinta di birra. Da dietro il bancone, da dove si accede alle stanze al piano superiore, si materializza una sagoma asimmetrica: vestito scuro, camicia nera, capelli dritti in testa, la classica piega da cuscino. Davanti a lui una pinta di birra e un bicchierone d’acqua, che beve alternando un liquido all’altro. Non lo avresti potuto scambiare per nessun altro, perché di Shane MacGowan, che se ne è andato stanotte per un’encefalite a 65 anni, ce n’era uno solo su questo fottutissimo pianeta. Siamo stati grandi amici per una sera, ripeteva di voler venire con noi a Bologna. Ci siamo salutati con grandi abbracci. Del resto, come si faceva a non volergli bene?  Poeta, cantante, alcolista, genio capace di scrivere canzoni di atroce bellezza, di mescolare festa e devastazione in quattro battute, di scrivere una delle canzoni di Natale più struggenti di sempre, dove, però, non si sentono risuonare i campanelli della slitta di Santa o dolci rime di festa, ma gli insulti tra un uomo e una donna, innamorati, emarginati e poveri in una New York dei bassifondi, dove le luci del Rockfeller center non arrivano.

I Pogues, di cui era il frontman sgangherato, sono stati la colonna sonora della nostra adolescenza persa dietro ai miti del punk, con il pogo che parte puntuale come un orologio svizzero sulle prime note di ‘Fiesta’. Shane MacGowan e la sua band quella stagione l’hanno vissuta da protagonisti mescolando il punk con la musica folk irlandese, come nell’album del successo “Rum, Sodomy & the Lash”, dove compare una versione assolutamente dirompente della tradizionalissima Dirty old town. “Musica irlandese per un giovane pubblico rock”: così MacGowan definiva lo stile del Pogues, formatisi a Londra nel 1982. Shane veniva dall’Irlanda, dove aveva trascorso l’infanzia. La sua lunga storia di alcolismo inizia in tenera età: pare che i genitori lo portassero al pub e che per farlo dormire gli facessero bere birra calda, talvolta mescolata con altro. Dopo l’alcol è arrivata l’eroina, una ‘combo’ devastante per il suo fisico, tanto che a un certo punto non aveva quasi più denti in bocca. Quei pochi che gli rimanevano, se li ruppe cadendo su un muretto nel 2006 dopo una notte di bevute in Irlanda. Ma non bastano le dita di una mano per contare tutti gli incidenti che gli sono capitati da sbronzo. Genio e sregolatezza, tutte e due le cose in enormi quantità. Da qualche settimana era ricoverato in ospedale a causa di un’encefalite che ne aveva minato la salute, già piuttosto traballante per gli eccessi di una vita. Oggi la moglie, Victoria Mary Clarke, che sui social aggiornava i fan sulle condizioni di salute del marito, ha dato la notizia della sua morte. “Shane, che sarà sempre la mia luce e la misura dei miei sogni e l’amore della mia vita e l’anima più bella e l’angelo più bello e il sole e la luna e l’inizio e la fine di tutto ciò che ho di più caro, è andato a stare con Gesù e Maria e la bellissima madre Therese“, ha scritto sui social. MacGowan era nato a Londra il 25 dicembre del 1957.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)