Site icon Corriere Nazionale

Sasha Mashin in digitale con l’album “Happy Run”

sasha mashin

Disponibile in digitale “Happy Run” il nuovo lavoro discografico del batterista russo Sasha Mashin, in Italia da rifugiato politico

Fuori il primo album del batterista russo Sasha Mashin realizzato in Italia per Birdbox Records. “Happy Run”, questo il titolo, è la metafora di una “corsa” che lo ha portato nel nostro paese dopo che il conflitto russo-ucraino è passato dal mero scontro diplomatico e politico a quello militare. Con lui in studio di registrazione il sassofonista Rosario Giuliani e il contrabbassista Makar Novikov, anche lui russo.
“Happy Run” è il terzo album da leader, ma il primo in assoluto prodotto in Italia. Sasha Mashin vanta partecipazioni in oltre una trentina di album, impegnato sia come sideman sia come ingegnere del suono e mixaggio.
I brani presenti nell’album “Happy Run” sono firmati dallo stesso Sasha Mashin e dai suoi compagni di viaggio. In totale cinque brani compresa una rivisitazione jazz del celebre brano di Stravinisky “The Rite of Spring”.
“Happy Run” è un album che non parla solo di musica: vuole raccontare una storia. La metafora di una “corsa” che ha permesso all’artista di allontanarsi dal buio di un difficile passato e che lo ha portato fino in Italia verso una nuova vita, verso la sua nuova casa, Roma.
L’album “Happy Run” (Birdbox Records, Ottobre 2023) è disponibile in CD e Master Tape e distribuito attualmente in Repubblica Ceca, Estonia, Giappone, Slovacchia, Thailandia e in Italia. In digitale è invece disponibile a livello mondiale da dicembre.
COMUNICATO STAMPA (VERSIONE ESTESA)
“Happy Run” di Sasha Mashin – Il nuovo album è disponibile dal 6 ottobre 2023 
Un album che parla di musica e di una storia che ha allontanato Sasha dalla sua terra e lo ha portato a “correre” fino a raggiungere l’Italia, la sua nuova casa.  

 Disponibile dal 6 ottobre, “Happy Run” l’album jazz del batterista russo Sasha Mashin edito da Birdbox Records di Lorenzo Vella che vede la partecipazione di due artisti straordinari, il sassofonista Rosario Giuliani e il contrabbassista Makar Novikov. Primo album realizzato in Italia dove, da due anni, Mashin ha scelto di vivere dopo l’inizio della guerra ucraino-russa.

Viveva a Mosca, Sasha Mashin, dove aveva un posto di primo piano nel fermento culturale e musicale cittadino. Due in particolare erano le attività a cui rivolgeva gran parte del suo tempo: “Sasha Mashin Happy Lab“, un laboratorio dedicato alla musica jazz che si teneva una volta alla settimana nel principale jazz club di Mosca; e il “Sasha Mashin Happy Run” dove ci si incontrava tra amici per correre (10 km) e chiacchierare una volta alla settimana. L’idea del laboratorio musicale era quella di cancellare la barriera tra il pubblico e il palco, per coniugare comunicazione informale, concerti e scambi di idee; in poco tempo il laboratorio è diventato appuntamento fisso per la buona musica ma anche luogo di incontro di persone creative che hanno condiviso idee e inventato nuovi progetti. Come il laboratorio musicale anche l’appuntamento sportivo amatoriale è diventato attrattivo e molti dei frequentatori erano gli stessi dell’“Happy Lab”: le regole erano semplici, “finché si corre, si puoi imparare tutto quello che si vuole”, e non solo dal creatore di questo appuntamento, Mashin per l’appunto, ma anche da tutti i musicisti e dalle persone coinvolte nella 10 km, tra cui professionisti dei più svariati settori. L’inizio della guerra ha poi cambiato radicalmente gli equilibri non solo a livello internazionale ma anche e soprattutto nella vita delle persone.

Sasha Mashin ha continuato a “correre” non solo metaforicamente. Arrivando in Italia, da rifugiato politico, ha trovato nuovi amici: musicisti eccezionali che hanno saputo accoglierlo come persona e come artista. Oggi il batterista russo, si sente di poter chiamare Roma la sua “casa” e gli amici ritrovati e quelli nuovi “la sua famiglia”. «Ho la sensazione di aver finalmente finito la mia corsa – racconta Sasha Mashin nelle sue note di copertina – per la prima volta da molto tempo, mi sento sinceramente felice. Se una volta l’idea dell’emigrazione mi riempiva di terrore esistenziale, in realtà, non mi sembra nemmeno di essermi allontanato da casa. Gli italiani sono così aperti, amichevoli e di supporto che mi sembra di aver completato una maratona e raggiunto il traguardo. Sono a casa».

I brani presenti nell’album “Happy Run” sono firmati dallo stesso Sasha Mashin e dai suoi compagni di viaggio.

“Country of Obscurantism” (Paese dell’Oscurantismo), il titolo di questa composizione, suggerisce che non deve necessariamente essere bella, e questo aiuta l’artista a condividerla con il cuore più leggero. “Prometto che continuerò con i miei tentativi e, forse, un giorno scriverò qualcosa di più bello con un sottofondo più gioioso”. Nell’album sono presenti la bellissima composizione di Makar Novikov “Yellow Blues”, la magnifica forma in tre parti “Suite et Poursuite” di Rosario Giuliani, la ballata “Darn That Dream” di Jimmy Van Heusen e persino un pezzo da “The Rite of Spring”, del compositore più amato dall’artista, Igor Stravinsky (“Introduction, Les Augures printaniers”), combinato con la composizione “Hey, It’s Me You Are Talkin’ To” di Victor Lewis (musica che l’artista è convinto sia stata ispirata dallo stesso Stravinsky).

Una delle esperienze più belle legate alla corsa – racconta Sasha – è la possibilità di pensare e pianificare durante la corsa. In questi momenti, la chimica del cervello cambia in modo significativo, producendo più serotonina e dopamina, e puoi pensare in modo più chiaro e con precisione. Correndo regolarmente, ho capito una cosa importante: non puoi scappare da te stesso. Ma puoi scappare dall’oscurità, sia dentro che fuori di te. Correre è uno sport intelligente. Corri felice!

“Happy Run” è un album che non parla solo di musica: vuole raccontare una storia. La metafora di una “corsa” che ha permesso all’artista di allontanarsi dal buio di un difficile passato e che lo ha portato fino in Italia verso una nuova vita, verso la sua nuova casa, Roma.
“Happy Run” è il terzo album da leader, ma il primo in assoluto prodotto in Italia. Sasha Mashin vanta partecipazioni in oltre una trentina di album, impegnato sia come sideman sia come ingegnere di registrazione e mixaggio.
L’album “Happy Run” (Birdbox Records, Ottobre 2023) è disponibile in CD e Master Tape e distribuito attualmente in Repubblica Ceca, Estonia, Giappone, Slovacchia, Thailandia e in Italia. In digitale è invece disponibile a livello mondiale da dicembre.

Biografia

Classe 1976, originario di San Pietroburgo, dopo aver iniziato a suonare in diverse formazioni nella sua città natale, Sasha Mashin nel 1998 si trasferisce a Mosca, iniziando a collaborare con alcuni dei migliori esponenti della scena jazzistica russa. Il suo innato talento gli ha valso l’inserimento nel programma didattico statunitense “Open World” e la conseguente possibilità di suonare a New York con vere e proprie leggende del jazz quali Clark Terry, Kenny Barron e Jimmy Heath.
A partire dal 2008, il batterista ha rappresentato un punto di riferimento per quasi tutti i jazzisti USA di passaggio in terra russa. Molti quelli invitati a esibirsi e accompagnati dalla sua band, tra gli altri possiamo citare Benny Golson, Johnny Griffin, Lew Tabackin, Eddy Henderson, James Spaulding, Gary Smulyan, Larry Schneider, Mark Turner, Dhafer Youssef. Sempre dal 2008 ha viaggiato in giro per il mondo con la band di Isfar Sarabski.
La profonda conoscenza della miglior tradizione afroamericana e le collaborazioni con jazzisti suoi connazionali, ha consentito a Mashin di sviluppare idee originali, non limitandosi a riproporre stilemi “rassicuranti” e già collaudati ma cercando sempre nuove fonti di ispirazione, come la stessa musica colta russa.
Sasha Mashin da febbraio 2022 vive in Italia e collabora costantemente con grandi nomi del jazz italiano ed internazionale quali Alex Sipiagin, Rosario Giuliani, Antonio Faraò, Robert Bonisolo, Pietro Tonolo, Paolo Birro, Mauro Negri, Michele Calgaro, Dado Moroni.
Happy Run è il terzo album da leader, ma il primo in assoluto prodotto in Italia. Sasha Mashin vanta partecipazioni in oltre una trentina di album, impegnato sia come sideman sia come ingegnere di registrazione e mixaggio.

Tracklist:

  1. Country of obscurantism (Sasha Mashin) 09:11
  2. Yellow Blues (Makar Novikov) 08:29
  3. Hey it’s spring (Igor Stravinsky) 06:44
  4. Darn that dream (Jimmy Van Heusen) 06:06
  5. Suite et poursuite (Rosario Giuliani) 16:17
Exit mobile version