La Commissione UE ha approvato la combinazione orale di decitabina e cedazuridina in monoterapia per il trattamento di pazienti adulti affetti da leucemia mieloide acuta
La Commissione Europea ha approvato la combinazione orale di decitabina e cedazuridina in monoterapia per il trattamento di pazienti adulti affetti da leucemia mieloide acuta (LMA) di nuova diagnosi non idonei alla chemioterapia di induzione standard. La combinazione di decitabina/cedazuridina è il primo e unico agente ipometilante orale autorizzato nello Spazio Economico Europeo per questa popolazione di pazienti.
L’approvazione della Commissione Europea si basa sui risultati dello studio clinico di Fase 3 ASCERTAIN che analizza l’equivalenza dell’esposizione farmacocinetica della nuova combinazione orale a dose fissa rispetto alla decitabina per via endovenosa nei pazienti affetti da LMA. Lo studio ASCERTAIN ha raggiunto l’endpoint primario: la combinazione orale a dose fissa di decitabina e cedazuridina ha dimostrato l’equivalenza dell’esposizione farmacocinetica rispetto a un regime standard di 5 giorni di decitabina per via endovenosa, utilizzando un disegno di studio cross-over a due cicli. I risultati di sicurezza della combinazione di decitabina e cedazuridina a dose fissa sono risultati in linea con quelli dimostrati dalla decitabina per via endovenosa.
Le attuali opzioni terapeutiche dei pazienti adulti con LMA sono costituite da infusioni chemioterapiche somministrate per via endovenosa in ospedale e, per i pazienti non candidabili alla chemioterapia, da regimi basati su agenti ipometilanti somministrati per via parenterale, con cicli di trattamento della durata tipica di 5-7 giorni. La fatigue può ridurre significativamente le attività di tutti i giorni con un impatto sulla qualità di vita dei pazienti. La terapia con decitabina e cedazuridina può offrire ai pazienti e ai medici un’opzione terapeutica orale per questi pazienti.
Il 10 Giugno 2022, l’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) ha approvato un piano di sperimentazione pediatrica per la combinazione orale di decitabina e cedazuridina a dose fissa, che rappresenta un’importante pietra miliare nell’ottica di proseguire gli studi clinici nei bambini affetti da LMA.
La combinazione a dose fissa di decitabina e cedazuridina
La terapia è una combinazione a dose fissa, somministrata per via orale, dell’agente ipometilante (HMA) approvato, la decitabina (35 mg), insieme alla cedazuridina (100 mg), un inibitore della citidina deaminasi. Inibendo la citidina deaminasi nell’intestino e nel fegato, la combinazione a dose fissa è progettata per consentire alla somministrazione orale di decitabina di raggiungere, nell’arco di cinque giorni in un dato ciclo, un’esposizione sistemica paragonabile alla decitabina per via endovenosa assunta col medesimo schema di somministrazione.
Nello studio di Fase 3 ASCERTAIN, 89 pazienti con LMA sono stati randomizzati 1:1 a ricevere la combinazione orale (35 mg di decitabina e 100 mg cedazuridina) nel ciclo 1 e decitabina (20 mg/m2) per via endovenosa nel ciclo 2 (n=44) oppure la sequenza inversa (n=45). Sia la combinazione che la decitabina endovenosa sono state somministrate una volta al giorno dal giorno 1 al giorno 5 all’interno di un ciclo di 28 giorni. All’inizio del ciclo 3, tutti i pazienti hanno ricevuto la combinazione orale una volta al giorno dal giorno 1 al giorno 5 all’interno di un ciclo di 28 giorni fino a progressione di malattia, morte o tossicità inaccettabile.
I risultati dell’endpoint primario mostrano che i pazienti trattati con la combinazione hanno raggiunto un’equivalenza nell’esposizione farmacocinetica del 99,64% (CI 90%: 91,23 – 108,8) alla decitabina endovenosa 20 mg/m2 per 5 giorni con una simile attività farmacodinamica. I risultati secondari mostrano una sopravvivenza globale mediana di 7,9 mesi (CI 95%: 5,9 – 13,0) e un tasso di risposta completa del 21,8% al follow-up mediano a 7,95.
La più comune (≥ 20%) reazione avversa è risultata essere la trombocitopenia. Le più comuni reazioni avverse gravi (≥ 20%) sono state neutropenia febbrile e polmonite. L’interruzione permanente si è verificata nel 14% dei pazienti in trattamento. La più frequente reazione avversa causa di interruzione permanente è stata la polmonite (5%).