Stasera su Rai 3 torna “Report”. Al centro della puntata l’inchiesta integrale sulle attività private nella cybersicurezza del senatore Gasparri
Dopo le anticipazioni degli scorsi giorni, “Report”, in onda domenica 3 dicembre alle 20.55 su Rai 3 e RaiPlay, propone l’inchiesta integrale di sugli interessi privati del senatore Maurizio Gasparri nella cybersicurezza. L’inchiesta “Spy Game 2” di Lorenzo Vendemiale e Carlo Tecce, ha scoperto che Gasparri, da vicepresidente del Senato prima e ora da capogruppo di Forza Italia, è stato ed è ancora presidente anche di Cyberealm, una società specializzata nella sicurezza informatica. Ma chi c’è davvero dietro Cyberealm? E qual è il ruolo, mai dichiarato al Parlamento, di Maurizio Gasparri? Dall’inchiesta emerge che l’azienda, in cui operano rappresentanti ufficiali e occulti vicini ad apparati stranieri, ha rapporti diretti e indiretti con le nostre istituzioni.
A seguire, il reportage “Il bonus è finito” di Luca Bertazzoni, in collaborazione con Marzia Amico, analizza l’era del Superbonus 110% che finirà il prossimo 31 dicembre e che in questi anni è costato quasi 100 miliardi di euro alle casse dello Stato per 440mila interventi di ristrutturazione. L’inchiesta traccia un bilancio della misura voluta dal Governo Conte II. In primo anche piano la truffa di Mister Miliardo, un imprenditore di San Severo finito sotto indagine per presunta emissione di fatture inesistenti. L’inchiesta si occupa anche dei materiali che sono utilizzati per costruire i cappotti termici in Italia, partendo dall’incendio dello scorso giugno in un palazzo di Colli Aniene a Roma, dove ha perso la vita una persona.
E ancora, dopo l’inchiesta del 5 novembre, in cui Report aveva mostrato che per contrastare la peste suina erano stati abbattuti in Lombardia oltre 10.000 suini con l’elettrocuzione, e che erano stati commessi diversi maltrattamenti sugli animali, la procura di Pavia ha aperto un fascicolo e il ministro dell’agricoltura Lollobrigida è stato chiamato alla Camera dei deputati a dare spiegazioni. Lo racconta l’inchiesta “La scossa” di Giulia Innocenzi, in collaborazione Greta Orsi e Giulia Sabella.
In sommario anche l’inchiesta “C’è (ancora) polvere nel ventilatore” di Giulio Valesini e Cataldo Ciccolella, in collaborazione con Lidia Galeazzo, Alessia Pelagaggi, che torna a occuparsi dei CPap, BiPap e ventilatori distribuiti in tutto il mondo da Philips, che dovevano aiutare i pazienti a respirare meglio. In Italia sono 100 mila gli utilizzatori di apparecchi per respirare di Philips non sicuri, il 70% in comodato d’uso attraverso la convenzione con le Asl. L’azienda olandese è chiamata a sostituire tutti i dispositivi ma a distanza di due anni, nel nostro paese ce ne sarebbero ancora circa 15 mila che nessuno sa dove siano finiti e chi li stia utilizzando, anche perché ad oggi non esiste ancora un registro che aiuti la tracciabilità dei respiratori. A Milano i pazienti hanno portato Philips in tribunale promuovendo la prima class action in ambito sanitario del nostro paese.
Con “Uno, nessuno e centomila Spid”, di Lucina Paternesi in collaborazione con Giulia Sabella, si parla degli studenti che, tra il 2021 e il 2023, si sono visti azzerare il plafond del Bonus Cultura 18App senza aver fatto accesso alla piattaforma del Ministero della Cultura né aver speso soldi in qualche libreria o acquistando i biglietti per una mostra o un concerto, in alcune città italiane, tra cui Siena, Ancona e altre in Friuli-Venezia Giulia. Mentre il Governo ha deciso di non rifinanziare il bonus, sostituendolo con una Carta del Merito e una Carta cultura giovani in base all’Isee, qualcuno si è approfittato delle falle nel sistema di autenticazione utilizzato per accedere al Bonus 18App, lo Spid.
Infine, “Report” torna a vedere come è cambiata la situazione in Valle Stura, dove ogni giorno circa 1000 tir attraversano il centro di alcuni comuni montani – diretti per il 70 per cento allo stabilimento di Acqua Sant’Anna e per il 30 per cento in Francia – con il reportage “Water-gate” di Chiara De Luca. Proprio il management dell’azienda che produce il noto marchio acqua Sant’Anna è protagonista di una vicenda giudiziaria. Tutto ruota intorno a un articolo secondo cui il brand Acqua Eva sarebbe stato di proprietà della Lidl. Una notizia falsa, che però ha allarmato il mondo della grande distribuzione.