Alta tensione tra Venezuela e Guyana: si contendono l’Esequiba


Il Venezuela rivendica la sovranità dell’Esequiba, la regione contesa con la Guyana ricca di giacimenti petroliferi

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“Nulla di ciò che dici, tra propaganda e bugie, riusciranno a spaventare me o i cittadini della Guyana. Non sconvolgerai la nostra vita”. Questo il messaggio che il presidente della Guyana, Irfaan Ali, ha indirizzato all’omologo venezuelano Nicolas Maduro nella serata di ieri, nel suo discorso alla cittadinanza riunita nello Stadio di Georgetown. Come riporta la testata locale Newsroom.gy, a centinaia si sono riuniti nella capitale per partecipare alla ‘Notte di riflessione patriottica’ contro l’annessione dell’Esequiba.

Il raduno si è svolto infatti mentre la Commissione elettorale venezuelana proclamava la vittoria del referendum con cui Caracas ha sottoposto a giudizio popolare l’annessione del territorio conteso della Guayana Esequiba, una striscia di circa 160mila chilometri quadrati che rappresenta i due terzi della Repubblica di Guyana, e il 15% dei quello venezuelano. Il referendum che si è tenuto ieri, domenica 3 dicembre, non è vincolante, ma secondo il governo di Caracas proverebbe la volontà dei cittadini di porre fine a una contesa risalente al XIX secolo che coinvolse Stati Uniti e Gran Bretagna, e che non fu risolta neanche con l’Accordo di Ginevra promosso dalle Nazioni Unite nel 1966. Poi, nel 2015, la scoperta di giacimenti di petrolio al largo delle coste della regione ha fatto tornare l’interesse di Caracas, che ha denunciato Georgetown di aver violato gli accordi “autorizzando unilateralmente” la multinazionale statunitense Exxon Mobil a operare nelle aree contese, “violando l’Accordo del 1966 e sfidando la legalità internazionale”.

Non è chiaro ora cosa accadrà. Il governo di Caracas rivendica la sovranità sulla regione con 10.554.320 voti a favore, pari al 95% di chi si è recato alle urne, certificati dalla Commissione elettorale nazionale. Il Venezuela ha già chiarito che intende annettere la regione assicurando la cittadinanza ai residenti.

Tuttavia, varie fonti di stampa internazionale denunciano poca chiarezza nei conteggi, a partire dal dato degli oltre 10 milioni di “sì”, su cui la Commissione nazionale non è intervenuta per chiarire in che modo vanno interpretati, rispetto ai cinque quesiti attorno a cui il referendum si è articolato.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)