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L’Italia è fuori dalla Via della Seta: stop all’accordo con la Cina

giorgia meloni

L’Italia è ufficialmente fuori dalla Via della Seta, il memorandum di intesa tra Italia e Cina, che prevedeva 29 accordi, 10 commerciali e 19 istituzionali

L’Italia è ufficialmente fuori dalla Via della Seta, il memorandum di intesa tra Italia e Cina, che prevedeva 29 accordi, 10 commerciali e 19 istituzionali. L’accordo era stato siglato a Palazzo Madama nel 2019 dal presidente cinese, Xi Jinping e dall’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

“Con l’uscita ufficiale dalla Via della Seta, l’Italia riconferma il proprio collocamento geopolitico che sta saldamente con l’Occidente e all’interno del sistema delle alleanze tradizionali”, dichiara in una nota il senatore della Lega Marco Dreosto, segretario dell’Ufficio di presidenza in commissione Esteri e Difesa di Palazzo Madama. “La Cina rimane un partner commerciale ma allo stesso tempo era necessario respingere al mittente le mire geopolitiche di Pechino nei confronti del nostro Paese – puntualizza Dreosto-. In un contesto internazionale profondamente mutato in seguito all’aggressione russa in Ucraina, si può osservare come vi sia un allineamento tra potenze autocratiche – Russia, Cina e Iran – che sfidano l’Occidente. Va bene commerciare con tutti, ma accordi strategici devono essere presi solo con i nostri alleati ed era necessario ribadire l’importanza della salvaguardia dei nostri asset nazionali che non potevano cadere in mano a uno Stato competitor. La Lega da sempre lo ha ribadito, e continua a farlo cercando di bloccare la folle corsa all’elettrico che non farebbe altro che farci cadere da una dipendenza, dal gas russo, a un’altra dipendenza, dalle tecnologie cinesi. Ancora una volta in politica estera, questo governo dimostra di sapersi muovere al meglio per ridare all’Italia quel ruolo che le spetta nello scacchiere internazionale”.

CALENDA: STOP ALLA ‘VIA DELLA SETA’ DECISIONE SACROSANTA

“Lo stop alla ‘via della Seta’ è una decisione sacrosanta. Avere buoni rapporti con la Cina e diventarne una pedina in UE sono cose molto diverse”. Lo scrive sui social il leader di Azione Carlo Calenda.

ALEMANNO (IND): UNA FOLLIA USCIRE DALLA VIA DELLA SETA

“Abbiamo appreso che il governo italiano, in gran segreto è senza nessun dibattito parlamentare, ha portato a compimento la sua intenzione di uscire dalla Via della Seta, stracciando il memorandum sottoscritto quattro anni fa con la Cina. E’ una follia il cui conto sarà pagato dalle piccole e medie imprese italiane, che non avranno più nessuna copertura politica per la loro attività con la Cina e verso la Cina. Soprattutto, non si capisce il vantaggio per l’Italia di questa scelta: il memorandum della Belt and Road Initiative (BRI) non era impegnativo su nessun punto ma apriva progetti molto promettenti per il nostro commercio internazionale, per la nostra logistica e i nostri investimenti in Africa. E’ un regalo che facciamo alle grandi multinazionali, che non hanno certo bisogno della Via della Seta per far crescere i loro commerci internazionali, ed è l’ennesima chiusura all’interno dei confini dell’Occidente che il Governo italiano sta facendo, rifiutando di sviluppare i rapporti con la grande realtà dei BRICS che rappresenta tre quarti del pianeta”, dichiara Gianni Alemanno, segretario del Movimento Indipendenza.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)

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