Stipendi più alti agli insegnanti, ma solo al Nord: la proposta della Lega è quella di differenziare le retribuzioni in base al costo della vita e al potere d’acquisto
Dopo la bagarre avvenuta in aula sul salario minimo, nella serata di ieri è stato approvato un ordine del giorno della Lega, che ha contribuito ad agitare le acque, alimentando il botta e risposta tra maggioranza e opposizioni. Il provvedimento, firmato da Andrea Giaccone, propone di introdurre una quota variabile di stipendio pubblico, in particolare per quello degli insegnanti, che va calcolata in base al “luogo di attività”. In pratica, la proposta è quella di differenziare le retribuzioni in base al costo della vita e al potere d’acquisto della regione in cui si lavora. Così facendo si creerebbe un divario tra stipendi di Nord e Sud.
In particolare, nell’Odg è scritto: “Ritenuto che il tema del costo della vita e delle retribuzioni adeguate è principalmente sentito nel settore del pubblico impiego (…) sarebbe auspicabile per alcuni settori, come ad esempio nel mondo della scuola, un’evoluzione della contrattazione che da una retribuzione uguale per tutti passi a garantire un pari potere d’acquisto per tutti, ipotizzando una base economica e giuridica uguale per tutti, cui aggiungere una quota variabile di reddito temporaneo correlato al luogo di attività”.
M5S: GABBIE SALARIALI FOLLIA DI LEGA E MELONI
“Ci risiamo. Non contenti dello spettacolo vergognoso offerto al Paese con l’affossamento del Salario Minimo, la maggioranza ha aggiunto un’ultima ciliegia avvelenata diretta al mondo della scuola pubblica. Con un blitz la Lega ha messo per l’ennesima volta nero su bianco che auspica l’introduzione delle gabbie salariali e che dunque gli insegnanti del Centro Sud secondo loro valgono meno di quelli del Nord e devono ricevere stipendi più bassi. Il governo ha dato l’ok. Lega e Meloni rifilano così l’ennesimo schiaffo alla scuola pubblica e al Sud, dopo il ridimensionamento della rete scolastica e le autonomie. Se davvero Giorgia Meloni seguirà la Lega in questa follia, ci troverà dentro e fuori il Parlamento a difesa della dignità dei docenti italiani e dell’unità del sistema scolastico nazionale. La scuola ha bisogno non di stipendi differenziati ma di stipendi più alti per tutti i prof, per portare l’Italia almeno al livello degli altri stati europei”. Così gli esponenti del Movimento 5 Stelle in commissione istruzione alla Camera.
FLC CGIL: DA GOVERNO SOLO RISPOSTE CHE DIVIDONO PAESE, CI OPPORREMO FERMAMENTE
“Invece di aumentare gli stipendi, trovando le giuste risorse per il rinnovo del contratto Istruzione e Ricerca 2022-24, il Governo pensa evidentemente a come abbassarli. Solo così possiamo interpretare l’approvazione nottetempo dell’ordine del giorno presentato dalla Lega che vorrebbe introdurre una distinzione dello stipendio, in particolare del personale della scuola, attraverso ‘una quota di reddito correlato al luogo di attività’. Si immagina dunque non solo di retribuire diversamente chi lavora al Sud, al Centro e al Nord, ma anche chi lavora nelle aree metropolitane rispetto a chi lavora nella provincia. Niente di nuovo sotto il sole, ciò significa reintrodurre le gabbie salariali in un Paese che avrebbe soprattutto bisogno di superare i divari territoriali che lo affliggono. Con l‘autonomia differenziata il Governo vuole dividere il Paese e con le gabbie salariali punta a dividere anche i lavoratori tra di loro. La Flc Cgil continuerà ad opporsi fermamente a questi progetti divisivi e continuerà a lottare e mobilitarsi per una scuola pubblica unitaria e per dignitose retribuzioni per tutto il personale della scuola e su tutto il territorio nazionale”. Così in un comunicato la Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil.
STIPENDI DOCENTI, DI MEGLIO: NO A DIVARIO NORD-SUD, SI PENSI A PROBLEMI INSEGNANTI
“Apprendiamo da fonti di stampa che un esponente politico avrebbe proposto la differenziazione degli stipendi tra il Nord e il Sud Italia. C’è un piccolo particolare, ovvero che i contratti si firmano con i sindacati rappresentativi e per quel che ci riguarda non sottoscriveremo mai un contratto che differenzi per retribuzioni le aree geografiche. Il problema degli insegnanti delle aree metropolitane, non è il pane, la pasta e il cappuccino al bar ma i costi spropositati degli alloggi, si pensi a intervenire su questo problema, se si vogliono fare cose serie”. È quanto dichiara Rino Di Meglio, Coordinatore Nazionale Gilda Insegnanti, sul provvedimento presentato dalla Lega sullo stipendio dei docenti.